Basta parole straniere nelle istituzioni. Intervista a Fabio Rampelli
Il testo, presentato dall'On. Fabio Rampelli (FdI) e altri venti deputati del partito, mira a sanzionare con multe da 5 mila a 100 mila euro l'abuso di forestierismi, non solo negli atti pubblici ma anche nei contratti di lavoro. Regole simili sono già in vigore in Francia e Spagna. Rampelli:" E’ indispensabile fare quello che hanno fatto altre nazioni europee, mettere la lingua italiana in Costituzione. Se togliamo i paesi anglofoni, i paesi multilingue come Svezia e Finlandia, le altre nazioni hanno intrapreso questa battaglia di salvaguardia della lingua-madre. E’ urgente inserire la lingua italiana in Costituzione e siamo in ritardo, dall’abbattimento del Muro di Berlino sino all’avvento della globalizzazione. Oggi le lingue-madri sono a rischio, noi siamo più strutturati rispetto agli altri per ragioni profonde storiche e culturali, una nazione robusta con 60 milioni di abitanti. Immaginiamo le nazioni con cifre molto minori quanto soccomberanno se non metteranno un argine".

"Una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro". è quanto rischierà - secondo una proposta di legge presentata a Montecitorio dall'esponente di Fdi, Fabio Rampelli, con la firma di una ventina di deputati del suo partito - chi continuerà a macchiarsi di 'forestierismo' linguistico, ovvero ad utilizzare termini non della lingua italiana innanzitutto nella pubblica amministrazione.
Il vicepresidente della Camera da tempo porta avanti la battaglia contro l'utilizzo di termini stranieri. Fdi ha anche presentato a novembre un ddl a palazzo Madama (firmatario il senatore Menia) per 'costituzionalizzarè l'italiano come la lingua ufficiale della Repubblica. Lo stesso Rampelli aveva annunciato qualche mese fa l'intenzione di affiancare alla proposta di legge costituzionale una ordinaria che per obbligare tutte le amministrazioni partecipate dallo Stato a utilizzare l'italiano. Anche nelle scorse legislature l'esponente di Fratelli d'Italia aveva presentato dei testi per salvaguardare la lingua italiana e istituire un 'Consiglio superiorè contro l'abuso di lingue straniere.
Ecco il dettaglio della proposta di legge
- Articolo 1: "La Repubblica garantisce l'uso della lingua italiana in tutti i rapporti tra la pubblica amministrazione e il cittadino nonchè in ogni sede giurisdizionale".
- Articolo 2: "La lingua italiana è obbligatoria per la promozione e la fruizione di beni e di servizi pubblici nel territorio nazionale". Ovvero gli enti pubblici e privati "sono tenuti a presentare" in lingua italiana qualsiasi documentazione "relativa ai beni materiali e immateriali prodotti e distribuiti sul territorio nazionale". E ogni informazione presente in un luogo pubblico "ovvero derivante da fondi pubblici" deve essere trasmessa in lingua italiana.
- Articolo 3: Inoltre, per ogni manifestazione, conferenza o riunione pubblica organizzata nel territorio italiano è obbligatorio "l'utilizzo di strumenti di traduzione" per garantire "la perfetta comprensione in lingua italiana dei contenuti dell'evento".
- Articolo 4: "Chiunque ricopre cariche" all'interno delle istituzioni italiane, della pubblica amministrazione, di società a maggioranza pubblica e di fondazioni "è tenuto" alla conoscenza e alla padronanza scritta e orale della lingua italiana, "le sigle e le denominazioni delle funzioni ricoperte nelle aziende che operano nel territorio nazionale" devono essere in lingua italiana. E anche i "regolamenti interni delle imprese che operano nel territorio nazionale" devono essere redatti in lingua italiana.
- Con l'articolo 5 si punta a modificare l'articolo 1346 del codice civile, ovvero diventa obbligatorio l'utilizzo della lingua italiana nei contratti di lavoro: "Il contratto deve essere stipulato nella lingua italiana".
