La scuola e l'intelligenza artificiale

Mario Sorrentino • 7 marzo 2023

La scuola e l'intelligenza artificiale

Il mondo cambia rapidamente sotto i nostri occhi:cambiano i bisogni,gusti e tendenze dei singoli e dei gruppi;cambia il lavoro e cambiano i modi di eseguirlo.Come può la società adeguarsi a tali sviluppi e trasformazioni?Qual è il modello di scuola che bisogna costruire al passo coi tempi?

Nell’organizzazione della societa’ la scuola ha soprattutto il compito della "discendenza" culturale, cioe' della trasmissione e conservazione del passato.

 Il secondo compito della scuola e’ preparare i giovani alla societa’ in cui vivranno, in modo che essi siano prima di tutto in grado di capire quella societa’ e poi di contribuire al suo cambiamento.


Se il cambiamento nella societa’ e nella cultura e’ lento, la scuola puo’ svolgere entrambi i compiti in modo armonico e senza troppi problemi. Questo e’ quello che e’ successo fino ad oggi.

Le cose si complicano se il cambiamento sociale e culturale e’ rapido. Se diventa veramente veloce, i due compiti della scuola entrano in contrasto tra loro. La scuola trasmette la cultura del passato (per definizione quello che si trasmette e’ il passato) ma, facendo questo, finisce per non preparare i giovani a vivere nella societa’ in cui vivranno da adulti. La societa’ in cui i giovani vivranno da adulti sara’ diversa dalla societa’ di adesso e, ancora di piu’, da quella del passato, anche recente, e richiedera’ comportamenti, conoscenze e valori diversi da quelli della cultura del passato.Un’aula di cento anni fa è molto simile a quella odierna infatti,la scuola cosi’ come la conosciamo e’ prima di tutto un edificio, le aule, le classi di alunni, le lezioni, gli insegnanti, i libri, i compiti, le interrogazioni, gli esami. Tutta questa struttura e’ messa in questione dalle nuove tecnologie.


 Una delle conseguenze piu’ importanti delle nuove tecnologie digitali basate sull’Intelligenza Artificiale (AI) e’ che esse rendono possibile l’apprendimento flessibile. Con le nuove tecnologie, almeno in teoria, si puo’ apprendere in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni modo, su ogni argomento e chiunque puo’ apprendere. La scuola non solo non permette l’apprendimento flessibile, ma e’ fatta in modo tale che e’ sostanzialmente incompatibile con l’apprendimento flessibile. Percio’ l’apprendimento flessibile reso possibile dalle nuove tecnologie rappresenta una sfida per la scuola e una spinta forte al suo cambiamento.

 La capacita’ delle nuove tecnologie di realizzare un apprendimento flessibile contrasta con la rigidita’ fisica e organizzativa della scuola, una rigidita’ che aveva un senso quando le uniche tecnologie disponibili erano la comunicazione faccia a faccia tra esseri umani, i libri, la lavagna e il gesso, e poco altro.


Se le nuove tecnologie realizzeranno le loro potenzialita’ di apprendimento flessibile, almeno due elementi portanti della vecchia struttura della scuola saranno esposti a trasformazioni radicali: da un lato, l’edificio stesso della scuola (ad esempio le aule) e il suo modo di funzionare (classi, corsi, programmi, lezioni), dall’altro, gli insegnanti.

La scuola come struttura anche fisica potrebbe trasformarsi in una "casa dell’apprendimento flessibile", luogo aperto (ventiquattro ore su ventiquattro?) avente la funzione di permettere l’apprendimento flessibile come l’abbiamo definito. Oppure la scuola potrebbe essere affiancata da "case dell’apprendimento flessibile", magari ricavate da una trasformazione delle biblioteche/mediateche pubbliche, e potrebbe coordinare la sua funzione di educazione con quella di queste "case dell’apprendimento flessibile".

Al giorno d’oggi gli insegnanti non possono più essere considerati i soli detentori del sapere.Oggi, certamente, gli sviluppi tecnologici sono in grado di fornire agli insegnanti strumenti per poter risultare più efficaci di quanto lo potessero essere anche solo pochi anni fa.

Gli strumenti di intelligenza artificiale possono aiutare e, nella realtà, già aiutano a rendere le aule più accessibili, soprattutto per chi parla una lingua differente o per chi ha disabilità visive o uditive.

Presentation Translator, per fare un esempio, è un plug-in gratuito per PowerPoint in grado di generare sottotitoli in tempo reale (in una lingua a scelta) riportando ciò che sta dicendo chi sta presentando.


La creazione di “contenuti intelligenti”, da guide digitalizzate dei libri di testo a strumenti digitali personalizzabili di apprendimento, viene già utilizzata a tutti i livelli, dalle scuole elementari a contesti professionali e aziendali.

Lo sviluppo di piattaforme e agenti conversazionali (bot,chatbot ) permetterà la creazione di scenari in cui la formazione sarà costantemente supportata da interazioni simili a quelle che sperimentiamo tra esseri umani, aumentando collaborazione e produttività. Si tratta della stessa evoluzione di cui abbiamo beneficiato con i call center quando sono passati da essere gestiti da persone, utilizzabili in orario d’ufficio, a quando sono diventati utilizzabili 24 ore al giorno, simultaneamente da tutti i possibili fruitori.


Gli insegnanti dovranno imparare a rapportarsi a questi assistenti virtuali, in grado di creare percorsi di studio personalizzati, per poter permettere a ciascuno di imparare al proprio ritmo e secondo le proprie caratteristiche.

Se, forse, la più grande sfida per gli insegnanti sarà quella di non aver timore della tecnologia, nei prossimi anni sarà fondamentale che la scuola non solo utilizzi l’intelligenza artificiale  e quanto può essere utile al migliorare l’educazione e il percorso formativo dei giovani; ma educhi anche le nuove generazioni a conoscerne il funzionamento di base e a come si potrà lavorare e convivere con essa.


La crisi della scuola è la crisi della cultura o di un certo modo di intenderla. Se è vero, però, che l’educazione - intesa come emancipazione degli individui - si allontana dalle necessità del funzionamento economico, dalle leggi oggettive del divenire storico (Marx), allora si aprono inedite e creative possibilità che essa torni a essere libera di poter diventare, come sosteneva Dewey, la più importante forza del cambiamento sociale. In questa prospettiva il sapere professionale deve necessariamente arricchirsi e ampliarsi.
L’acquisizione di nuove competenze disciplinari, relazionali, comunicative diventa una necessità per contribuire a formare cittadini consapevoli, in grado di reggere le sfide della complessità.

 

 

 

 di Mario Sorrentino, già dirigente scolastico

 

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