La terza parte dell'intervista a Michele Magnani - a cura di Marianna Marra

Marianna Marra • 16 novembre 2024

Michele Magnani: "Nel momento in cui non vivi la tua unicità, quando questa viene forzata, da un qualche fattore esterno, e vivi una personalità che non ti appartiene, quando violentiamo quello che è il nostro io cercando di essere qualcun'altro solo per compiacere chi abbiamo vicino. A volte ci sono relazioni tossiche che non sono soltanto d’amore sono, anche, di amicizia o familiari, oppure lavorative; ci possono essere delle situazioni che vanno a permeare, quelle che sono le nostre piccole certezze, e ci trasportano, e ci trasmutano in un qualcosa che non ci appartiene quella, non è più etica, questa, se vista personalmente; poi l'etica deve essere sempre, posso dirti, persona centrica, non deve essere mai il contrario, non sono i prodotti al centro, ma sono le persone al centro, dobbiamo usare un prodotto perché ci fa stare bene e non perché dobbiamo usarlo, ci sono delle frasi che possono essere, un poco, la chiave di questa domanda così complessa”.

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Ideata e a cura di Marianna Marra

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Oggi siamo entusiasti di essere nuovamente in compagnia del Global Senior Artist di MAC Cosmetics Michele Magnani per il terzo appuntamento della nostra intervista.

 

Ci eravamo lasciati affrontando, tra gli altri, il tema della “riqualificazione al lavoro” dei detenuti all’interno delle carceri, e portando alla vostra attenzione, alcune delle iniziative solidali che MAC compie (anche grazie al ricavato della vendita del rossetto Viva Glam che potete trovare disponile tutto l’anno in tutti i Mac store). Continua dunque la nostra stream of consciouness con l’uomo e con il professionista, buona lettura.

 

- Michele ci siamo lasciati, nella seconda parte della nostra intervista, chiacchierando con te anche del rapporto che hai con la tua di immagine. Mi piacerebbe chiederti:

Quando secondo te l’estetica smette di essere etica?


Questa è molto importante. Nel momento in cui non vivi la tua unicità, quando questa viene forzata, da un qualche fattore esterno, e vivi una personalità che non ti appartiene, quando violentiamo quello che è il nostro io cercando di essere qualcun altro solo per compiacere chi abbiamo vicino. A volte ci sono relazioni tossiche che non sono soltanto d’amore sono, anche, di amicizia o familiari, oppure lavorative; ci possono essere delle situazioni che vanno a permeare, quelle che sono le nostre piccole certezze, e ci trasportano, e ci trasmutano in un qualcosa che non ci appartiene quella, non è più etica, questa, se vista personalmente; poi l'etica deve essere sempre, posso dirti persona centrica, non deve essere mai il contrario, non sono i prodotti al centro, ma sono le persone al centro. Dobbiamo usare un prodotto perché ci fa stare bene e non perché dobbiamo usarlo, ci sono delle frasi che possono essere, un poco, la chiave di questa domanda così complessa”.

 

- Ti va di condividere con noi un tuo ricordo felice?


“Ne ho un cassetto pieno di ricordi felici, anche professionali, però, tra i più felici c’è lo stare con Gianluca, a guardare la televisione, e il nostro piccolo cane, di 7 mesi, sdraiato tra di noi; questa è la cosa che mi ripaga di tutto, anche di quello che, a volte, la vita mi ha tolto".

 

- Che bambino sei stato e che adulto senti di essere diventato?


“Un bambino molto fragile, sensibile, impaurito, ma gioioso, e giocoso allo stesso tempo, molto creativo. L’uomo che sono diventato è un bambino cresciuto, che non ha mai voluto smettere di essere, anche, un poco bambino, e che grazie a quegli occhi, che ancora riescono a provare meraviglia, riesce a superare anche i momenti più bui, e gli ostacoli, che la vita ti propone quotidianamente. Per questo, spero, di non smettere mai di stupirmi”.


- Cosa riesce a renderti felice oggi?


“La famiglia, gli amici, le piccole cose, una cena fatta in terrazza, bere un bicchiere di vino in compagnia, il parlare di sé stessi, e non soltanto, di lavoro; il parlare della vita e sentirmi ascoltato e riuscire ad ascoltare”.

 

- Non ti chiedo di fare nomi, perché non lo trovo elegante, ma posso chiederti un numero: quanti “sassolini” nelle scarpe hai in sospeso da volerti togliere?


