Gli sbarchi sono quadruplicati rispetto a un anno fa

Redazione • 28 marzo 2023

Viminale: dal primo gennaio a oggi sono 26.927 gli arrivi, nello stesso periodo dell'anno scorso erano stati 6.543 sbarcati e nel 2021 furono 6.334. Appello delle ong al governo: "Cooperiamo per una missione Ue" 

Dall'1 gennaio a oggi sono 26.927 i migranti sbarcati sulle coste italiane, il quadruplo dei 6.543 sbarcati nello stesso periodo dell'anno scorso e dei 6.334 dello stesso periodo di due anni fa. è quanto emerge dai dati (aggiornati alle 8,30 di oggi) diffusi online dal Viminale: solo negli ultimi cinque giorni sono arrivati via mare 6.564 migranti, con picchi di 2.814 il 24 marzo e 2.007 il 25 marzo.


Con riferimento alle nazionalità dichiarate al momento dello sbarco, il 13,6% proviene dalla Costa d'Avorio, l'11,8% dalla Guinea, il 7,3% dal Pakistan, il 7% dal Bangladesh, il 6,8% dalla Tunisia. Quest'anno i minori stranieri non accompagnati sbarcati sono ad oggi 2.641: nell'intero 2022 erano stati 14.044.


La scorsa notte nel porto di Roccella Jonica, nella Locride sono sbarcati 650 migranti. I profughi, di nazionalità egiziana, sono in maggioranza uomini, tra cui un gruppo di minorenni. Secondo quanto appreso, hanno risalito il mare Jonio a bordo di un grosso moto pesca d'altura, attraccando autonomamente alla banchina del porto della Locride. Il gruppo, tenuto conto degli sbarchi ormai quotidiani, è stato temporaneamente ricoverato nella palestra comunale in attesa dei controlli di salute e amministrativa.


"Vi rivolgiamo, con tutta l'umiltà possibile, un appello che nasce dal profondo della nostra coscienza: basta guerra alle Ong, alle navi del soccorso civile. Cooperiamo per salvare in mare piu' vite possibili". Lo scrive in una lettera aperta al governo italiano Mediterranea Saving Humans, che gestisce le missioni della nave del soccorso civile "Mare Jonio", battente bandiera italiana.


"Produciamo un'azione sinergica - si legge ancora - davanti a questo imperativo - salvare! - che possa indurre l'Unione Europea ad uscire dalla sua latitanza su questo tema, e a mettere in campo una missione coordinata di soccorso in vista di una estate che si preannuncia terribile dal punto di vista dei rischi in mare. Vi preghiamo di voler mettere davanti a tutto, posizioni politiche, strategie di lungo respiro, nemicità nei nostri confronti, il bene supremo del soccorso verso chi non ha colpe e chiede il nostro aiuto. Vi preghiamo di onorare fino in fondo la storia di questo paese, della sua tradizione millenaria di accoglienza e immigrazione. Togliere mezzi disponibili e utilizzabili per i soccorsi in mare, equivale in questo momento a condannare a morte centinaia di persone".


Mediterranea afferma che "delegare alla sedicente 'guardia costiera libica' il controllo della zona SAR più grande del Mediterraneo, non metterà al sicuro le persone che tentano di fuggire da quell'inferno. Sapete meglio di noi che la Libia non è un 'place of safety', e che ogni loro 'soccorso', quando accade, equivale in realtà a una cattura e a una deportazione in un luogo dove la violazione dei diritti umani è sistematica e terribile. Cio' avviene in spregio alla Convenzione di Ginevra sui profughi e rifugiati".


Quanto alla Tunisia, invece, "pensare che la crisi che sta affrontando e dopo l'incitamento razzista di Saied contro i rifugiati subsahariani possa 'salvare' qualcuno che da li' fugge terrorizzato, non è plausibile. Sommessamente vi ricordiamo che tutti coloro che saranno riportati indietro in questi paesi, se non vengono uccisi prima, tenteranno di nuovo, ingrassando le grandi mafie del traffico di esseri umani. Vi chiediamo dunque, come previsto per altro dal Piano Sar Nazionale, di coordinare una grande azione che coinvolga i mezzi militari e civili, per affrontare come farebbe un grande paese questa strage annunciata e continua. Prima si salva, poi si discute".

Sull'emergenza è intervenuto stamattina l ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, questa mattina a Trieste a margine di un incontro presso il gazebo della Lega Nord assieme al ministro Giorgetti. "E' l'Italia sotto attacco, non le Ong", ha detto il ministro. "Se ci sono dichiarazioni della Guardia costiera piuttosto che della Marina che sono corpi orgoglio dello Stato che lamentano che il lavoro viene ostacolato - ha precisato Salvini - va preso in considerazione. Ma il problema sono i trafficanti e gli scafisti non altri". Non le Ong? "Se le ong complicano il lavoro dei nostri marinai sicuramente il problema si pone". "Sicuramente - ha aggiunto Salvini - l'immigrazione non può essere regolata da organismi privati finanziati da paesi stranieri. Questo è poco ma sicuro".

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