Una giornata a Pontida con Francesco Urraro
Una giornata a Pontida con Francesco Urraro

Il raduno nazionale della Lega nella massima coesione in un momento di grande impegno e responsabilità. In questi anni la Lega ha fornito un importante contributo per cambiare l’Italia, renderla un Paese più moderno, sicuro, a misura di famiglia, con al centro il lavoro. Ha difeso i confini, supportato gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, le partite Iva e tutti coloro che creano ogni giorno occupazione e ricchezza, chiedendo allo Stato solo di poter lavorare senza avere continuamente i bastoni tra le ruote. Un grande impegno per evitare che il Covid fermasse del tutto la nostra economia, per garantire adeguato sostegno ai redditi, defiscalizzazioni e aiuti concreti alle categorie più penalizzate. È stata scongiurata una riforma del catasto che avrebbe avuto una ricaduta negativa sulle imposte per la casa, bene primario da tutelare.
È stato accompagnato il Paese con grande senso di responsabilità nella ripartenza, ma ci aspetta da Pontida ancora tanto lavoro per tornare al vertice delle classifiche mondiali per ricchezza, sviluppo, crescita e modernità.
La sfida, messa nero su bianco nel programma elettorale, è quella di voler essere aderenti alla realtà, consapevoli di ciò che si può effettivamente realizzare.
Ma non può mancare la visione di una scena ideale per “L’Italia che vogliamo” che spinge a gettare il cuore oltre l’ostacolo, a trovare soluzioni di lungo termine per il bene del Paese e il benessere dei suoi cittadini: questo è il fine ultimo della Politica!
Il programma illustrato nel raduno nazionale non sarà perciò un “libro dei sogni” o di facili promesse suggestionanti, ma un insieme di obiettivi chiari, concreti, sostenibili e fedeli all’impostazione che la Lega ha sempre dato alla sua azione politica, da realizzare in un progetto di legislatura.
Ogni proposta non può prescindere dall’attuale scenario internazionale: pandemia, guerra in Ucraina, instabilità internazionale, crisi delle materie prime e delle filiere di produzione internazionali. A ciò fanno seguito le ricadute sul piano economico e sociale interno: inflazione, perdita di potere di acquisto, tassazione eccessiva che non rende competitiva la nostra economia su scala globale, percezione di insicurezza legata a una ripresa dei flussi migratori e crisi energetica.
L’Italia ha un problema culturale e gestionale che si può riassumere in una semplice formula “Pensiero corto, azione lenta”. Il primo è l’incapacità di dare una vera strategia di medio e lungo periodo al nostro Paese, in tutti i settori di attività.
La seconda è la snervante complessità e, appunto, la cronica lentezza decisionale della nostra Pubblica Amministrazione. Tante norme, tante procedure, tante contraddizioni e conseguenti “interpretazioni”, che si traducono in una sostanziale inerzia amministrativa del Paese. Un Paese che, da almeno vent’anni, ha smesso di crescere, paralizzato dalla propria stessa complessità “barocca” di funzionamento.
ll primo obiettivo da porsi, dunque, è cambiare mentalità e passo: non più un’Italia che pensa corto e agisce lentamente, ma al contrario un Paese che pensa lungo e agisce velocemente.
Quando nel 2018 la Lega si presentò alle elezioni con il suo programma di Governo, il Paese usciva da un 2017 di crescita moderata, all’1,7%, che aveva riportato il Pil reale a 1704 miliardi, immediatamente sopra il livello del 2003, pari a 1699 miliardi (fonte: Fmi). Quattro anni dopo, nel 2022, le previsioni a metà anno sono ancora caratterizzate da una discreta incertezza. Il Fmi nell’aggiornamento di luglio prevede per l’anno una crescita del 3%, che porterebbe il Pil del 2022 a 1727 miliardi, appena sotto il dato pre-pandemico di 1729 miliardi nel 2019.

Purtroppo no, perché questo risultato, se verrà raggiunto, sarà comunque inferiore del 3,7% al massimo storico prima della crisi finanziaria globale (pari a 1795 miliardi nel 2007), e sarà molto vicino al valore del Pil nel 2004, pari a 1724 miliardi.
Proprio così: il Pil del 2022, se tutto andrà bene, sarà pari a quello di 18 anni fa! Quasi una generazione di crescita e di prosperità è andata perduta, sotto l’urto prima della crisi finanziaria globale, poi dell’austerità, e, da ultimo, della pandemia. Nella storia del nostro Paese non si era mai verificato nulla di simile. Ciò’ che è emerso è la necessità di ripartire proprio dal lavoro della Lega nel tempo , dalle proposte di legge depositate in Parlamento, dalle battaglie storiche come quella sul contrasto all’immigrazione irregolare, l’attuazione della riforma sull’autonomia differenziata, la tutela della sicurezza, il diritto alla pensione, la difesa dei lavoratori autonomi, dei “piccoli” e di tutti coloro che non hanno alcuna tutela e rischiano ogni giorno del proprio per garantire sviluppo e lavoro.
Nessuno deve restare indietro, tutti devono avere diritto alla piena realizzazione di sé e delle proprie aspettative di vita all’interno della società.
Per questo motivo l’attenzione è rivolta anche ai soggetti più fragili, ai disabili, agli anziani, che dovranno essere giustamente supportati come dimostrato di saper fare. È infatti grazie alla Lega che è stato dedicato un Ministero al mondo della Disabi- lità, grazie al quale è stato aumentato l’assegno unico e incrementato il fondo per il sostegno ai disabili. E poi la tutela della famiglia, che va difesa e valorizzata come pilastro fondante della società e generatore di futuro per il Paese, la promozione dello sport come “medicina preventiva” (sempre grazie alla Lega, l’Italia ospiterà le Olimpiadi invernali del 2026), il supporto al terzo settore, parte integrante del sistema sociale di aiuto ai territori e ancora un nuovo paradigma per la scuola, con soluzioni di vera inclusione, con modalità di apprendimento più esperienziali e coinvolgenti in grado di valorizzare le singole attitudini e i talenti dei nostri giovani.

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