Gli Usa, la Russia e i disastri del relativismo

Francesco Cristiani • 1 aprile 2023

Proviamo a fare un gioco. Un piccolo scherzo un pó impertinente, come siamo noi che scriviamo qui. Ci sono un russo, un americano e un tedesco. E c’entrano tutti, pochi e nessuno.

Proviamo a fare un gioco. Un piccolo scherzo un pó impertinente, come siamo noi che scriviamo qui.

Ci sono un russo, un americano e un tedesco. E c’entrano tutti, pochi e nessuno.

Partiamo dal russo. Immaginiamo che Putin, ora che è ricercato e rischia l’arresto se dovesse mettere piede fuori dal suo paese, per reazione facesse una legge che autorizzi l’invasione dell’Olanda, dove ha sede la Corte Penale Internazionale che ha spiccato il mandato.

Che criminale guerrafondaio! Lo penseremmo tutti.


Ebbene, una legge del genere giá esiste. Solo, non in Russia. È stata voluta da un presidente americano, George Bush senior, nel 2022. Essa, nel ribadire che gli Stati Uniti non riconoscono la Corte dell’Aja, dispone che è autorizzato l’uso della forza per il rilascio di qualunque americano detenuto su richiesta di quella Corte. Quando fu varata, nell’ambito della normativa antiterrorismo, nel 2002, qualche testata americana ironizzò, qualche organizzazione internazionale la criticò. Alla fine, ben pochi.


E veniamo al tedesco. Che purtroppo è morto, da poco più di un anno. Si chiamava Joseph, ma era più conosciuto come Benedictus. Aveva tanti amici, ma un grande nemico, il relativismo, che “non genera libertá, ma instabilitá, smarrimento, conformismo alle mode del momento”. Il suo lavoro era fare il papa, lo sentivano in tanti ma non lo ascoltava nessuno.


di Francesco Cristiani

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