Intervista a Dacia Maraini: "Grave aver cacciato Draghi"

Felice Massimo De Falco • 24 agosto 2022

Intervista a Dacia Maraini: "Grave aver cacciato Draghi"

Maestra Dacia Maraini, il 25 settembre si vota. Con quale spirito si affaccia a questa occasione?


Con lo spirito che sto compiendo un diritto non un dovere noioso  come alcuni credono. Fra l’altro il non voto non ha nessun significato politico se non un semplice disinteresse nei riguardi di ciò che interessa la comunità. 

 
Si fa un gran rumore per la questione dei nominati dalle segreterie. Così si alimenta l’astensionismo?


Infatti, queste nomine risultano lontane dalla libertà di scelta dei cittadini. I quali vorrebbero votare su conoscenza personale e non su mandato di un capo.

Quanto vale l’astensionismo in Italia?


Mi pare sul 40% che è una enormità. Si tratta di egoismo e qualunquismo . E pensare che c’è gente che ha rischiato la vita per ottenere il voto. Un diritto importantissimo, una libertà democratica.


Che campagna elettorale sarà


Lo è già: una campagna rissosa, confusa e personalistica.


Come interpreta il restyling culturale di Giorgia Meloni?


Penso che Giorgia Meloni sia una donna intelligente e consapevole. Sa che se dovesse governare                  l’Italia dovrebbe uscire dalle sue strettoie ideologiche e rispondere un poco a tutto il paese.                          Purtroppo le sue idee, legittime, naturalmente, non mi convincono. Non mi convince                                    l’atteggiamento di resistenza all’Europa unita.. Non mi convince il suo atteggiamento verso gli   immigrati. Non mi convince il suo rifiuti dei diritti civili. D’altronde lei stessa si dichiara conservatrice e io sono per le riforme e per l’Europa.


 Su quali temi si vincono queste elezioni?


Secondo me sui temi chiari e coraggiosi. La riforma della scuola, della sanità, trovare un modo di fare        pagare le tasse agli italiani, occuparsi della questione idrica e del gas, Combattere la mafia, riordinare la burocrazia. 


Che scenario prevede ex post?


Non lo so. Dipende dal risultato delle elezioni. 


Calenda-Renzi è un’opzione appetibile?


Credo che abbiano fatto male a staccarsi dal corpo centrale della sinistra. Troppi personalismi.                      Troppi rancori, vendette, ritor4sioni. La gente non capisce e non va a votare.


Cosa pensa di Enrico Letta?


Penso che sia una persona perbene. Anche un politico disponibile e generoso, anche se manca sul                piano della comunicazione. E’ stato un errore gravissimo avere cacciato via Draghi. Nessuno vuole              prendersene la responsabilità. Segno che si sentono in colpa. Altrimenti l’avrebbero rivendicato. 



*Figlia dello scrittore e antropologo Fosco Maraini, Dacia Maraini nasce a Fiesole il 13 novembre 1936. La madre era la pittrice Topazia Alliata, una donna siciliana appartenente all'antica famiglia degli Alliata di Salaparuta. Oltre che scrittrice di fama, la Maraini è stata per lungo tempo al centro delle cronache anche per la sua lunga relazione con il nume tutelare della letteratura italiana del Novecento, Alberto Moravia, con cui visse dal 1962 al 1983, accompagnandolo nei suoi viaggi intorno al mondo.


Desideroso di lasciare l'Italia fascista, Fosco Maraini chiese di essere trasferito in Giappone, dove visse con la sua famiglia, tra il 1938 e il 1947, studiandogli Hainu, una popolazione in via di estinzione che viveva nell'Hokkaido. Dal 1943 al 1946, la famiglia Maraini, insieme con altri italiani, fu internata in un campo di concentramento, per essersi rifiutata di riconoscere ufficialmente il governo militare giapponese. Questo governo, infatti, nel '43 aveva fatto un patto di alleanza con l'Italia e la Germania e chiese ai coniugi Maraini di firmare l'adesione alla repubblica di Salò, cosa che appunto non fecero. Nella sua collezione di poesie "Mangiami pure", del 1978, la scrittrice racconta proprio delle atroci privazioni e sofferenze, provate in quegli anni, fortunatamente interrotti dall'arrivo degli americani.


Dopo questa infanzia particolarmente difficile la scrittrice si trasferisce prima a Bagheria, in Sicilia, e poi a Roma proseguendo gli studi ed arrangiandosi con lavori diversi: fonda insieme ad altri giovani una rivista letteraria, "Tempo di letteratura", edita da Pironti a Napoli, e comincia a collaborare con riviste quali "Nuovi Argomenti" e il "Mondo". Nel corso degli anni Sessanta, esordisce con il romanzo "La vacanza" (1962), ma comincia anche ad occuparsi di teatro fondando, insieme ad altri scrittori, il Teatro del Porcospino, in cui si rappresentano solo novità italiane, da Parise a Gadda, da Tornabuoni all'onnipresente Moravia. Lei stessa, dalla seconda metà degli anni Sessanta scriverà molti testi teatrali, tra i quali: "Maria Stuarda" (di largo successo internazionale), "Dialogo di una prostituta con un suo cliente", "Stravaganza", fino ai recenti "Veronica, meretrice e scrittora" e "Camille".


In quel travagliato 1962, fra l'altro, Moravia lascia la moglie e scrittrice Elsa Morante, per lei. Nel 1970 dirige come regista il film "L'amore coniugale", con Tomas Milian, tratto dall'omonimo romanzo di Moravia.

Tre anni più tardi nel 1973 fonda il "Teatro della Maddalena", gestito da sole donne e dove cinque anni dopo si mette in scena "Dialogo di una prostituta con un suo cliente" (tradotto in inglese e francese e rappresentato in dodici paesi diversi). Il teatro, infatti, è sempre stato per Dacia Maraini anche un luogo per informare il pubblico riguardo a specifici problemi sociali e politici.


Anche l'attività prosastica, a partire da quegli anni, sarà foriera di cospicui frutti, con romanzi con una cadenza abbastanza costante. Ricordiamo, in ordine cronologico, "L'età del malessere", "Memorie di una ladra", "Donna in guerra", "Isolina" (Premio Fregene 1985, ripubblicato nel 1992; tradotto in cinque paesi), "La lunga vita di Marianna Ucrìa" (1990, Premi: Campiello 1990; Libro dell'anno 1990; tradotto in diciotto paesi), da cui è stato tratto l'omonimo film di Roberto Faenza "Marianna Ucrìa". Un altro titolo degli anni '90 è l'importante "Voci" (1994, Premi: Vitaliano Brancati - Zafferana Etnea 1997; Città di Padova 1997; Internazionale per la Narrativa Flaiano 1997; tradotto in tre paesi).


Dal punto di vista della poesia, invece, la prima raccolta di versi, "Crudeltà all'aria aperta", è del 1966. Seguiranno: "Donne mie", "Mangiami pure", "Dimenticato di dimenticare", "Viaggiando con passo di volpe" (Premi: Mediterraneo 1992 e Città di Penne 1992), "Se amando troppo".

Nel 1980 ha scritto in collaborazione con Piera Degli Esposti, "Storia di Piera" e, nel 1986, "Il bambino Alberto". Assidua collaboratrice anche di giornali e riviste, nel 1987, ha pubblicato una parte dei suoi articoli nel volume "La bionda, la bruna e l'asino".


Ancora estremamente prolifica, viaggia attraverso il mondo partecipando a conferenze e prime dei suoi spettacoli. Attualmente risiede a Roma.


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