“Io non ne ho tanti, i sassolini dalle scarpe me li tolgo via via, chiaramente ho le mie difficoltà, le mie paure ancora oggi, non vivo una vita perfetta però ecco, quando posso, credo, con grande educazione, e questa la devo e la dedico alla mia nonna, dico quello che penso; è difficile vedermi aggressivo evito, sempre, le cose aggressive e gli scontri, ma non rinuncio a dire quello che penso; perché poi convivere con il rammaricarsi delle cose taciute, e con i piccoli dolori, ti distrae non solo dal bello che puoi vedere della vita, ma anche dalla possibilità di osservare, magari, una cosa che potrebbe, forse farti male ma su cui è necessario soffermarsi; perché i dolori ti distraggono. È un poco come nella piramide di Maslow (la piramide della motivazione umana) dove, se i beni primari non ci sono, non ti puoi evolvere”.

 

- So che hai viaggiato moltissimo e vissuto in diversi posti del mondo.

Se fossi un piatto della tua terra, che piatto saresti?


“Un bicchiere di vino rosso toscano, un bel Bolgheri sicuramente, ce ne sono vari e sono uno più buono dell’altro”.


- Se fossi un’opera d’arte, una canzone, una poesia, un libro, un colore, un’emozione, cosa saresti?


“A questa non so rispondere, non è facile, ho visto talmente tanto che come si fa a racchiudere, in una cosa soltanto, quello che vorrei essere no, mi è difficile dirtelo. Ho visto la Gioconda, ho visto Basquiat al Moma di New York e che mi ha emozionato, i quadri di Modigliani, per l’uso del colore, sono tra quelli che mi commuovono di più, il mondo è troppo ricco per sceglierne una, e vorrebbe dire, non saper guardare oltre una fissazione; io non voglio fissarmi su una cosa, voglio gioire di tante”.


- Se fossi un’eccellenza dell'artigianato di una terra non tua, che cosa saresti?


“Mi fai fatto venire in mente mille momenti in un secondo, perché pensavo all’artigianato africano quando ho lavorato in Kenia, ho pensato ai mercatini hippy di San Juan a Ibiza, ho pensato al Messico; a questa non ti so rispondere però, ti posso dire, che amo moltissimo l’artigianato, perché tutto quello che è creato con le mani, ha un fascino e un'unicità, non esiste un pezzo uguale all’altro e in questo, risiede il suo valore”.


- In che modo i tuoi viaggi hanno arricchito e influenzato il tuo modo di lavorare e di porti?


“Avendo la fortuna di conoscere le persone, e ascoltarle, con le loro storie, culture, diversità; perché ogni diversità arricchisce”.


A proposito di questo mi faceva piacere ricordare, la tua recentissima partecipazione alla seconda edizione italiana dell’evento VOGUE FORCES OF FASHION, tenutosi a Roma il 26 Ottobre 2024, un meeting aggregativo tra alcuni dei più importanti protagonisti del mondo della moda. In qualità di Global Senior Artist di MAC Cosmetics ne hai preso parte esplorando, insieme alla giornalista Susanna Owusu, l’importanza del ruolo del make-up nell'originare e integrare una visione creativa, in un percorso emozionale, a tutto tondo, nei backstage delle sfilate e nella storia di MAC negli ultimi 30 anni.


Un evento che ho voluto menzionare, oltre che per il suo prestigio, proprio perché mi permette di sottolineare anche il ruolo del make-up quale strumento di democrazia assolvendo, da sempre, alla funzione non solo di ornamento, ma soprattutto, di protezione e di espressione individuale di diverse culture e etnie.


Dalla mia Rubrica sTRUtto & parruCCO per oggi è tutto.

VI ricordo che potete seguirmi anche su Instagram cliccando qui: Marianna Marra

Ringrazio Michele Magnani per aver voluto condividere, anche oggi, parte del suo tempo e della sua vita con noi. Vi diamo appuntamento a Martedì 26 Novembre (tra 10 giorni esatti), quando “piccolo spoiler”, parleremo con Michele, tra le altre, del significato della parola perdono e del suo potere.

Potete leggere le altre parti dell'intervista cliccando: Qui per la prima parte

e cliccando: Qui per la seconda


Come sempre grazie per essere stati in nostra compagnia e restate sul pezzo iniziando a contare (-10 -9 -8). Photo credit by VOGUE

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