GUA SHA: UN 'ANTICA TECNICA DI MASSAGGIO ORIENTALE

IAZZETTA GIUSEPPE • 21 agosto 2022

EFFETTI DEL TRATTAMETO E CONTRINDICAZIONI

Ricollegandomi ad un precedente articolo in cui si parlava di cupping o coppettazione è doveroso integrare il precedente articolo con un'altra millenaria pratica appartenente all'antica medicina tradizionale cinese il cui effetto terapeutico è al vaglio continuo della medicina convenzionale. Il "gua sha" o "strofinare con il calore", è una tecnica di massaggio da annoverare in quelle tecniche di medicina complementare integrativa che si utilizzano per trattare quelle condizioni in cui si verifica una stasi prolungata del sangue, dolore e/o infiammazione. Lo "scraping" o frizionamento tipico della tecnica, è utilizzato per creare delle "petecchie" ed ecchimosi transitorie per un "presunto" effetto terapeutico. IL termine presunto è da prendere con le molle, ma alcuni studi pubblicati in letteratura medica, dimostrerebbero che il principio di raschiamento adottato dalla tecnica con pietre dentellate, provocherebbe effetti immediati sull'aumento della circolazione sanguigna e della perfusione dell'area trattata dando dei benefici in termini di diminuzione della mialgia nel breve e medio termine (PMID: 17905355),  sino a visita di follow up. Cosi come per la coppettazione, il gua sha trova impiego come tecnica di medicina integrata in ambito sportivo, in quanto il massaggio frizionato sembrerebbe aumentare la perfusione muscolare e in conseguentemente le performance sportive. In letteratura troviamo a riferimento uno studio effettuato su un campione di atleti provenienti dal sollevamento pesi, nei quali il "gua sha" sembrerebbe aver ridotto la valutazione dello sforzo percepito e i livelli di CPK ( creatin-fosfo-chinasi) e di azoto ureico nel sangue (PMID: 32186106). In altre parole oltre a un vantaggio in termini di miglioramento della performance, il "gua sha" sembrerebbe favorire per cause ancora misconosciute, il recupero muscolare, abbassando i livelli di cpk e scorie azotate. Il "gua sha", sembrerebbe secondo alcuni studi medici di stampo orientale trovare un'ampia collocazione anche nell'ambito della gestione di alcune patologie ortopediche invalidanti come il low back pain, o mal di schiena cronico (PMID: 307127479) e alcune neuropatie periferiche (PMID: 31003681), dove si riscontrano miglioramenti sia in termini di gestione del dolore che in termini di miglioramento degli esiti sanitari. Uno studio ancor più approfondito, una revisione sistemica del 2019, dimostrerebbe risultati sorprendenti del "gua sha" nelle sindromi perimenopausali,  con un aumento dei livelli sierici degli ormoni luteinizzante e follicolo-stimolante. Insomma il trattamento del "gua sha" non è solo una terapia complementare da inquadrare nella vecchia accezione della medicina tradizionale cinese, ma un valido supporto per alcune patologie o sindromi muscolo-scheletriche che possono beneficiare di un valido adiuvante soprattutto nelle fasi precoci. Il "gua sha", sebbene dimostri risultati promettenti è da sconsigliare a pazienti anziani, con forte comorbilità o che facciano uso di anticoagulanti. Quindi un trattamento non per tutti, che sembra aver trovato nell'ambito della medicina complementare un posto per fornire il suo valido supporto. Come sempre il consiglio più importante è quello di affidarsi a mani esperte che abbiano certificazioni e la manualità giusta per non incorrere in problematiche secondarie che invece di essere curative, possono creare seri danni.





Share

Tutti gli articoli

Autore: Redazione 6 novembre 2025
Comunicato Stampa: LINA E LE ALTRE
Autore: Felice Massimo De Falco 3 novembre 2025
Anna Poerio Riverso non scrive una biografia: tesse un arazzo familiare dove ogni filo è un documento inedito, ogni nodo un’emozione trattenuta. Con rigore accademico e pudore affettivo, l’autrice ci guida tra lettere autografe, poesie manoscritte, atti processuali, fino a farci toccare la carta ingiallita su cui Carlo, incatenato, annotava: «La catena è pesante, ma più pesante è il silenzio di chi sa e tace». In sole 128 pagine, dense come un distillato di storia vissuta, il volume si articola in capitoli che si intrecciano come i rami di un ulivo secolare, radicato nel suolo meridionale proteso verso l’epica nazionale. Ma un solo luogo accoglie per sempre i resti di una Famiglia di Patrioti: Pomigliano d’Arco. Potremmo chiamare Pomigliano in mille modi: Stalingrado del Sud per le sue lotte operaie, città di solerti lavoratori, terra di grandi figli come il presidente della Repubblica Giovanni Leone e tanti altri. Ma quando il sole tramonta dietro il Vesuvio e il vento passa tra le croci del cimitero, Pomigliano d’Arco resta la città dei Poerio e degli Imbriani. Perché qui non è sepolto solo il loro corpo: è sepolta la parte migliore di noi.
Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Altri post