Juliann Assange, l'uomo che sapeva troppo

Francesco Cristiani • 21 aprile 2023

È grazie a WikiLeaks che sono venute a galla notizie a dir poco imbarazzanti, circa la disastrosa gestione della guerra in Afghanistan e l’uccisione di centinaia di civili. Anche a proposito del conflitto in Iraq, i documenti e le notizie diffuse dell’organizzazione facente capo ad Assange mostrano comportamenti, da parte dei militari USA, a dir poco crudeli e insensati, come l’uccisione di alcuni giornalisti locali mitragliati nsieme a persone comuni, da parte di due elicotteri Apache. Tutte persone innocenti, che nulla avevano fatto.

Il caso Julian Assange si presenta come molto interessante innanzitutto perché mette a nudo l’attuale subalternitá dei media occidentali rispetto al potere dei governi, svelando meccanismi oramai collaudati che, posti al servizio di chi detiene le leve del comando, consentono di mettere a tacere le voci critiche, attraverso strumenti apparentemente legali. D’altro canto, dicevano gli antichi romani, summum jus summa injuria. La massima espressione del diritto finisce per nascondere l’ingiustizia sostanziale.


Assange è il fondatore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks, che letteralmente significa fuga di notizie. Un apparato mediatico senza scopo di lucro che, utilizzando un complesso sistema di crittografia, riceve messaggi e documenti strettamente riservati, e li pubblica sul proprio sito, mantenendo l’anonimato delle fonti. WikiLeaks si avvale di una schiera di giornalisti e attivisti di ogni parte del mondo, facendo molta attenzione perché restino nell’anonimato, onde preservarne l’operativitá.


Una spina nel fianco, specialmente per il governo americano, di cui ha svelato non pochi segreti.

È grazie a WikiLeaks che sono venute a galla notizie a dir poco imbarazzanti, circa la disastrosa gestione della guerra in Afghanistan e l’uccisione di centinaia di civili. Anche a proposito del conflitto in Iraq, i documenti e le notizie diffuse dell’organizzazione facente capo ad Assange mostrano comportamenti, da parte dei militari USA, a dir poco crudeli e insensati, come l’uccisione di alcuni giornalisti locali mitragliati nsieme a persone comuni, da parte di due elicotteri Apache. Tutte persone innocenti, che nulla avevano fatto.


Assange è in galera in Inghilterra, in attesa di essere estradato negli Stati Uniti, dove lo attende un processo in cui rischia decine di anni di carcere, per aver divulgato questo materiale riservato. Nel 2010 le porte del carcere per lui si erano aperte grazie a una accusa di violenza sessuale per fatti accaduti in Svezia. Alla fine quelle accuse caddero, ma intanto Assange era stato assicurato alla giustizia inglese, in attesa della richiesta di estradizione dall’America. Da allora, era il 2019, non ha più rivisto la libertá. Vive in una cella di 8 metri quadrai, in completo isolamento.


La cosa più paradossale è che in Europa, ma soprattutto in Italia, i media parlano del caso Assange assai malvolentieri, o non ne parlano affatto. Le accuse americane contrastano fortemente con la tutela della libertá di informazione. Si, perché ciò di cui Assange è accusato non è la divulgazione di segreti militari, di spionaggio, o di diffamazione. Le notizie di WikiLeaks sono tutte originali, vere, e senza rilievo strategico. Ma sono molto scomode, perché contrastanti coi principi etici universali.


Finisce che, nella sostanziale inerzia dei media occidentali, è oggi la stampa americana, col Washinton Post in prima fila, a guidare la crociata perché le accuse siano ritirate. Anche al congresso statunitense, un gruppo di parlamentari sta chiedendo che quelle accuse cadano, richiamandosi a un emendamento alla costituzione che tutela la libertá di stampa.

Insomma, un sistema, quello americano, capace di stupire contenendo allo stesso tempo un terribile caso giudiziario di violazione di una libertá fondamentale come quella di stampa, e contemporaneamente anche il movimento di opinione che lotta contro di esso.


di Francesco Cristiani

Share

Tutti gli articoli

Autore: Marianna Marra 14 novembre 2025
L’incantesimo si è svolto in un bignami di vite vissute che hanno fatto la storia della tradizione e tuttora fanno scuola all’innovazione.
Autore: Redazione 6 novembre 2025
Comunicato Stampa: LINA E LE ALTRE
Autore: Felice Massimo De Falco 3 novembre 2025
Anna Poerio Riverso non scrive una biografia: tesse un arazzo familiare dove ogni filo è un documento inedito, ogni nodo un’emozione trattenuta. Con rigore accademico e pudore affettivo, l’autrice ci guida tra lettere autografe, poesie manoscritte, atti processuali, fino a farci toccare la carta ingiallita su cui Carlo, incatenato, annotava: «La catena è pesante, ma più pesante è il silenzio di chi sa e tace». In sole 128 pagine, dense come un distillato di storia vissuta, il volume si articola in capitoli che si intrecciano come i rami di un ulivo secolare, radicato nel suolo meridionale proteso verso l’epica nazionale. Ma un solo luogo accoglie per sempre i resti di una Famiglia di Patrioti: Pomigliano d’Arco. Potremmo chiamare Pomigliano in mille modi: Stalingrado del Sud per le sue lotte operaie, città di solerti lavoratori, terra di grandi figli come il presidente della Repubblica Giovanni Leone e tanti altri. Ma quando il sole tramonta dietro il Vesuvio e il vento passa tra le croci del cimitero, Pomigliano d’Arco resta la città dei Poerio e degli Imbriani. Perché qui non è sepolto solo il loro corpo: è sepolta la parte migliore di noi.
Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Altri post