- L'articolo 6 della pdl prevede che negli istituti scolastici di ogni ordine e grado e nelle università pubbliche italiane "le offerte formative non specificamente rivolte all'apprendimento delle lingue straniere devono essere in lingua italiana".
- Con l'articolo 7 si istituisce presso il ministero della cultura "il Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana nel territorio nazionale e all'estero": sarà presieduto da rappresentanti dell'Accademia della Crusca, della società Dante Alighieri, dell'istituto Treccani, del ministero degli affari esteri, del ministero dell'istruzione e del merito, dell'università e della ricerca, del dipartimento per l'editoria della presidenza del Consiglio e della Rai. Dovranno promuovere "la conoscenza delle strutture grammaticali e lessicali della lingua italiana", l'uso "corretto della lingua italiana e della sua pronunzia" nelle scuole, nei mezzi di comunicazione, nel commercio e nella pubblicità; l'insegnamento della lingua italiana nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università; "l'arricchimento della lingua italiana allo scopo primario di mettere a disposizione dei cittadini termini idonei a esprimere tutte le nozioni del mondo contemporaneo, favorendo la presenza della lingua italiana nelle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione"; nell'ambito delle amministrazioni pubbliche "forme di espressione linguistica semplici, efficaci e immediatamente comprensibili, al fine di agevolare e di rendere chiara la comunicazione con i cittadini anche attraverso strumenti informatici".
- L'articolo 8 tratta il tema delle sanzioni: "La violazione degli obblighi di cui alla presente legge comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro".
Abbiamo intervistato il promotore, l'on. Fabio Rampelli
On.Rampelli perché una legge che elimina le parole straniere dalla pubblica amministrazione?
Semplicemente perché siamo in Italia e le istituzioni italiane devono parlare nella lingua madre. In modo particolare, è indispensabile che le leggi che stabiliscono diritti e doveri dei cittadini vengano comprese da tutti, c’è un diritto alla comprensione che è più importante ancora del diritto alla difesa della lingua italiana. Anche i soggetti non istruiti, quelli che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi, che hanno la quinta elementare o la terza media, hanno il diritto di capire il linguaggio delle istituzioni
Eppure molte volte gli inglesismi sintetizzano al meglio concetti che se espressi in italiano sono lunghi
Se esistono dei vocaboli in lingua straniera non traducibili e che per questo motivo entrano nel gergo comune e fanno il loro ingresso nel dizionario della lingua italiana vanno utilizzati banalmente, viceversa, se esistono dei termini corrispettivi in lingua italiana occorre utilizzarli
È una congiura contro le lingue straniere?
Non c’è nessuna congiura contro le lingue straniere, più lingue si studiano e si parlano e meglio è perché significa avere la possibilità di muoversi con maggiore libertà per tutte le nazioni del mondo, ma questo non c’è nulla con la battaglia per difendere la lingua italiana che, ribadisco, ha due contenuti fondamentali: il diritto alla comprensione dei linguaggi adoperati dagli enti pubblici e privati da parte dei cittadini che non conoscono le lingua straniere ed è un fatto democratico, poi c’è la difesa di una lingua che è stata velocemente infiltrata da forestierismi, rischia nel corso di qualche secolo di estinguersi
Vuole fare come in Francia, dove esigono che si parli la loro lingua?
No, non pretendo che i cittadini parlino la lingua italiana, ognuno parla la lingua che vuole, pretendo solo che le istituzioni italiane parlino italiano, al netto di quegli enti che si rivolgono ai mercati esteri o alle relazioni diplomatiche
Come intende valorizzare l’italiano nella PA?
Non si capisce perché le istituzioni debbano poter fare abuso di foresterismi, è un atteggiamento inappropriato anche per una piccola nazione. Noi abbiamo una cultura che ci viene riconosciuta ad ogni latitudine geografica e non ci consente di essere provinciali rispetto agli altri. Per fare i fighetti o esser ben accolti dobbiamo infilare una parola in inglese ogni 4 frasi. Credo che la valorizzazione della lingua italiana passa dal lavoro che le industrie culturali fanno nel Paese, come la RAI. La smettano di farsi infiltrare da lingue straniere.


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