A.Barbano: "L'Antimafia è un inganno". Ecco il suo nuovo libro

Felice Massimo De Falco • 29 gennaio 2023

Intervista ad Alessandro Barbano: "L'Antimafia è un inganno". Ecco il suo nuovo libro

Una storia giudiziaria del nostro paese, in un’indagine senza sconti che solleva il velo sulle contraddizioni della lotta alla mafia, tra sprechi, pregiudizi dannosi ed errori clamorosi. Un viaggio drammatico al cuore di un sistema invasivo e dispotico, che si è insinuato nella democrazia in nome di una retorica dell’emergenza, cancellando le differenze tra eccezione e ordinario, tra rispetto delle istituzioni e abuso di potere.

«Il Codice antimafia è il grimaldello per scardinare la porta già traballante dello Stato di diritto e mettere l’intera società sotto tutela giudiziaria»


 Una potente macchina di dolore umano non giustificato e non giustificabile, che adopera un diritto dei cattivi introdotto «dopo l’Unità d’Italia per combattere i briganti, usato a piene mani dal fascismo per perseguitare i dissidenti, ignorato dai repubblicani» e riportato in auge dai moderni paladini della giustizia. È questa oggi l’Antimafia, un sistema dove l’eccezione diventa regola e l’emergenza permanente è l’altare sul quale sacrificare la libertà in nome della lotta al crimine. Così confische e sequestri colpiscono migliaia di cittadini e imprenditori mai processati, o piuttosto assolti. Così sentenze anticipano leggi, pene crescono al diminuire dei reati e una falsa retorica professa l’idea che il rovesciamento dello Stato di diritto sia necessario alla vittoria sulla malavita.


È un’illusione o, peggio ancora, un inganno, sostiene Alessandro Barbano, che in questo libro svela «gli abusi, gli sprechi, i lutti e l’inquinamento civile perpetrati da un apparato burocratico, giudiziario, politico e affaristico cresciuto a dismisura e fuori da ogni controllo di legalità e di merito». Come un virus che infetta ogni cellula, la menzogna di una legislazione antimafia che tutti i paesi del mondo vorrebbero imitare e l’intimidazione nei confronti di chi si azzarda a criticarla dilagano incontrastate. Per indebolire questo potere senza freni, che ha tradito il compito assegnatogli dalla democrazia, bisogna revocare la delega che una politica miope ha fatto alla magistratura e che alcune procure hanno trasformato in una leva per mettere la società sotto tutela. Oggi più che mai è necessario tornare a un diritto penale basato su fatti e prove, estirpare il peccato originale del sospetto, definire univocamente il confine fra lecito e illecito. Solo così si può capire che cos’è la mafia. E combatterla davvero. Fonte Ibs.it


Direttore Barbano, dopo “Troppi diritti” arriva un libro sferzante, “L’Inganno”, una crociata contro l’Antimafia. Ma da chi e da cosa siamo stati ingannati?

 

Siamo stati ingannati politicamente da una macchina dell’emergenza costruita 40 anni fa per combattere la mafia e che poi ha finito per diventare una struttura burocratica parassitaria, corporativa che assiste e nutre una quantità di poteri e categorie interessate al mantenimento dell’emergenza. Le democrazie fragili sviluppano spesso anticorpi che anziché attaccare solo il nemico attaccano anche l’organismo che le ha prodotte. E’ un po' come è accaduto con l’antimafia, uno strumento importante che ha dato anche risultati ma che poi si è trasformato finendo per imporre alla democrazia italiana l’emergenzialismo che risponde più alle categorie che vi partecipano che alla lotta alla mafia. L’antimafia oggi comprime i diritti individuali, le garanzie del processo, oltre il limite che una democrazia può tollerare.

 

Qualcuno li definiva i professionisti dell’antimafia

 

Essi sono le categorie di magistrati, di prefetti, di giornalisti, di amministratori giudiziari, di espressione del volontariato che vivono della retorica dell’antimafia, ma non combattono la mafia. Questa è la distorsione che si è prodotta nel nostro Paese. Io propongo di rendere chirurgici gli strumenti di lotta alla mafia e di smontare tutto il sistema burocratico e giudiziario che attorno all’antimafia si è prodotto e che fa molti danni all’economia e alla società, come per esempio il sistema di prevenzione, i sequestri adottati sottraendo risorse a decine di imprenditori mandandoli sul lastrico.

Cosa è stata la lotta alla mafia negli ultimi decenni?

 

C’è una lotta alla mafia come quella che ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro fatta di rigore investigativo certosino e c’è una lotta alla mafia fatta di strumenti invasivi, non chirurgici che danneggia l’economia e la società.

 

Lei dice che la magistratura vuole mettere sotto il suo dominio gli altri potere dello Stato. Così salta lo Stato di diritto?

 

La magistratura ha ricevuto una delega dalla politica e ha forzato i rapporti tra poteri, non è casuale che la legislazione antimafia è stata anticipata da sentenze della giurisprudenza  e codificata supinamente dal legislatore, cioè dalla politica. Questa inversione di ruoli tra magistratura e potere legislativo è lo specchio della distorsione democratica del nostro Paese. Il risultato è nefasto.

Lei chiama l’antimafia “una potente macchina di dolore umano”. Ci sono episodi in cui essa si è dimostrata tale?

