Lettera a mio padre - di Simona Sanseverino

Simona Sanseverino • 14 agosto 2022

Lettera a mio padre - di Simona Sanseverino

Ciao papà,

oggi dopo settimane che sei andato ho deciso di scriverti e dirti, così come ho sempre fatto quando eri con me, tutto ciò che sento. Voglio dirti che oggi so che poche cose nella vita sono dolorose come la morte di un genitore. Si papà non contraddirmi dicendo che non la pensi così, perché oggi io lo so. So che è effettivamente così… inevitabilmente papà dopo che tu sei andato via tutto è cambiato per noi, per me, per mamma, per Paco e per la piccola Beatrice. E allora te lo scrivo per dirtelo. Per dirti che sicuramente tutto questo dolore ci farà imparare tanto dalla vita e prima o poi ci farà reagire. Ma sai papà… tutti mi dicono che è naturale, la morte di un genitore è qualcosa di naturale. Ma io non lo sento naturale! Come cazzo può essere naturale questo strappo così profondo?


Così radicato, viscerale, così naturalmente forte da non riuscirlo a definire! Come può essere naturale? Perché nasciamo e tutti sappiamo di dover morire… allora è più naturale il fatto che muoia un genitore anziché un figlio… certo, certo la mente se lo spiega. Ma questo stomaco papà, questa pancia e questo cuore… no, loro non lo trovano affatto naturale! Perdonami papà se ti contraddico. Ma tanto tu sei abituato. Quante volte l’ho fatto. Tante volte per spirito di contraddizione, altre volte per la mia libertà. Però non l’ho fatto sempre. Si, eravamo d’accordo noi… spesso, quasi sempre. Eri quello che mi capiva sempre e di più! Spero di avertelo detto. Non sempre lo ricordo, ma si, te l’avrò sicuramente detto. Eravamo d’accordo noi. Questo mi dovrebbe dare più lucidità, la certezza di pensare come pensavi tu o cercare la risposta ad un consiglio in questa concordanza di pensieri che avevamo papà.


Eppure mi sento smarrita e con la paura di sbagliare. Mi sento ancora la tua bambina, quella che tu guidavi sempre con amore ed orgoglio. Eri tu quello che correva se stavo male. Eri sempre tu quello che mi calmava. Eri tu. Ma poi guardo e abbraccio Beatrice e quel tu divento io… te lo prometto, ti prometto che sarò per lei quello che tu sei stato per me. Il riferimento assoluto, la forza, il carattere, la strada… Ti penso tanto papà. Ripenso al tuo sorriso, alla tua camminata, alle tue mani nelle sopracciglia, a te a tavola che toccavi le briciole del pane, alle volte che mi arrabbiavo con te per la grappa di troppo, che poi però io ti regalavo alla prima occasione… al tuo profumo. A tutti questi anni insieme. Al mio primo giorno di scuola con te, al mio primo giorno di lavoro con te. Ai viaggi, alle partite… senti papà te lo ricordi quando avevamo appuntamento per la partita allo stadio ed io distratta dalle cuginette feci tardi? Mamma mia quella volta ti feci seriamente incazzare! Direi non solo quella volta… e ti ricordi quando finivo di lavorare e passavo a prendere il caffè da te? Sai papà io ricordo anche lo sguardo che avevi quando mi vedesti per la prima volta dopo che ti dissi di aspettare Bea. Era uno sguardo dolcissimo e felice… felice come tutte le volte che eri con lei! E ricordo la tua telefonata dopo qualche giorno che lei nacque, ero ancora in ospedale e tu alle 18 volevi venire ed io ti dissi no papà non preoccuparti va a casa tanto domattina torno… quante cose ricordo con te.


 Lavoravo a Genova tu mi raggiungevi a Genova. Lavoravo a Roma tu mi raggiungevi a Roma… ovunque io sia stata tu eri lì con me. Però voglio dirti papà che anche io sono sempre stata con te… che ti guardavo, ti ammiravo, ti stimavo, se solo ti pensavo sorridevo tutta. Il mio papà quello buono, generoso un po’ tenebroso… megalomane che aveva fatto tante cose grandi tutte per noi! E sai papà questo è sempre rimasto il mio pensiero anche nelle peggiori delle liti o nelle giornate cupe per me o per noi. Però se comincio a scrivere e ricordare non la finisco più. Chissà se esiste un altro papà così prodigo, sollecito e dedito come te… con tanti difetti, papà, ma tutti da amare! Eri un po’ pesate a volte sai? E prendevi delle fisse incredibili… sai che mi accorgo ora che anche io lo faccio? E quante te ne ho contestate? Ed oggi mi leggo addosso quello che leggevo addosso a te… che bello papà. Vedi ancora una volta mi hai calmata… Ti ho scritto, ho voluto dirti quello che sentivo e parlandoti mi sono ritrovata a sorridere! Ma ora basta perché altrimenti poi piango papà… e non posso certo racchiudere il mondo che mi hai dato in una lettera!?! Come si fa… è impossibile. Tu mi hai dato e mi hai insegnato a dare…
Però ti prego papà ora che sono calma te lo chiedo seriamente, ovunque tu sia non mi lasciare mai.


Ti amo papà per sempre

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