Violenza sulle donne, non si mercifica il dolore -di Valentina Manon Santini
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più.
Questa è pornografia del dolore.

di Valentina Manon Santini - Segretaria Comunale
La violenza sulle donne non è un argomento da palcoscenico, né un tema da strumentalizzare per riempire il vuoto di chi non ha spessore.
È dolore vero, carne lacerata, vite spezzate. È un dramma che ogni giorno in Italia segna famiglie e comunità intere.
Eppure, troppo spesso, assistiamo a uno spettacolo indecoroso: figure senza alcuna competenza, "morte di fama" che cercano affannosamente di tornare in auge, non per meriti ma perché amanti sponsorizzate dal potente di turno, chiamate a leggere un testo scritto e preparato da altri, in un italiano stentato e concetti imparati a memoria. Una messinscena, che nulla ha a che vedere con l’impegno autentico.

Parlare di violenza richiede preparazione, conoscenza delle dinamiche psicologiche, sociali e giuridiche. Richiede la voce di chi opera nei centri antiviolenza, di chi lavora nella sanità (medici, psichiatri), nella scuola, nella magistratura. Non di chi cerca un riflettore.
La violenza non è spettacolo.
Non è vetrina.
Non è materia da passerella.
Non è un terreno per le "morte di fama" , né un tema per costruirsi credibilità a buon mercato e darsi un tono da “donne impegnate” quando non si possiede né profondità né competenza.
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più.
Questa è pornografia del dolore.
E’ sciacallaggio ,una forma più meschina di VIOLENZA: una vampirizzazione del dolore per costruirsi una credibilità di donna impegnata, per realizzare una catarsi per emanciparsi da figura incolore del sottobosco dello spettacolo a madrina di temi importanti.
A danno delle altre donne.
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