Apollodòro il "truccatore" di Kim Kardashian

Marianna Marra • 27 agosto 2022

Apollodòro il "truccatore" di Kim Kardashian


sTRUtto & parruCCO

Ideata e a cura di Marianna Marra

Rubrica emozionale a 360 gradi

Make-up Cucina Styling

 


Benvenuti e bentrovati nella mia famelica rubrica, mettetevi comodi ho una storia da raccontarvi.

"Cameriere? Chiedo scusa, gradirei giusto un antipasto, qualcosa che possa accompagnare un calice di buon vino e una manciata dei miei pensieri".

"Certo signora, posso consigliarle il pescato del giorno, abbiamo una delicata tartàre di orata, rigorosamente al coltello, condita con olio evo, sale, pepe nero e limone oppure una frittura di paranza con alici di Cetara, calamaretti, gamberi e triglie, servita nel tipico

cuppetiello napoletano.


"Guardi, credo che per ingentilire i miei pensieri opterò per qualcosa che, sappia farmi godere appieno di questo tramonto in riva al mare. Per me un cuppetiello napoletano e un calice di vino bianco, grazie". Nell'attesa decisi di accompagnarmi in una distensiva e curiosa lettura. Tirai su il mio lungo vestito bianco in pizzo Sangallo, tolsi con fierezza il mio cappello in giunco intrecciato a mano, da sapienti artigiani pugliesi, e mio inseparabile cimelio di viaggio, misi le dita sottili tra i capelli ancora sporchi di salsedine, quasi a voler districare qualche sospiro di troppo, levai i sandali in cuoio e dopo aver messo i piedi nella sabbia inizia a sfogliare, in versione Kindle, l'articolo di una tale Marianna Marra e della sua rubrica

 sTRUtto & parruCCo sulla testata giornalistica di www.lavoceimpertinente.it.


Titolava: "Apollodoro il 'truccatore' di Kim Kardashian", esplosi in una fragorosa risata, questa qui dev'essere matta, ma se lo sanno tutti che il truccatore di Kim Kardashian è Mario Dedivanovic inventore del contouring. Dev'essere senz'altro squilibrata e anche piuttosto fuori dal mondo. Avevo fortunatamente ancora del tempo a mia disposizione prima della partenza così decisi di proseguire la lettura. Intanto, non so perché, forse a causa della noia, canticchiavo improbabili filastrocche nella mia mente, quando improvvisamente questa tizia, Annamaria o forse Marianna, come si chiama lei, incalza nel suo delirio sostenendo che: "L'arte del make-up, termine la cui invenzione è da attribuirsi al genio creativo del celebre Max Factor già nel lontano 1920, le cui innovazioni gli valsero addirittura un Oscar, è l'arte di: scolpire, smussare, evidenziare, appiattire, dare profondità, allungare, accorciare, avvicinare, distanziare, tramite l'uso sapiente di colori chiari e di colori scuri, giochi di luci e di ombre. Quella del chiaroscuro però era una tecnica già nota nel V secolo a.C. grazie pare al pittore ateniese Apollodòro detto lo "skiagràphos" che significa letteralmente "pittore di ombre", è per questo epiteto, a lui attribuito, che viene indicato, dalle testimonianze, come l'inventore dell'ombreggiatura. La tecnica del chiaroscuro fu in seguito rispolverata "nel 300 dal Cavallini a Giotto, da Duccio a Masaccio, Leonardo teorizzò il concetto di chiaroscuro trasfondendolo in quello di "sfumato", per Michelangelo invece il chiaroscuro serviva a staccare violentemente le figure dal fondo". (1)


"Il pittore irrequieto innamorato della luce e del vero". (2)

Michelangelo Merisi, questo il suo vero nome, fu in tal senso un grandissimo innovatore dando vita a due principali rinnovamenti, la resa nuda e cruda del vero e dal vero e l'utilizzo della luce anche come metafora divina, fu colui "che osserva la natura con occhio imparziale, riprendendo con precisione analitica anche ciò che è brutto o rozzo, poi utilizza la luce per dare evidenza alle forme e concentrare l'interesse su alcuni punti focali". (3)

"Caravaggio sembra volerci dire che solo attraverso la realtà si può giungere alla divinità". (4)

"La luce del pittore squarcia le tenebre e arriva improvvisa agli uomini". (5)


Di punto in bianco smisi di cantare, forse era per davvero un pizzico bizzarra questa Marianna ma citava il vero, il contouring è quindi più semplicemente una tecnica chiaroscurale, eppure non ci avevo mai pensato. È arrivato il cuppetiello, a proposito sapete perché si chiama così? La nascita del cuppetiello o il coppo pare risalire al 1800 circa, nato Napoli, veniva utilizzato dai venditori ambulanti come sorta di involucro contenitore per vendere piccoli pezzi di frittura con lo scopo di sfamare, a prezzi modici, anche le persone meno benestanti, aveva la forma di un cono proprio per poterlo portare agevolmente a spasso tenendolo tra le mani ed era fatto di carta assorbente, pare si chiamasse anche

 "oggi a otto" perché tra il venditore e il suo acquirente vi era una tacita intesa, la promessa di poterlo pagare, anche a rate, saldando il debito al massimo entro otto giorni dalla vendita.


Lo omaggiava parlandone già nel lontano 1884 Matilde Serao scrittrice e giornalista, la prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano, il Corriere di Roma, poi il Corriere di Napoli dove creò una rubrica mondana chiamata "Api, mosconi e vespe" che divenne presto famosa. Negli anni venti, la Serao fu numerose volte candidata, addirittura sei, al Premio Nobel per la letteratura ma senza mai riuscire a ottenerlo.


Matilde nel "Il Ventre di Napoli" a proposito del cuppetiello così raccontava: "Dal friggitore si ha un cartoccetto di frittura che si chiama 'fragaglia' e che sono il fondo dei paniere dei pescivendoli, e dallo stesso friggitore, per un soldo, quattro o cinque panzarotti, vale a dire delle frittelline in cui vi è un pezzetto di carciofo, o un torsolino di cavolo, o un frammento di alici". (6)

La frittura di paranza, con la cui terminologia si è soliti indicare i pesci, i costracei e i molluschi contenuti nel coppo e la loro pezzatura, invece prende il nome da una imbarcazione da pesca costiera. Quanto ho chiacchierato.

"Ecco, a lei il conto signora".

Venti euro per un cuppetiello? Mi sa che lo pagherò a otto. Adesso scusatemi, debbo proprio salutarvi perché ho ancora tanta strada da percorrere dinanzi a me, il mio viaggio non finisce qua. Vi spedirò certamente una cartolina. Come sempre grazie per essere stati in mia compagnia, a presto!

 

    1 Fonte Sapere.it

    2 Fonte TRECCANI

    3 Fonte TRECCANI

    4 Fonte TRECCANI

    5 Fonte TRECCANI

    6 Fonte "Il Ventre di Napoli" di Matilde Serao

Share

Tutti gli articoli

Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Autore: Marianna Marra 3 luglio 2025
"I giovani e la salute mentale". Conoscere per normalizzare l'accesso alle cure, normalizzare per non stigmatizzare, non stigmatizzare per prevenire e curare senza paura né pregiudizio. Conoscere per potersi affidare, affidarsi per poter guarire.
Altri post