Fratoianni (Sinistra): "No all'invio delle armi in Ucraina, si cerchino negoziati di pace"

Felice Massimo De Falco • 26 gennaio 2023

Intervista a Nicola Fratoianni (Sinistra): "No all'invio delle armi, si cerchino negoziati di pace"

- On. Fratoianni, lei ha detto che la Meloni si occupa di intercettazioni e non fa nulla contro le ingiustizie. A cosa si riferisce?

 

Mai come in questi mesi nel nostro Paese si sono rese palesi ingiustizie e diseguaglianze. Basti pensare che lo 0,13% della popolazione più ricca possiede una ricchezza superiore a quella del 60% più povero. Da una parte poveri e lavoratori ricevono ogni giorno una nuova mazzata: inflazione, caro-bollette, fine dello sconto sulle accise, erosione del potere d’acquisto, abbattimento del reddito di cittadinanza e così via. Dall’altra i ricchi e i privilegiati vengono tutelati in tutti i modi possibili dall’esecutivo, si pensi ai favori fiscali alle società di Serie A, ai dodici condoni contenuti in Finanziaria, agli extraprofitti delle grandi compagnie energetiche che non vengono tassati. 

Credo, in sostanza, che Meloni cerchi continui diversivi per non parlare dei problemi degli italiani.

 

- Lei che posizioni ha riguardo alla regolamentazione delle intercettazioni?

 

Le inchieste dei magistrati vanno tutelate e non ostacolate. Per anni si è assistito a una vera e propria guerra tra una parte della politica e la magistratura, continuare su questa strada non è utile al Paese e alle sue istituzioni. Se c’è qualche abuso nell’utilizzo delle intercettazioni si intervenga in quella direzione, ma le norme già esistono e, a quanto pare, funzionano anche. In questi giorni, è sempre più evidente, il governo e la maggioranza di destra hanno combinato un pasticcio.

 

- Il governo ha dato l’ok all’invio ulteriore di armi in Ucraina. Lei si è detto contrario. Qual è la sua posizione?

 

La mia posizione è quella che porto avanti da quasi un anno, spesso in completa solitudine, in Parlamento. Guardare la guerra di aggressione della Russia all’Ucraina con il solo metro delle scelte militari è sbagliato. Il dibattito sembra essersi fermato a inviare le armi o non inviare le armi, quando invece si dovrebbe discutere del ruolo dell’Italia e dell’Europa nei negoziati e nel processo di pace. Continuare nell’escalation militare non può far altro che portare a nuovi lutti e nuove sofferenze per il popolo ucraino. 

 

- La maggioranza del Pd, suo alleato, è compatta però su questo punto: Zelensky va armato

 

Sia noi che il Partito Democratico siamo all’opposizione, ci siamo presentati insieme alle elezioni pur nella diversità di vedute su diversi temi per dare al Paese un’opportunità alternativa all’estrema destra. L’invio di armi all’Ucraina è un tema su cui non la pensiamo allo stesso modo, anche se il dibatto interno al Pd c’è. Zelensky, anche legittimamente, continua a chiedere più armi, più mezzi, più missili, più carrarmati, più tutto. A cosa può portare questo infinito armamento se non a prolungare infinitamente il conflitto? Oggi l’aggressione russa all’Ucraina produce distruzione e dolore per il popolo ucraino, ma domani se continua l’escalation si potrebbe determinare una catastrofe per tutta l’Europa senza ritorno.

 

- Da che prospettiva guarda il congresso del Pd? In buona sostanza quali temi dovrebbero prevalere?

 

Non spetta a me entrare nelle questioni interne ad un altro partito. Mi auguro solo che si parli di lavoro, di giustizia climatica, di giustizia ambientale.

 

- Bonaccini ha detto che vorrebbe replicare l’esperienza in Regione proponendo un’alleanza con Calenda e Fratoianni. Riuscireste a stare insieme?

 

Le alleanze non si fanno sui nomi ma su visioni politiche, programmatiche e su argomenti concreti. Ci sono situazioni in cui si è trovata una quadra e altre dove non si è aperta nemmeno la discussione. Dire a priori cosa succederà in ambito nazionale tra mesi o anni non sarebbe serio né sensato. 

 

- I benzinai scioperano, l’accise non è stata tolta dal governo. Cosa avrebbe fatto lei?

 

Il Governo Meloni ha scelto di eliminare lo sconto sulle accise dei carburanti. Dico “ha scelto” non per caso. Non è vero che non c’erano i fondi, semplicemente non si è voluto andare a prenderli. Mi spiego meglio: le compagnie energetiche hanno fatto decine di miliardi di extraprofitti speculando sul caro energia. Bastava tassare con decisione quegli extraprofitti e lo sconto sulle accise poteva andare avanti ancora per mesi. Oppure: ottantamila persone detengono un patrimonio superiore ai 5 milioni di euro. Una tassa patrimoniale del 2% solo su di loro avrebbe portato allo Stato 28 miliardi. Con quei soldi si potrebbe continuare lo sconto sulle accise, finanziare la sanità pubblica, potenziare il reddito di cittadinanza e così via. È una questione di scelte. Quando poi si sono accorti che la scelta fatta era impopolare hanno dato la colpa ai benzinai. L’ho trovato patetico. È il solito modo che ha la destra di scaricare sui più fragili le proprie responsabilità. 

 

- In un contesto politico in cui la scena è dominata dal centrodestra, provi a dire qualcosa di sinistra

 

Mi permetto di rivendicare che noi qualcosa di sinistra lo abbiamo sempre detto. Se mette “Fratoianni” su Google credo che troverà solo cose di sinistra. Ma se vuole possiamo ripartire dalle basi e quindi le dico: salario minimo di 10 euro all’ora per tutte e tutti, reintroduzione dell’articolo 18, potenziamento di scuola e sanità pubbliche, mezzi di trasporto gratuiti, transizione energetica vera, guerra senza quartiere all’evasione, patrimoniale. 

 

- Cosa pensa dell’autonomia differenziata?

 

Diceva Don Milani che non c’è ingiustizia più grande di far parti uguali tra diseguali. L’autonomia differenziata fa anche peggio: dà di più a chi ha di più e di meno a chi ha di meno. Con questa idea di autonomia differenziata verrebbe meno l’idea stessa di paese. Per dirla con uno slogan: verrebbero istituzionalizzate le diseguaglianze. Ovviamente ci opporremo in tutto e per tutto al disegno “spacca Italia”.

 

- É stato arrestato Matteo Messina Denaro. La vicenda lascia tante ombre attorno allo scudo che ha avuto il mafioso latitante per 30 anni. Dunque la mafia è uno stile di vita?

 

La mafia non è uno stile di vita per milioni di persone oneste che lavorano con sacrificio e che sognano un’Italia diversa. Badi bene, non è una questione della provincia di Trapani o siciliana. Messina Denaro a quanto si apprende si è mosso liberamente in Italia e all’estero per trent’anni. Di sicuro se coperture ci sono state nella latitanza di Messina Denaro non vanno cercate solo nella sua manovalanza. C’è una parte della politica che, anche oggi, fa finta che la Mafia non esista, o peggio.

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