La Cappella Imbriani Poerio, orgoglio pomiglianese

Vera Dugo Iasevoli • 4 maggio 2023

Pomigliano d’Arco può vantare di avere sul suo territorio un edificio dichiarato: Monumento Nazionale! E di ciò deve andare orgogliosa, in quanto, all’epoca, nonostante Pomigliano fosse solo un semplice e modesto paesino, pur tuttavia fu scelto dalle nobili e illustri famiglie degli Imbriani e dei Poerio, quale luogo d’affetto e d’elezione, in cui rifugiarsi e in cui abitarvi anche stabilmente per lunghi periodi.

di Vera Dugo Iasevoli

 

Pomigliano d’Arco può vantare di avere sul suo territorio un edificio dichiarato: Monumento Nazionale! E di ciò deve andare orgogliosa, in quanto, all’epoca, nonostante Pomigliano fosse solo un semplice e modesto paesino, pur tuttavia fu scelto dalle nobili e illustri famiglie degli Imbriani e dei Poerio, quale luogo d’affetto e d’elezione, in cui rifugiarsi e in cui abitarvi anche stabilmente per lunghi periodi.


Infatti, il legame con la nostra piccola comunità era nato allorquando Matteo Imbriani Juniore, incontrando la diciottenne Caterina de Falco, anch’ella appartenente ad una illustre famiglia originaria di Napoli ma trasferitasi a Pomigliano d’Arco, se ne era perdutamente innamorato e l’aveva sposata.

Dalla loro felice unione nacque Paolo Emilio che sposò Carlotta Poerio; e fu dal loro fecondo legame, che vide la luce una stirpe gloriosa di uomini illustri e di patrioti, di cui l’Italia tutta e Pomigliano, in particolare, devono andare fieri e non possono dimenticare.


Purtroppo, però, il 1860 morì la dolce e giovanissima figlia degli sposi Imbriani-Poerio; la diciottenne Caterina, che portava il nome della nonna paterna e, per darle una degna, ultima sepoltura, Paolo Emilio volle far erigere un Sepolcro di famiglia, nel cimitero di quella Pomigliano di cui, con malinconica nostalgia, ricordava nelle sue rime le calde, umide estati trascorse, sulle rive del Lagno Spirito Santo, a cogliere viole mammole.


Fu così che, il 10 ottobre 1861, fu terminata la “Cappella Imbriani Poerio”, la cui architettura è semplice e lineare nelle forme, in quanto esse ricalcano ancora quel gusto neoclassico, che aveva imperversato tra la fine del XVIII e il primo quarto del XIX secolo; la facciata del Sepolcreto reca un timpano con tetto a doppio spiovente e al centro un portale architravato, affiancato da due lesene scanalate ai lati; la Cappella si trova quasi al centro del vecchio Cimitero, di fronte alla Chiesa e, al suo interno, vi sono sepolti tutti i membri delle ormai estinte famiglie Imbriani e Poerio, delle quali restano solo alcuni lontanissimi eredi collaterali.


Le sepolture recano auliche epigrafi, molte delle quali scritte da Paolo Emilio che, oltre ad essere anche poeta, fu particolarmente versato in questo tipo di composizioni, di cui la più toccante è certamente quella a Giorgio Pio, altro suo adorato figlio, morto ventenne a Digione, per la liberazione della Francia. Inoltre, all'interno del Sepolcro, entrando sulla destra, vi è una copia in gesso della statua del grande scultore Tito Angelini: "L'angelo del dolore".


Quando Matteo Renato, l'ultimo degli Imbriani, morì senza eredi, a Pomigliano si pensò di far dichiarare "Monumento Nazionale" la Cappella in cui riposavano tre generazioni di patrioti italiani e presso la quale, fino alla prima guerra mondiale, nel giorno XX settembre di ogni anno, in ricordo della presa di Porta Pia, venivano a porgere gli onori una schiera di "repubblicani", intabarrati in ampi mantelli e con cappelli a larghe tese.


La prima petizione perchè la Cappella fosse dichiarata Monumento Nazionale partì da Pomigliano il 15 dicembre 1910, suffragata da una grande, entusiastica commemorazione, svoltasi il 5 marzo seguente, alla quale presenziò l'onorevole Mirabelli che, nell'ambito del suo lungo discorso, sottolineò come i due nomi “Imbriani e Poerio” si intrecciassero e confondessero con le pagine più gloriose del Risorgimento italiano.


Fu, infine,  con reale decreto del 23 gennaio 1930, che la tomba fudichiarata “Monumento Nazionale” e, per l’importanza che riveste, è auspicabile che questo "Sacrario di Uomini Illustri" possa essere sempre tutelato, restaurato e salvaguardato opportunamente, affinché possa conservare il decoro e la dignità che gli spettano, in quanto luogo depositario di memorie storiche locali e nazionali, da preservare e tramandare.


Share

Tutti gli articoli

Autore: Redazione 25 aprile 2025
Si è tenuto il 14 aprile, al Senato della Repubblica l'evento " La Bellezza come cura ", un'importante occasione di riflessione e confronto sul ruolo della dermocosmesi sociale nel supporto ai pazienti oncologici e alle persone in condizioni di fragilità.
Autore: Felice Massimo De Falco 25 aprile 2025
Maria Parente è un cruciverba di aspirazioni più o meno compiute, sospinta dalla bellezza, l’intelligenza e la passione..
Autore: Felice Massimo De Falco 21 aprile 2025
Ora la Chiesa è chiamata a sfide complesse: saprà guardarle in faccia o ripiegarsi nell’arida liturgia?
Autore: Felice Massimo De Falco 19 aprile 2025
Sono sere umide di primavera, e la Napoli degli “addetti ai lavori” sembra trattenere il fiato.
Autore: Marianna Marra 19 aprile 2025
"Vorrei che potessimo parlare più a lungo, ma sto per avere un vecchio amico per cena stasera".
Autore: Marianna Marra 8 aprile 2025
Tratto da “Fuochi” di Marguerite Yourcenar. Lina Sastri in Maria Maddalena - regia e drammaturgia di Lina Sastri - costumi di Lina Sastri. Sabato 12 Aprile 2025 ore 20,30 presso DOMUS ARS FONDAZIONE IL CANTO DI VIRGILIO Via Santa Chiara, 10 (NA). 
Autore: Felice Massimo De Falco 3 aprile 2025
La Notte Nazionale del Liceo Classico torna con la sua XI edizione, e il Liceo Vittorio Imbriani di Pomigliano d’Arco (Na) è pronto ad accendere i riflettori sul valore intramontabile della cultura classica.
Lina Sastri
Autore: Marianna Marra 2 marzo 2025
intervista a Lina Sastri
Autore: Felice Massimo De Falco 1 marzo 2025
Don Tonino Palmese: " Nella gran parte delle persone che incontro trovo il dramma dell'errore. Sono pochissimi quelli che appaiono "spavaldi" nel ricordare ciò che hanno commesso. Sono anni che pur accompagnandomi al mondo dei familiari delle vittime innocenti, ho constatato che anche tra i colpevoli c'è un'immensa storia di persone che da vittime "del sistema" sono poi diventati colpevoli. Ovviamente ciò non "assolve" come si farebbe con una spugna legislativa ma si deve attivare tutto il bene e il meglio possibile per riumanizzare la storia di ciascuno".
21 febbraio 2025
"Per quanto si possa prendere d’esempio qualcuno, ho sempre creduto che si impari solo dagli sbagli che tu stesso commetti".
Altri post