DOMANI CONVEGNO a Pomigliano d'Arco: "GIOVANI E SALUTE MENTALE" un'emergenza da non sottovalutare
"I giovani e la salute mentale". Conoscere per normalizzare l'accesso alle cure, normalizzare per non stigmatizzare, non stigmatizzare per prevenire e curare senza paura né pregiudizio. Conoscere per potersi affidare, affidarsi per poter guarire.

La salute mentale dei giovani non è più un tabù, ma un’emergenza che reclama risposte concrete. Mentre il mondo celebra il progresso tecnologico, in taluni casi fortunatamente anche di supporto alla scienza (come nel caso dell'utilizzo dell'informatica avanzata applicata alla fisica nel campo della ricerca medico-scientifica oppure in quello dell'ingegneria applicata alla robotica per la realizzazione di dispositivi protesici atti a supplire e migliorare la deambulazione di parti del corpo compromesse); una setticemia silenziosa flagella le nuove generazioni: disturbi mentali, dipendenze e fragilità emotive stanno raggiungendo livelli sempre più allarmanti. A Pomigliano d’Arco, l’Assessorato alle Politiche Sociali e il giornale web lavoceimpertinente.it rispondono con il convegno “I GIOVANI E LA SALUTE MENTALE: cosa dobbiamo sapere, cosa c’è da fare”, in programma domani, 4 luglio 2025, alle ore 17:00 presso l’Aula Consiliare in Piazza Municipio, 1. Un appuntamento che promette di accendere i riflettori su un focolaio di crisi che dilaga a macchia d'olio e che troppo spesso viene sottovalutato.
Un quadro preoccupante
I numeri parlano chiaro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 1 giovane su 5 convive con un disturbo mentale, mentre in Italia il 10% degli under 25 ha dichiarato episodi di ansia o depressione negli ultimi anni. Ma le statistiche più inquietanti emergono da altri dati: i decessi per overdose sono passati da 282 nel 2019 a 637 nel 2021, con un’impennata legata al fentanyl, da non sottovalutare è anche il dato che ci consegna un incremento di decessi dovuti all'uso di cocaina mentre le morti correlate all'abuso di alcool sono salite del 38% durante la pandemia, specialmente in aree rurali e tra le comunità più vulnerabili. Il 70% di chi necessita di cure psichiatriche accede ai servizi prima dei 18 anni, un segnale che la crisi esplode nell’adolescenza. Aggiungiamo i disturbi alimentari – anoressia e bulimia colpiscono il 3% delle ragazze tra i 13 e i 19 anni, spesso legati a una pericolosa tendenza all’autopunizione – e il bullismo, che secondo ISTAT affligge il 15% degli studenti italiani, sia nella forma tradizionale che in quella digitale. L’abuso dei social media, con il 92% dei giovani che supera le due ore giornaliere di screen time, contribuisce ad alimentare depressione, insonnia e disturbi dell’attenzione, in particolare tra gli adolescenti. Il vaso di Pandora si riempie di pattume mentre l'anima implode su se stessa.
Post-COVID: una crisi amplificata o un problema strutturale?
La pandemia da COVID-19 ha agito da catalizzatore, ma è davvero l’unica causa? Gli esperti concordano che il virus abbia amplificato vulnerabilità preesistenti, radicate in dinamiche sociali e familiari. La non solidità delle famiglie è un fattore cruciale: il 21% dei giovani ha vissuto con genitori affetti da problemi di salute mentale e/o dipendenze durante la pandemia, un dato che evidenzia l’impatto dell’anaffettività e della mancanza di supporto emotivo. Parallelamente, l’isolamento sociale e la perdita di reti comunitarie hanno lasciato un vuoto, mentre l’iperconnessione digitale ha esposto i ragazzi a contenuti tossici, dalle sfide autodistruttive ai modelli irraggiungibili di potere, bellezza e successo.
A fronte di un alto tasso di alfabetismo digitale – i giovani padroneggiano tecnologie complesse con disinvoltura – emerge un bassissimo tasso di alfabetismo emotivo. Questa dicotomia è al centro del dibattito: se da un lato la rete offre strumenti di apprendimento, dall’altro priva i ragazzi delle competenze per gestire in modo funzionale emozioni e relazioni, aprendo un subdolo varco allo sviluppo di dipendenze e crisi identitarie. Dal punto di vista sociologico, Zygmunt Bauman parlerebbe di una “modernità liquida”, un mondo privo di certezze che disorienta i giovani. Filosoficamente, il nichilismo digitale rischia di svuotare di significato le loro esistenze. Scientificamente, studi dimostrano come droghe, alcol e social media alterino i livelli di dopamina, favorendo il sorgere di comportamenti autolesionisti. Pedagogicamente, la scuola, indebolita dai lockdown ha cercato di compensare come poteva, attraverso l'introduzione della FAD, il proprio ruolo istituzionale di guida senza però poter offrire un luogo fisico sicuro, lontano da potenziali dinamiche disfunzionali delle famiglie di appartenenza, e che potesse fungere da ancoraggio per gli studenti più a rischio.
Il ruolo della politica e della società
Cosa può fare la politica? Gli esperti al convegno suggeriranno investimenti in prevenzione, con campagne educative sull’alfabetismo emotivo fin dalla scuola primaria, e il potenziamento dei servizi psichiatrici territoriali, ancora insufficienti.
Occorrono regolamentazioni per limitare l’esposizione a contenuti dannosi sui social, disciplinare la sempre più presente pratica dello scriteriato sharenting (diffusosi largamente anche in Italia) e politiche di supporto alle famiglie fragili, spesso lasciate sole. Ma la responsabilità non è solo delle istituzioni: comunità, associazioni e famiglie devono collaborare per ricostruire reti di sostegno.
Un evento da non perdere
Il convegno vedrà la partecipazione di autorevoli esperti. Apriranno i saluti istituzionali il Dott. Raffaele Russo, Sindaco di Pomigliano d’Arco, e la Dott.ssa Gelsomina Romano, Dirigente Servizi Sociali del Comune. A moderare sarà il giornalista Felice Massimo De Falco. Tra i relatori spicca il Prof. Andrea Fiorillo, Presidente della Società Europea di Psichiatria e Ordinario all’Università Vanvitelli, autore di oltre 300 studi, che analizzerà cause e soluzioni. Completano il panel l’On. Annarita Patriarca (Parlamentare e Segretaria di Presidenza), il Dott. Pasquale Saviano (Direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Napoli 3 Sud), la Dott.ssa Elma Sgueglia (Neuropsichiatra infantile presso Università Federico II Napoli), la Dott.ssa Carla Boccia (Direttrice Unità Operativa Salute Mentale ASL Napoli 3 Sud), la Dott.ssa Rossella De Angelis (Psicoterapeuta Associazione dei Litografi Vesuviani) e il Dott. Antonio Fiorino Bonamico (Psichiatra Università Vanvitelli). L’evento, a ingresso libero, è un invito a istituzioni, associazioni e cittadini a unirsi per il futuro dei giovani.

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