Avv. Sergio Carozza:"Salario minimo? Meglio puntare sui contratti collettivi"

Felice Massimo De Falco • 21 settembre 2022

Avv. Sergio Carozza:"Salario minimo? Meglio puntare sui contratti collettivi; è indispensabile un cambiamento delle logiche produttive e bisogna consentire ai lavoratori di aggiornare il proprio bagaglio professionale. Le imprese devono promuovere la qualità del lavoro e la competitività e i lavoratori devono implementare le loro competenze; reddito di cittadinanza? È stato adatto per contrastare la povertà, anche per la fase di emergenza che abbiamo combattuto. L’attuale impianto, però, rischia di ridurre la misura ad una panacea temporanea con scarsa efficacia per l’inserimento nel mondo del lavoro e l’inclusione sociale".

Dopo il Covid, la guerra, la crisi energetica, come cambia il mercato del lavoro?


Sono stati accelerati tutti i processi che già erano in corso. È indispensabile un cambiamento delle logiche produttive e bisogna consentire ai lavoratori di aggiornare il proprio bagaglio professionale. Le imprese devono promuovere la qualità del lavoro e la competitività e i lavoratori devono implementare le loro competenze. Per aumentare l’occupabilità e colmare il dislivello tra domanda e offerta di lavoro, è indifferibile investire sulle abilità dei collaboratori, sulle politiche attive del lavoro e sui nuovi modelli organizzativi.


- Cosa nel pensa del fenomeno del Big Quit, dimissioni di massa. In Italia solo a metà 2022 se ne contano più di un milione


Sta mutando radicalmente il rapporto tra le persone e il lavoro e il significato di questa integrante essenziale nelle nostre comunità. Anche lo smart working e il welfare aziendale hanno dimostrato che le persone hanno una nuova relazione con il lavoro.


- Cosa pensa del reddito di cittadinanza come strumento di difesa dalla povertà?


È stato adatto per contrastare la povertà, anche per la fase di emergenza che abbiamo combattuto. L’attuale impianto, però, rischia di ridurre la misura ad una panacea temporanea con scarsa efficacia per l’inserimento nel mondo del lavoro e l’inclusione sociale.


- Conte minaccia la “guerra civile” se si toccano i navigator. Ma è una figura funzionale?


Hanno dovuto anche loro subire le conseguenze della scarsa capacità di cooperazione delle istituzioni coinvolte nelle politiche attive del lavoro.


- Migliaia di aziende rischiano di chiudere per la crisi energetica. Quali strumenti normativi ci sono per proteggerle?


Si stanno definendo e precisando gli strumenti adottati dal Governo con i più recenti provvedimenti. In ogni caso, è possibile accedere alla cassa integrazione guadagni ed all’assegno d’integrazione salariale, per fronteggiare situazioni di particolare difficoltà.


- È d’accordo col salario minimo?


Il salario minimo legale è più utile nei paesi che non hanno una contrattazione collettiva congrua. In Italia il sistema contrattuale può coprire buona parte delle persone occupate. Occorrerebbe fare in modo che siano applicati il più possibile i contratti collettivi nazionali di lavoro, ovviamente quelli genuini e realmente rappresentativi.


- Secondo lei dove siamo deboli nelle politiche attive del lavoro?


Si registra una cronica carenza nei servizi di informazione e orientamento e non sono mai stati strutturati percorsi di formazione mirata alle opportunità di lavoro attuali. Non esiste un effettivo sistema di accompagnamento delle persone alla prima occupazione o nella fase di transizione da un lavoro all’altro.


- I sindacati hanno ancora un ruolo decisivo nelle contrattazioni?


È evidente che ci sia ancora necessità del sindacato e che ci sia tuttora una esigenza di rappresentanza dei lavoratori. Il mondo del lavoro diventa sempre più complesso e le questioni da affrontare sono articolate.

 

- Fosse per lei riformerebbe i sindacati?


Le Organizzazioni Sindacali hanno saputo negli anni aggiornarsi e adeguarsi alla realtà sociale e produttiva. Il ruolo che svolgono lo dimostra.


- Il nostro welfare è solido per sostenere le aree di povertà?


Abbiamo un welfare prevalentemente ancora incentrato su un servizio pubblico e di carattere risarcitorio. Sarebbe opportuno costruire un unico nuovo sistema integrato che consenta di programmare e coordinare tutte le misure economiche, sociali e sanitarie. Servono dispositivi per fronteggiare nuove e diverse questioni: la povertà infantile, il sostegno alle famiglie che hanno a carico persone non autosufficienti e la promozione della genitorialità.

 

 


Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli, con una tesi su in Diritto del Lavoro sul socio lavoratore di cooperativa.

Specializzato in Diritto del lavoro presso l’Università degli Studio La Sapienza di Roma, con un lavoro sul compenso dei lavori parasubordinati.

Ha collaborato con l'Istituto di ricerche economiche e sociali ed ha partecipato ad uno studio sul mercato del lavoro atipico.

È stato coautore del libro “Un mercato del lavoro atipico Storia ed effetti della flessibilità in Italia”, pubblicato da Ediesse.

Svolge attività di consulenza ed assistenza giudiziaria per diverse organizzazioni sindacali ed imprese.

Cura le pagine internet “Informazioni di lavoro e previdenza” (http://www.studiolegalecarozza.it/news/1/index.htm) che negli ultimi tre anni sono divenute anche un volume a cura della Mediterraneo Edizioni

Dall’ottobre 2020 è presidente provinciale dell’associazione di promozione sociale Acli di Caserta.


Share

Tutti gli articoli

Autore: Marianna Marra 14 novembre 2025
L’incantesimo si è svolto in un bignami di vite vissute che hanno fatto la storia della tradizione e tuttora fanno scuola all’innovazione.
Autore: Redazione 6 novembre 2025
Comunicato Stampa: LINA E LE ALTRE
Autore: Felice Massimo De Falco 3 novembre 2025
Anna Poerio Riverso non scrive una biografia: tesse un arazzo familiare dove ogni filo è un documento inedito, ogni nodo un’emozione trattenuta. Con rigore accademico e pudore affettivo, l’autrice ci guida tra lettere autografe, poesie manoscritte, atti processuali, fino a farci toccare la carta ingiallita su cui Carlo, incatenato, annotava: «La catena è pesante, ma più pesante è il silenzio di chi sa e tace». In sole 128 pagine, dense come un distillato di storia vissuta, il volume si articola in capitoli che si intrecciano come i rami di un ulivo secolare, radicato nel suolo meridionale proteso verso l’epica nazionale. Ma un solo luogo accoglie per sempre i resti di una Famiglia di Patrioti: Pomigliano d’Arco. Potremmo chiamare Pomigliano in mille modi: Stalingrado del Sud per le sue lotte operaie, città di solerti lavoratori, terra di grandi figli come il presidente della Repubblica Giovanni Leone e tanti altri. Ma quando il sole tramonta dietro il Vesuvio e il vento passa tra le croci del cimitero, Pomigliano d’Arco resta la città dei Poerio e degli Imbriani. Perché qui non è sepolto solo il loro corpo: è sepolta la parte migliore di noi.
Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Altri post