Pomigliano, se dalla crisi nascesse un Laboratorio-bis? Un ircocervo

redazione • 7 marzo 2023

Pomigliano, se dalla crisi nascesse un Laboratorio-bis?

Parliamoci chiaro: negli ultimi mesi anche le persone che avevano creduto con più vigore al laboratorio Del Mastro-De Falco-Riccio manifestavano una certa delusione per l’andamento dell’amministrazione. È un dato di fatto emotivo difficile da contraddire.


Tuttavia, le modalità con cui è finita questa esperienza hanno avuto l’effetto paradossale di risvegliare l’anima di un pezzo dell’elettorato “laboratoriale”, che si era piuttosto rassegnato a concludere mestamente la consiliatura e a lasciare la città in mano al centrodestra. Insomma le dimissioni notarili, che nelle intenzioni degli animatori dovevano sancire un dato di fatto, hanno posto, per la famosa legge dell’eterogenesi dei fini, le condizioni per la nascita di un laboratorio-bis. Le varie anime del Pd-non-Riccio, la sinistra di Rinascita, la sinistra ambientalista, il Movimento cinque stelle si trovano quasi costrette ad aprire un dialogo, persino in fretta e senza eccedere nei veti.


E quasi costrette a ripetere il “mood” della campagna 2020: costruire un fronte contro i “soliti noti”, secondo la definizione data da PER, la nuova formazione politica che si presenterà per la prima volta a Pomigliano. Magari con l’accortezza, stavolta, di individuare un candidato a sindaco che metta insieme entrambi gli aspetti: una (anche relativa) novità e un senso di sostanziale affidabilità amministrativa. Un laboratorio-bis rivisitato, aggiustato e, magari, “pragmatizzato”. La prima iniziativa per riattizzare il fuoco sotto la cenere del laboratorio l’ha presa l’area riformista di Liberato De Falco ed Enzo Rea, anche alla luce dello stallo totale del Pd e delle lentezze organizzative del nuovo M5s. Cogliendone una potenzialità: la possibile attrattività anche verso formazione di centro, liberali e moderate come Azione che potrebbero restare chiuse dalla tenaglia di Riccio e Lello Russo.


Sarebbe folle anche solo pensare di ereditare per intero i voti del primo laboratorio (11.664 al primo turno, 10.433 al secondo). E tuttavia, in quadro che si annuncia molto frammentato anche salvarne dalla metà in su potrebbe voler dire garanzia di ballottaggio. La campagna elettorale di un fronte sì composto non sarebbe poi così complicata come sembra: le “zavorre” dell’amministrazione uscente sono in un altro campo, i limiti dell’azione dell’ex sindaco Del Mastro sono ben visibili e non nascosti, alcune idealità della giunta uscente potrebbero essere riprese, i temi caldi della vita cittadina vanno ripresi tra le mani con valutazioni politiche che facciano buona sintesi tra valori saldi e principio di realtà

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