 

Io nel libro racconto molti episodi di dolore umano, come per esempio imprenditori mandati sul lastrico attraverso l’ergastolo ostativo delle interdittive comminate dai prefetti sulla base di sospetti, racconto storie di sindaci arrestati dove le giunte sono cadute e poi assolti, racconto retate con centinaia di arresti che poi si sono concluse con condanne che non superavano il 30, il 20 talvolta il 10 per cento degli indagati. Ci sono tanti casi che non si possono più chiamare errori giudiziari, perché questi vengono risarciti ma qui non paga nessuno. Aggiungo che gli errori giudiziari dovrebbero essere un numero limitato rispetto ai casi d’efficienza: quando tu arresti 100 persone e ne condanni 10 non si può dire che i 90 rappresentino un’errore giudiziario. Questa è l’ordinarietà di un sistema fuori controllo.

 

Berlusconi ingaggiò con la magistratura una guerra civile ventennale, perdendo. Questo governo farà lo stesso dopo le parole del ministro Nordio?

 

Il ministro Nordio ha annunciato una quantità di riforme importanti su di un tema come quello della giustizia molto forte su cui sono calate parole pretestuose sulle intercettazioni. Il ministro non ha mai detto di voler eliminare le intercettazioni. Staremo a vedere le la maggioranza sosterrà queste riforme accettando di mettersi contro i poteri forti che il partito dell’antimafia esprime e contro buona parte della comunicazione pubblica votata al giustizialismo. Io mi auguro che questo governo abbia la forza che Berlusconi non ebbe nel proseguire nel progetto di riforma della giustizia.

 

 

Clicca qui per visualizzare tutti i dettagli e le statistiche del sito web

Share

Tutti gli articoli

Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Autore: Marianna Marra 3 luglio 2025
"I giovani e la salute mentale". Conoscere per normalizzare l'accesso alle cure, normalizzare per non stigmatizzare, non stigmatizzare per prevenire e curare senza paura né pregiudizio. Conoscere per potersi affidare, affidarsi per poter guarire.
Autore: Marianna Marra 2 luglio 2025
Salvatore Rosolino, la sua leggerezza come lascito di libertà e testimonianza di immortalità.
Autore: Iazzetta Giuseppe 26 maggio 2025
La cura del verde e il suo risvolto psicofisico
Autore: Iazzetta giuseppe 25 maggio 2025
Capitolo 1
Autore: Marianna Marra 19 maggio 2025
Marianna Marra : "Gennaro Regina discende da una famiglia di editori d’arte e librai antiquari dal 1880, custode di quel cordone ombelicale a tre vasi che tutt'ora gli consente un prolifico scambio di sangue con la sua terra madre adorna di storia e di simbologie ".
Autore: Felice Massimo De Falco 16 maggio 2025
La resilienza di Alessia è una sintassi fluida, fatta di un sé che agisce, di sorrisi che trasformano, di una comunità che accoglie, di pause che creano, di una malattia che insegna. È una lingua che rifiuta la fretta e abbraccia la connessione, che trova bellezza nel ritmo lento di un sorriso condiviso. In Ritratti a viva voce, celebrato l'11 maggio 2025 a San Quirico d’Orcia, Alessia è una strofa di un poema collettivo, una donna che, con ogni risata, ricorda al mondo che la resilienza non è solo sopravvivere: è vivere, amare e costruire, un sorriso alla volta.
16 maggio 2025
Il progetto si pone come baluardo contro quella che le promotrici descrivono come una deriva culturale, morale e sociale, proponendo una presenza femminile che coniughi fermezza e cura. «Donne di Destra è un invito a tutte le donne a impegnarsi attivamente, non per occupare spazi di potere, ma per costruire una politica che guardi al futuro senza dimenticare le nostre radici», affermano le quattro fondatrici, evidenziando il ruolo della donna come custode di valori e tradizioni.
Autore: Iazzetta 13 maggio 2025
A due giornate dal termine, si rincorrono i sogni tra dubbi e passione del popolo partenopeo, sempre pronto a sostenere ed osannare i loro amati beniamini. In una stagione tra alti e bassi in cui sembra essersi ritrovata la calma, la serenità e il temperamento visto con intensità nella stagione di "spallettiana" memoria. Quest'anno, tutto sembra possibile, l'ammiccamento al quarto scudetto è avvenuto con successo e il sogno di tanti giovani partenopei e di correre in strada a festeggiare cucito al petto il quarto scudetto napoletano. I sacrifici tanti, ci sono stati, il gioco di Mister Conte ha prodotto ottimi risultati, sebbene qualche lacuna in termini di intensità e di cinismo si sia evidenziata più volte nell'arco della stagione, non ultimo il pareggio di Genoa, in cui la squadra pur producendo un ottimo gioco, si è fatta raggiungere ben due volte. Resta importante mantenere la calma , in questo finale di stagione e tirare fuori gli artigli, lasciar andar via le pressioni e le paure, usare la tenacia e la regolarità che ha contraddistinto i nostri beniamini.
Autore: Mario Sorrentino 12 maggio 2025
Educare alla consapevolezza della sessualità significa rendere più consapevoli i ragazzi rispetto alle inevitabili implicazioni di tipo psichico e sociale che la diversità sessuale comporta.I genitori solitamente aspettano che siano i figli a rivolgere loro delle domande, a loro volta i ragazzi, spesso faticano a fare tali domande per l’imbarazzo che potrebbe comportare. La paura di essere giudicati o di porre quesiti “sbagliati” induce i giovani adolescenti, e non solo, a non confrontarsi né con le figure adulte di riferimento (genitori, insegnanti) né con i pari; i ragazzi e le ragazze cercano le risposte ai loro quesiti sui social, su Internet o su qualche blog spesso gestito da altri pari. Tutto questo genera risposte poco precise ma soprattutto non sempre o non del tutto corrette, con il rischio di diffondere false credenze e aspettative errate sulla sfera sessuale, emotiva e relazionale.
Altri post