Lello Russo, quella rendita di autorevolezza che fa squadra

Felice Massimo De Falco • 12 aprile 2023

Autorevolezza vuol dire anche creare le basi per la crescita di una nuova classe politica, unico neo di Lello Russo forse. Le leadership troppo forti, cesaristiche, sono buone per governare ma non per fare squadra e costruire un ciclo alternativo. Questa città ha bisogno così come erba medicamentosa di una nuova classe politica, oggi eunuca, che sappia camminare sulle sue gambe senza l’imprimatur del leader ma col suo sostegno. Una classe fertile di idee, consapevole delle sue qualità di uomini e donne onesti e capaci, figlia del tempo storico nel quale viviamo e ferina nel modo opportuno. Si aprirà, ad un certo punto, una vacatio di potere che solo chi avrà imparato la lezione del buon politico potrà colmare.

Non è certo un Maiden, un cavallo che non ha vinto mai una cosa, quello designato dalla coalizione riformista composta (finora) da 10 liste, abbastanza eterogenee tra loro, per storia, per cultura, per provenienza. Con una crisi sia economica che politica che investe Pomigliano, ci voleva un cavallo di razza con una rendita di autorevolezza acclarata. D’altronde è stata il suo file rouge tessuto pezzo su pezzo a costruire la Grande Armata che si appresta a sfidare una controparte alle prese ancora con mille contraddizioni e carenza di rappresentanza.


Come Russo fa capire, saranno gli ultimi cinque anni della sua sterminata carriera in caso di vittoria, un Happy Handing del non plus ultra della politica, vuoi per tatticismo, vuoi per strategia, come la sua composta quanto calcolata renitenza a dir sempre di non essere tra i nomi per la salita a Piazza Municipio n.1. D’altronde, il buon politico è uno scafato scacchista e non muove le pedine delle mosse e delle parole a caso.


Ci troviamo in una fase storica molto delicata per la città: Covid, crisi consequenziale, crisi bellica e aumento delle tasse, hanno seppellito un mosaico di vivacità commerciale di scambi economici ed umani che proprio Lello Russo aveva contribuito a intarsiare. L’aumento delle povertà ha avuto picchi notevoli e molti commercianti stanno in piedi “per dignità morale” o perché sotto strozzo. Concausa ha voluto che al governo ci fosse una masnada di inetti, messi assieme da un grillismo ministeriale che facevano credere all’avvento di un Eldorado. Quando non si è in grado di fare politica, quando non si è figli della terra di cui si vuol prendere cura, allora la politica fagocita la verità e la rigetta. Il modo in cui è caduto Del Mastro è solo un diversivo attardato di una sfiducia che viene dalle viscere del popolo stanco di una città illaidita dal pressapochismo.


Serve autorevolezza ora, è la fase della ricostruzione dopo una calamità, e solo una fiera machiavellica dotata della pazienza di Giobbe come Lello Russo può concorrere con la sua esperienza e la sua impostazione da sherpa a dare un nuovo Umanesimo a questa città. Anche nel 2010 Lello Russo si trovò a formare una squadra un po' colorata, senza nessi ideologici, ma furono gli atti e i provvedimenti messi sul tavolo a portare al dibattito e alle scelte ponderate. Tant’è che nel 2015 vinse al primo turno. Lello Russo è per la primazia della politica sulla tecnica perché il politico ha una visione globale delle cose da fare. E’ vero, anche se la politica è cambiata, la maggior parte del “lavoro sporco” lo fanno i burocrati e devono esser anche aggiornati oggi perché la giurisprudenza emergenziale, il PNRR, i fondi comunitari, sono aree che richiedono persone preparate, senza considerare che c’è sta stabilire una filiera istituzionale con città metropolitana e Regione, dove appunto sono assiepati i fondi.


Ci si chiede speso in quale punto della storia sia Pomigliano: prima agricola, poi operaria, poi commerciale, ed ora? Con l’Industria 4. 0, il motore elettrico, l’Intelligenza artificiale, le fonti rinnovabili e tante novità derivanti dal progresso della tecnica, Pomigliano deve scegliere quale vocazione rinverdire, prendere coscienza che ha un patrimonio di opifici internazionali sul territorio e ambire a farsi interprete del Progresso, mettendo a disposizione le sue risorse umane e ideative. Ristabilire un rapporto tra città e fabbrica è il nuovo obiettivo da porsi, nel momento in cui le fabbriche sono ora molto attente al territorio.


Autorevolezza vuol dire anche creare le basi per la crescita di una nuova classe politica, unico neo di Lello Russo forse. Le leadership troppo forti, cesaristiche, sono buone per governare ma non per fare squadra e costruire un ciclo alternativo. Questa città ha bisogno così come erba medicamentosa di una nuova classe politica, oggi eunuca, che sappia camminare sulle sue gambe senza l’imprimatur del leader ma col suo sostegno. Una classe fertile di idee, consapevole delle sue qualità di uomini e donne onesti e capaci, figlia del tempo storico nel quale viviamo e ferina nel modo opportuno. Si aprirà, ad un certo punto, una vacatio di potere che solo chi avrà imparato la lezione del buon politico potrà colmare.

 

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