"Life on Mars" - La rubrica di salute mentale del Dr. Vittorio Schiavone - Parental advisor

Vittorio Schiavone • 25 giugno 2023

Uno che comanda è necessario, che sia un dittatore o un capo democraticamente eletto, perché dal primo si possono prendere le distanze e destituirlo, mentre del secondo se ne può seguire la scia. Gli esempi, che concetto démodé! Ribadisco, non gliene faccio una colpa, ma provo ad analizzare la situazione: una situazione che preferisce la psichiatrizzazione all’ammissione di incapacità perché la prima, semplicemente, permette di demandare ad un altro. È meglio pensare che i figli siano pazzi, ammalati, disturbati che pensare che siano il frutto di una mancata educazione.


Rapporti "disturbati" tra genitori e figli. Ne parla il Dott. Vittorio Schiavone, psichiatra e psicoterapeuta, primario della Clinica Hermitage di Capodimonte (Na)

“Dottore, ma cosa dobbiamo fare quando non vuole alzarsi dal letto per andare a scuola? Lo dobbiamo forzare? Ma se lo facciamo lui fa il pazzo! Possiamo chiamare lei?”.

Avevo imparato una cosa nuova: era mio compito svegliare gli adolescenti che non vogliono andare a scuola. Non lo avevo studiato durante la specializzazione e neppure letto da nessuna parte, in tutti questi anni. I genitori cambiano, e con essi i tempi.


Già, i genitori. Sarebbe semplicistico da parte mia pensarne male, e non mi permetterebbe di inquadrare compiutamente il fenomeno; non c’è un manuale per essere genitori, fanno ciò che possono con il materiale umano che sono e che hanno a disposizione. Tutto un materiale che si incontra e si scontra con il relativismo feroce ed acrobatico cui siamo oramai tutti noi abituati, un universo del tutto possibile fatto di infinite polveri sottili senza estremi, in cui tutto deve essere sfumato.


Oggi niente più ha una direzione netta, perché c’è sempre un’opinione altra in grado di ribaltarla, in grado di avere un altro punto di vista, in grado di smascherare l’inatteso che si nasconde oltre l’ovvio consueto. Miliardi di minuscole teorie senza fondamento, senza fonti, senza capo né coda, che si rifanno a qualcuno o a qualcosa magari di esotico, quando non esoterico nella sostanza; dai “no che aiutano a crescere”, dagli scappellotti e dagli zoccoli volanti siamo passati alla pretesa di una autodeterminazione che i figli proto e tardo adolescenti non possono avere, perché non l’hanno interiorizzata.


Resta da capire, ma io non sono un sociologo grazie a dio, se i loro genitori hanno questa consapevolezza da qualche parte, nascosta in questa galassia di possibilità che ha un diktat unico: allontanarsi dalle regole impartite dai loro genitori, e che non sono riusciti forse a comprendere da adolescenti apparentemente cresciuti che si trovano ora sul ponte di comando. Un comando messo in continua discussione da loro stessi prima che dai figli, che per loro natura tentano il colpo di stato; un comando forse non voluto, un comando che, di certo, sanno di non riuscire a tenere, né gli uni né gli altri. Ho come l’impressione di trovarci in quelle situazioni politiche in cui un partito vince le elezioni solo per la vittoria, senza avere un programma vero, e le opposizioni stanno all’opposizione per dire che tutto fa schifo: queste ultime un programma almeno ce l’hanno, ed è appunto quello del “no”. Chi comanda? Nessuno, appunto.


Uno che comanda è necessario, che sia un dittatore o un capo democraticamente eletto, perché dal primo si possono prendere le distanze e destituirlo, mentre del secondo se ne può seguire la scia. Gli esempi, che concetto démodé! Ribadisco, non gliene faccio una colpa, ma provo ad analizzare la situazione: una situazione che preferisce la psichiatrizzazione all’ammissione di incapacità perché la prima, semplicemente, permette di demandare ad un altro. È meglio pensare che i figli siano pazzi, ammalati, disturbati che pensare che siano il frutto di una mancata educazione. Una educazione che è forse sentimentale ed emotiva, prima che essere comportamentale. Ma io non sono un sociologo e non lo so, perché non ne ho le competenze; certo, potrei cercarmi qualcosa su internet per saperne di più e meglio che qualsivoglia studioso di sociologia dalla esperienza pluriennale: non funziona forse così? Potrei essere io quel riferimento genitoriale, da remoto, cui certi genitori anelano perché, come loro mi dicono spesso “a lei la sta a sentire!”. Ecco un’altra magia dello psichiatra!


Potrei come si fanno tante cose sbagliate nella vita, ma me ne guardo bene: io so fare solo lo psichiatra, e questa non è psichiatria. Come non è psichiatria la violenza, che è un fenomeno sociale complesso e multifattoriale, almeno quando non è un atto inteso come auto o etero aggressività nel contesto di un disturbo, e come tale derivabile e spiegabile. No, la violenza e la delinquenza non sono di per sé oggetto di psichiatria. Credo sia comodo pensare che il male sia una alterazione psichica, ma il male è il male: è reale e vero e fa parte della vita fisiologica, non patologica. Il “pazzo” raramente è violento perché “pazzo”, dobbiamo farcene una ragione, mentre l’uomo è violento perché uomo. È un questione di educazione, dunque?


Questi genitori si devono aspettare che, tra qualche mese o anno, quei figli che non sono riusciti a svegliare per mandarli a scuola daranno fuoco ad un poveraccio che dorme su una panchina o massacreranno di botte un padre di famiglia per una precedenza? Non lo so, non so generalizzare; so solo che gli esempi sono importanti, soprattutto nel nostro mondo in cui tutto sembra facile ed immediato, quasi ovvio e scontato. La frustrazione è scomparsa proprio come l’attesa, e queste sono funzionali e necessarie per la nostra mente proprio come le pause lo sono per la musica.

“Mi spiace, ma a quell’ora il cellulare è spento perché sto lavorando già da almeno un’ora. Proprio come faceva mio padre”.

Share

Tutti gli articoli

Autore: Marianna Marra 14 novembre 2025
L’incantesimo si è svolto in un bignami di vite vissute che hanno fatto la storia della tradizione e tuttora fanno scuola all’innovazione.
Autore: Redazione 6 novembre 2025
Comunicato Stampa: LINA E LE ALTRE
Autore: Felice Massimo De Falco 3 novembre 2025
Anna Poerio Riverso non scrive una biografia: tesse un arazzo familiare dove ogni filo è un documento inedito, ogni nodo un’emozione trattenuta. Con rigore accademico e pudore affettivo, l’autrice ci guida tra lettere autografe, poesie manoscritte, atti processuali, fino a farci toccare la carta ingiallita su cui Carlo, incatenato, annotava: «La catena è pesante, ma più pesante è il silenzio di chi sa e tace». In sole 128 pagine, dense come un distillato di storia vissuta, il volume si articola in capitoli che si intrecciano come i rami di un ulivo secolare, radicato nel suolo meridionale proteso verso l’epica nazionale. Ma un solo luogo accoglie per sempre i resti di una Famiglia di Patrioti: Pomigliano d’Arco. Potremmo chiamare Pomigliano in mille modi: Stalingrado del Sud per le sue lotte operaie, città di solerti lavoratori, terra di grandi figli come il presidente della Repubblica Giovanni Leone e tanti altri. Ma quando il sole tramonta dietro il Vesuvio e il vento passa tra le croci del cimitero, Pomigliano d’Arco resta la città dei Poerio e degli Imbriani. Perché qui non è sepolto solo il loro corpo: è sepolta la parte migliore di noi.
Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Altri post