Pomigliano e il traffico, un gravoso problema da risolvere

Francesco Cristiani • 4 maggio 2023

In un quadro desolante e sconfortane del genere, prendersela con l’ultimo anello della catena, quello dei lavoratori-tutori dell’ordine, sarebbe però un grave errore di obbiettivo. Il problema merita di essere affrontato innanzitutto a livello di programmazione politica amministrativa, fissando obbiettivi qualificati e verificandone l’attuazione. Sicuramente questa è una delle prime cose che la nuova amministrazione dovrá fare, quando si insedierá dopo le elezioni.

È un fatto sotto gli occhi di tutti: in certi orari, a Pomigliano il traffico è diventato più infernale che Napoli. Attraversare la cittá è un vero e proprio incubo, per percorrere via Roma o via Passariello possono essere necessari anche più di quindici minuti. La situazione poi diventa assolutamente insostenibile negli orari di entrata e uscita delle scuole, quando il codice della strada subisce una vera e propria sospensione.


Quello del traffico impazzito è probabilmente il principale elemento che degrada la vivibilitá della nostra cittá, che invece per diversi altri aspetti raggiunge livelli più che accettabili. Il problema è decisamente peggiorato negli ultimi anni, mentre fino a qualche tempo fa tutto sommato la situazione era piuttosto sotto controllo. Ma oggigiorno non è più sostenibile una situazione del genere, che definire disastrosa è finanche generoso.


Innanzitutto il fenomeno della sosta selvaggia rappresenta un vero e proprio sport di massa, a Pomigliano. Nelle zone del centro è raro che le strisce pedonali non siano occupate da veicoli. Come pure i passi carrabili, che non vengono rispettati quasi da nessuno. Altro fenomeno diffuso è quello dei furgoni dei corrieri che, con la scusa che tanto è solo per pochi minuti, praticamente non conoscono regole. Ma è pur vero che, se volessero parcheggiare regolarmente, dovrebbero girare a vuoto per ore, prima di trovare un posto libero per poter fare la consegna. Allora va a finire che fanno un po' come vogliono, ogni spazio diventa buono per fermare il proprio mezzo quanto più vicino all’indirizzo del destinatario. Una immunitá di fatto.


Altro punto dolente è lo scarico delle merci. Non esistono regole, i camion dei rifornimenti si fermano anche in doppia fila, per il tempo a loro necessario, senza che nessuno batta ciglia o muova rilievi. La libertá per loro è massima.

In questo quadro, a chi ci vive sempre o a chi ci passa solo, Pomigliano da l’impressione di un luogo abbandonato a se stesso, dove alla guida dell’auto ognuno può fare il suo comodo. Alcune scene poi finiscono per essere quasi divertenti, come quella di qualche macchina da autoscuola che abitualmente resta parcheggiata in sosta vietata: un bell’esempio di scuola.


L’azione di contrasto all’incivilitá stradale è evidentemente scarsa, spesso anche contraddittoria. Ci sono luoghi costantemente assediati dalle auto in sosta vietata, dove il fenomeno viene tollerato praticamente sempre, anche se improvvisamente può accadere che un bel giorno in quel tratto stradale fiocchino le multe. Ma un po' come la rondine che non fa primavera, azioni del genere non generano comportamenti virtuosi, proprio per la loro estemporaneitá. Senza contare che davvero resta incomprensibile quali siano i criteri logici per cui una strada abbandonata a se stessa per settimane intere, una tantum sia colpita dalla penna sanzionatoria dell’autoritá preposta.


In un quadro desolante e sconfortane del genere, prendersela con l’ultimo anello della catena, quello dei lavoratori-tutori dell’ordine, sarebbe però un grave errore di obbiettivo. Il problema merita di essere affrontato innanzitutto a livello di programmazione politica amministrativa, fissando obbiettivi qualificati e verificandone l’attuazione. Sicuramente questa è una delle prime cose che la nuova amministrazione dovrá fare, quando si insedierá dopo le elezioni.


Perché Pomigliano non merita di restare in questo stato desolante, consegnata com’è in mano a una minoranza di incivili che quotidianamente la degrada e mortifica. Le risorse umane ci sono, le dotazioni di mezzi anche, si tratta solo di saperle validamente indirizzare e dirigere. Non c’è perciò nessun motivo per non aspettarsi un radicale cambiamento di rotta, dopo le elezioni. La cittá da troppo tempo aspetta di riscattarsi, rispetto a questa attuale immagine di luogo dell’anarchia stradale tollerata.


di Francesco Cristiani

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