La favola del Superbonus, dal 110% allo 0%

Vittorio Piccolo • 31 maggio 2022

La favola del Superbonus: dal 110 per cento allo 0 per cento

Il DL 34/2020, artt.119-121, cd. superbonus 110% può certamente definirsi come la misura più incisiva ed impattante sul settore dell’edilizia privata italiana dal dopoguerra ad oggi. Anche se dapprima positivamente poi negativamente!

Mai infatti una misura normativa ha cambiato così radicalmente, e in corso d’opera, la propria struttura fino ad arrivare ad un caos totale ed a vanificare in poco tempo gli straordinari effetti che aveva prodotto.

Eppure questa misura era nata con i migliori auspici.


Con il DL “rilancio” infatti, varato in piena pandemia, il governo italiano, con grande lucidità e lungimiranza (per una volta!), aveva introdotto una misura fortemente innovativa capace di generare in un sol colpo tre straordinari effetti:

1) un grande impulso al settore dell’edilizia privata, strutturalmente già in lento declino ma che con gli effetti a lungo termine della pandemia si avviava inesorabilmente al crollo, con tutto il relativo indotto in termini occupazionali ed economici.

2) il miglioramento strutturale del parco immobiliare italiano, costruito in gran parte negli anni 70, dunque non adeguato sismicamente e giunto in molti casi a “fine vita”; in un paese ad elevato rischio sismico come l’italia in cui ad ogni terremoto, contando le vittime, ci si promette di investire in sicurezza strutturale.

3) l’efficientamento energetico degli edifici, con minori consumi e la spinta all’elettrificazione degli stessi, con un risparmio di anche oltre il 50% sulla bolletta, minori emissioni e minor impatto sull’ambiente.


Soltanto uno di questi straordinari effetti sarebbe “valso il biglietto”, e invece tre epocali cambiamenti con una sola norma. E tutto ciò con l’unanimità di consenso da parte di tutte le forze politiche, che per una volta non si sono divise accogliendo con favore la proposta dell’allora principale forza governativa, quel M5S inspirato dal sottosegretario Riccardo Fraccaro (che, non a caso, veniva dal mondo delle Esco e dei certificati bianchi).

Dunque l’Italia sul tetto del mondo, tra le prime per ripresa economica, trainata dall’edilizia, e per il rinnovamento del proprio costruito.


Un sogno. Poi l’’incubo.

Tra ottobre e novembre 2021 infatti una serie di interventi normativi, fino al famigerato DL “antifrode”, ne stravolgono il senso fino in pratica a disinnescare la misura oltre che a gettare nel caos tutti gli operatori; in particolare la novità più devastante è quella sulla trasferibilità del credito: limitato ad una cessione quando invece era stato concepito come illimitato.

Naturalmente tutti gli intermediari finanziari che, monetizzando questo credito, garantivano di fatto il funzionamento di questa misura interrompono d’un tratto ogni attività gettando nel panico cittadini ed imprenditori che avevano creduto in questa misura e che si sono trovati all’improvviso sull’orlo dell’abisso. Si è cercato poi di porre rimedio, aumentando il numero di cessioni possibili (prima due, poi tre, poi quattro), tuttavia poco è cambiato poiché la natura di questo credito è stata stravolta non potendo più essere considerato dalle banche come capitale circolante.

C’è stato inoltre il “combinato disposto” determinato dallo stop all’acquisto del credito da parte di Cassa Depositi e Prestiti ed i primi sequestri alle banche da parte di alcune Procure.


Un autentico (e tipicamente “italico”) disastro!

Già perché un tale stravolgimento ha impattato su processi complessi ed in corso, che non possono certo interrompersi d’improvviso, con il risultato di esporre irrimediabilmente i professionisti e le imprese che avevano anticipato il lavoro e che rischiano quindi di fallire per aver creduto ad una legge dello stato.

Uno stato che cambia le carte in tavola in pieno gioco!

(E menomale che tali interventi sono stati fatti dal subentrato il governo “dei migliori” con a capo “un fuoriclasse” come Draghi).


Si dirà che c’erano troppe truffe: FALSO.

Già perché le truffe ci sono state certamente, ma hanno riguardato un altro bonus: quel bonus facciate che, per come era strutturato (assenza di controlli e limiti di spesa illimitati) rendeva le truffe più facili ed invitanti della mela di Eva!

Si dirà inoltre che gli interventi in superbonus hanno fatto lievitare i prezzi e che tecnici e imprese se ne approfittano: VERO (in parte). Ma precisiamo:


I prezzi sono certamente aumentati ma ciò è dovuto proprio alla scadenza ristretta della misura; è naturale che avvenga quando si limita l’offerta all’aumentare della domanda (e non ci vuole un presidente della BCE per capirlo!).

Inoltre, è certamente vero che il costo delle ristrutturazioni in superbonus è molto più alto rispetto alle ristrutturazioni fatte prima della norma, ma sono due tipologie di intervento completamente diverse e chi soltanto le paragona dimostra, oltre a superficialità di giudizio, quantomeno di attribuire un valore nullo al miglioramento energetico, ambientale e strutturale che ne può derivare.


Troppo facile piangere le vittime dei terremoti e promettere più sicurezza e prevenzione.

Mettendo a nudo i nostri edifici (rimuovendo l’intonaco) si scopre che forse dobbiamo ritenerci anche troppo fortunati! Dopo 40-50 anni di vita, in Giappone si programma l’abbattimento e la ricostruzione degli edifici (perche consapevoli in primis del ciclo di vita del calcestruzzo); nelle nostre assemblee di condominio programmiamo invece le verniciature! Con un sano rapporto costi-benefici forse la verità sta nel mezzo, fatto sta che molti cittadini il cui condominio è oggetto di questi interventi si stanno inconsapevolmente salvando la vita poiché inconsapevoli dello stato strutturale dei propri edifici (e magari in assemblea hanno anche votato contro!). Già perché oltre agli anni di vita dell’edificio bisogna anche considerare che la qualità dei materiali e della manodopera dell’epoca lasciava spesso a desiderare oltre a non esserci un’adeguata normativa sismica.


Dal punto di vista energetico invece forse solo ora ci si rende conto dell’importanza della diversificazione delle fonti di approvvigionamento e dunque delle energie rinnovabili, oltre al tema della sostenibilità ambientale. Un intervento in superbonus ben progettato può far risparmiare ben oltre il 50% della bolletta energetica: meno consumi, meno inquinamento, più potere d'acquisto alle famiglie.

Inoltre, forse ammaliati dal Reddito di Cittadinanza, ci si dimentica di tutto l’indotto per lo stato generato dall’edilizia in termini di occupazione, moltiplicazione e circolazione della ricchezza.


L’edilizia infatti è uno di quei pochi settori “reali” (diversi cioè da quelli finanziari) che crea vera ricchezza, moltiplicandola e trasferendola a vari stakeholder, mettendo quindi in circolo denaro.

Dunque, in definitiva, si può dire che il “superbonus 110%”, per effetti positivi, è certamente stata una delle misure migliori dal dopoguerra ad oggi ed è singolare che rischi invece di trasformarsi come una trappola per imprenditori, tecnici e cittadini che avevano creduto in una norma e nella serietà dello stato salvo poi trovarsi esposti e, dopo aver pianificato energie e risorse, ritrovarsi sull’orlo del fallimento.

 

 

 

 

 

 

Vittorio Piccolo

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