Legamento crociato anteriore: funzioni, lesioni e cura

Iazzetta Giuseppe • 16 settembre 2022

Riabilitazione

Tra le tante componenti del ginocchio, sia statiche che dinamiche, troviamo uno dei legamenti più importanti che è il legamento crociato anteriore. Esso trae origine dal lato esterno del condilo femorale laterale e attraversando la gola intercondiloidea si inserisce sul margine mediale della tibia. Ha una funzione importantissima che è quella di fungere da stabilizzatore dinamico del ginocchio in flessione, ove limita l'anteriorizzazione o meglio la traslazione della tibia in avanti con il conseguente scivolamento all'indietro dei menischi, e viceversa lavora sinergicamente con il legamento crociato posteriore nei movimenti di estensione del ginocchio, dove esso si rilascia dando al legamento crociato posteriore il ruolo di stabilizzatore dell'estensione e di freno dei condili femorali e della tibia all'indietro. Perchè ve ne parlo? Rappresenta insieme alle lesioni meniscali, forse la causa più comune di infortunio traumatico del ginocchio soprattutto negli sportivi e in coloro che lavorano incessantemente con movimenti ripetuti di flesso-estensione del ginocchio. Nella traumatologia ortopedica e sportiva, le lesioni del legamento crociato anteriore si verificano frequentemente per fenomeni di iperflessione del ginocchio ad alta velocità o anche per conseguenti fenomeni degenerativi artrosici che provocano lesioni strutturali del legamento soprattutto nelle porzioni inserzionali, con conseguente degenerazione o assottigliamento dello stesso legamento crociato anteriore. Altre possibili cause di malfunzionamento del legamento crociato anteriore possono essere fenomeni legati ad instabilità del ginocchio legati ad altre strutture che fungono da stabilizzatori del ginocchio, ad esempio menischi , tendine rotuleo, cartilagine e muscoli, che a loro volta usura il legamento in quanto anch'esso non lavora più bene. Ricordo che il ginocchio è un'articolazione, la cui stabilità è determinata da una perfetta coerenza di funzionamento di stabilizzatori statici(ossa e legamenti) e dinamici(muscoli e menischi). Il malfunzionamento o la degenerazione di uno di essi, può portare a lesioni invalidanti, che si acuiscono col passare del tempo. Tornando al nostro crociato anteriore, passo in rassegna le possibilità di cura, che in caso di rottura sono prettamente chirurgiche. Resta solo da decidere insieme al chirurgo ortopedico, le possibilità di nuovo impianto. Un trapianto di legamento crociato anteriore, prevede la possibilità di utilizzare come opzione chirurgica un prelievo da tendine rotuleo o da uno dei tendini della zampa d'oca, un'area posta nella porzione posteriore del ginocchio, semimembranoso o gracile. Entrambe le opzioni chirurgiche, ce n'è un'altra di cui vi parlerò successivamente, prevedono dei vantaggi e degli svantaggi. Nel caso di prelievo da tendine rotuleo, vi è una forte componente votata al rinforzo con un tendine autologo tra i più forti e resistenti dell'intero corpo umano. Questa scelta dà grossi vantaggi in termini di ripresa, in quanto la riabilitazione dovrebbe essere più precoce e funzionale al recupero del range articolare e della forza muscolare. Ricordo che un'operazione al ginocchio, spesse volte determina una riduzione in pochi giorni del 40% del trofismo muscolare e conseguentemente una difficoltà maggiore a riprendere il normale tono e forza muscolare. Gli svantaggi del prelievo da tendine rotuleo, sono da attribuirsi ad una possibile dolorabilità in sede di estrazione ed una concreta possibilità in termini di sviluppo di dolore femoro-rotuleo in seguito al trapianto. Il prelievo da zampa d'oca, cioè da semitendinoso e gracile, dà meno problemi in questo senso, anche se c'è da prestare maggiore attenzione riguardo i tempi e le modalità riabilitative dove si allungano i tempi di recupero almeno nella prima fase, in quanto questo tipo di innesto prevede un maggior tempo di latenza dovuto all'attecchimento del nuovo tendine nella zona inserzionale. Vi parlo di un'ulteriore tecnica, da me personalmente sperimentata, nel senso stretto della riabilitazione, che è quella dell'impiego dei LARS, legamenti sintetici a cui viene successivamente adeso delle cellule staminali, su cui si sviluppa un neolegamento biologico. I Lars, oltre ad offrire il vantaggio di non dover effettuare nessun prelievo autologo da altre sedi anatomiche, danno un grosso vantaggi anche in termini di ripresa e quindi di attività riabilitativa, in quanto offrono quasi nell'immediato confortanti sicurezze in termini di attecchimento dell'impianto, durevolezza ed elasticità. La riabilitazione prevede un graduale recupero del rom articolare, a cui si associano esercizi di recupero della forza muscolare e della propriocettività, cioè della sensibilizzazione dell'articolazione al contatto col suolo e allo svolgersi delle normali attività quotidiane. In ogni caso tutte e tre le opzioni chirurgiche offrono solide basi scientifiche e ampie garanzie in termini di recupero e normale funzionamento dell'articolazione.

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