Il Diritto alla sessualità dei disabili

Mariarosaria Canzano • 26 marzo 2022

Il Diritto alla sessualità dei disabili - Attualità

Sin dall’inizio degli anni 80 si discute sull’affettività e sulla sessualità delle persone affette da disabilità, ponendo il fulcro della questione alle famiglie e agli operatori.

Tutt’oggi è difficile parlare di sessualità e disabilità in quanto tale argomento è stato a lungo trascurato sia dai professionisti che dai membri della famiglia degli stessi ragazzi, in quanto il pregiudizio e le credenze legate all’impossibilità di poter provare emozioni da parte dei disabili, hanno sempre creato atteggiamenti di negazione da parte della popolazione dei normo dotati, che una persona disabile fosse indifferente o restia a provare impulsi sessuale o attrazione fisica verso l’altro sesso.


Solo negli ultimi anni invece è stato possibile rilevare un aumento di interesse verso questo argomento aprendo nuovi spazi di riflessione nel riconoscere il diritto delle persone disabili, all’affettività e alla sessualità, preparando le famiglie e la società tutta al bisogno primordiale di normale adesione che è presente anche nella persona portatore di disabilità.

Se da un lato l’handicap rappresenta una difficoltà che una persona disabile possa incontrare nel proprio percorso di sviluppo umano, è pur vero che essi hanno bisogno di percorrere delle tappe perché possono confrontarsi all’interno della società sul tema affettività e sessualità e nonostante la società risulti ancora troppo impreparata, è importante formare tutti al pieno raggiungimento della consapevolezza del sé emozionale ed affettivo che può riguardare tutti, compreso le persone con disabilità.


Pertanto è importante spostare l’ottica del modo in cui si guarda alla sessualità e alla disabilità come mera occasione di accoppiamento sessuale o soddisfazione o necessità di soddisfare i propri bisogni relazionali ed affettivi: la sessualità riporta la persona nella sua globalità, si concepisce come componente della relazione e della comunicazione attraverso i corpi e nel momento in cui si consuma l’atto sessuale, la persona disabile si percepisce senza alcuna difficoltà e riesce talvolta a soddisfare un proprio bisogno ed un bisogno dell’altro.


Infatti in alcuni Stati europei per non permettere alle persone disabili di rinunciare alla propria sessualità, ci sono gli assistenti sessuali per persone disabili che ascoltano, cercano di capire, cercano di soddisfare e dare piacere alla persona senza paure né disagi e utilizzano modalità di approccio molto semplici. Queste figure aiutano le persone disabili a provare meno imbarazzo possibile e quindi più sicurezza nel rapportarsi con qualcuno, instaurando anche qualche relazione di tipo affettivo: il diritto alla sessualità è una necessità che non deve essere preclusa a nessuno soprattutto alle persone disabili che come le persone comunemente definite normodotati, provano impulsi e desideri perché dotati di testosterone gli uomini e di progesterone le donne.


Un sondaggio del sito disabili.com, il portale di riferimento italiano per le persone disabili, asserisce che il 77% di essi è favorevole all’assistenza sessuale. Il rispetto della libera sessualità deve comunque riguardare anche nel caso la persona diversamente abile sia attratta verso la persona dello stesso sesso e anche in questo caso l’omosessualità va accompagnata in modo sereno e consapevole, senza giudizi di valore nel rispetto dell’individuo.


Anche le persone con disabilità possono imparare a riconoscere e accettare il proprio lenta mento sessuale e la propria identità e scegliere a chi manifestare il proprio desiderio e i propri sentimenti.

In conclusione è importante tener conto che i bisogni affettivi e sessuali dei disabili si esprimono in modo diverso a secondo del loro deficit, delle proprie esperienze, delle autonomie e delle capacità cognitive, intellettive e ciò nonostante la loro difficoltà soggettiva non sempre può compromettere il loro modo di vivere la sessualità, magari cambiano le modalità di espressione.


Talvolta la maturazione sessuale di un figlio disabile, può essere vista da un genitore come l’atteso segno di guarigione ma in realtà la sessualità dei disabili come le persone normodotate non è altro che espressione di un programma biologico orientato alla riproduzione e non sempre tiene conto della possibilità di un reale scambio affettivo ed emozionale.


Share

Tutti gli articoli

Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Autore: Marianna Marra 3 luglio 2025
"I giovani e la salute mentale". Conoscere per normalizzare l'accesso alle cure, normalizzare per non stigmatizzare, non stigmatizzare per prevenire e curare senza paura né pregiudizio. Conoscere per potersi affidare, affidarsi per poter guarire.
Altri post