"Life on Mars" - la rubrica di salute mentale del Dr. Vittorio Schiavone - L'anedonia di Marcello

Vittorio Schiavone • 18 giugno 2023

Chi non riesce a piangere più non riesce a ridere più, vale a dire vive in un limbo sospeso senza alcuna emozione. È come se lui fluttuasse nella vita. Niente più fa commuovere, vale a dire che niente più si muove dentro. Certo, non vuoi più ucciderti e non piangi a dirotto senza motivo, ma non piangi più neanche quando un motivo ci sarebbe, e ti senti come se fossi un modello base senza qualche pezzo. Inadatto alla vita, diverso dalla tua vita di prima. Ogni qual volta esiste un prima ed un dopo c’è sempre qualcosa che è morto dentro.

Ne parla il dott. Schiavone, psichiatra, primario della Clinica Hermitage di Capodimonte (Na).

“Dottore, io sto bene, non sono più depresso. Ma non ci sta piacere”.

Sì, lo spiego proprio così quando mi chiedono cos’è l’anedonia. E, in questi casi, mi vengono in mente due cose: l’alfa privativo e la canzone di Pino Daniele. Marcello, però, non aveva studiato il greco ed era troppo giovane per conoscere questa canzone. Forse, in un mondo ideale, sarebbe stato anche troppo giovane per conoscere la depressione, ma questa è un’altra storia. Sono oramai persuaso da diversi anni che la realtà è fattuale e che tutte le speculazioni sulla giustizia, sulla verità, sul ciò che dovrebbe o non dovrebbe essere non servono a niente.


Sì, Marcello aveva sofferto di depressione a vent’anni e, ora che ne aveva 22, era ancora in lizza, per noi amanti della psicopatologia e della statistica, per la vittoria di un disturbo bipolare che, da qui a qualche anno, si sarebbe potuto manifestare spazzando via ogni lentezza, ogni indecisione, ogni piattezza che questo giovane studente di qualcosa dal nome molto esotico, ma che non avevo capito bene data la mia veneranda età (ai miei tempi esistevano cinque lauree, abbiate pazienza), viveva oramai giornalmente da quando era “guarito”. Guarito dalla depressione? Sì, gli avevano detto così, perché non aveva più un umore depresso, perché non piangeva più. Già, non piangeva più, come se il non piangere più fosse una cosa buona.


Chi non riesce a piangere più non riesce a ridere più, vale a dire vive in un limbo sospeso senza alcuna emozione. È come se lui fluttuasse nella vita. Niente più fa commuovere, vale a dire che niente più si muove dentro. Certo, non vuoi più ucciderti e non piangi a dirotto senza motivo, ma non piangi più neanche quando un motivo ci sarebbe, e ti senti come se fossi un modello base senza qualche pezzo. Inadatto alla vita, diverso dalla tua vita di prima. Ogni qual volta esiste un prima ed un dopo c’è sempre qualcosa che è morto dentro.


Eppure, nonostante la brillante descrizione di questo studente di qualcosologia forse applicata, tutti facevano spallucce e gli dicevano che stava bene. Stava bene perché non aveva più l’umore depresso. Come se l’anedonia non fosse depressione, come se esistesse una sofferenza che non è sofferenza. Gli avrebbero dovuto spiegare che aveva ragione, che stava male ma di un male diverso, più subdolo; chiamare in causa la sintomatologia residua, la risposta parziale, il meccanismo del reward e le terapie efficaci che ci sono ma che non sono standard perché lo standard resta ancora quello di vent’anni: succede quando il cambiamento di pratiche consolidate dall’uso fa più paura della patologia stessa. Non è colpa di nessuno, non lo si fa con cattiveria o per incompetenza, ma solo perché attraverso l’abitudine, come dice quel tale, si pensa di raggiungere l’immortalità.

“Ci possiamo provare, Marcello, ma dobbiamo stare attenti. Dobbiamo prendere tutte le precauzioni, molte delle quali ti sembreranno anche eccessive, per evitare che per curarti questa cosa tu ti ritrovi, tra una settimana, appeso ai muri come l’uomo ragno. Ci stai?”.

“Sì, dottore, ci sto. Non mi fa paura questa cosa, non mi dispiace e non provo alcuna emozione per questa speranza, o per questa novità”.

Appunto.

Share

Tutti gli articoli

Autore: Iazzetta Giuseppe 26 maggio 2025
La cura del verde e il suo risvolto psicofisico
Autore: Iazzetta giuseppe 25 maggio 2025
Capitolo 1
Autore: Marianna Marra 19 maggio 2025
Marianna Marra : "Gennaro Regina discende da una famiglia di editori d’arte e librai antiquari dal 1880, custode di quel cordone ombelicale a tre vasi che tutt'ora gli consente un prolifico scambio di sangue con la sua terra madre adorna di storia e di simbologie ".
Autore: Felice Massimo De Falco 16 maggio 2025
La resilienza di Alessia è una sintassi fluida, fatta di un sé che agisce, di sorrisi che trasformano, di una comunità che accoglie, di pause che creano, di una malattia che insegna. È una lingua che rifiuta la fretta e abbraccia la connessione, che trova bellezza nel ritmo lento di un sorriso condiviso. In Ritratti a viva voce, celebrato l'11 maggio 2025 a San Quirico d’Orcia, Alessia è una strofa di un poema collettivo, una donna che, con ogni risata, ricorda al mondo che la resilienza non è solo sopravvivere: è vivere, amare e costruire, un sorriso alla volta.
16 maggio 2025
Il progetto si pone come baluardo contro quella che le promotrici descrivono come una deriva culturale, morale e sociale, proponendo una presenza femminile che coniughi fermezza e cura. «Donne di Destra è un invito a tutte le donne a impegnarsi attivamente, non per occupare spazi di potere, ma per costruire una politica che guardi al futuro senza dimenticare le nostre radici», affermano le quattro fondatrici, evidenziando il ruolo della donna come custode di valori e tradizioni.
Autore: Iazzetta 13 maggio 2025
A due giornate dal termine, si rincorrono i sogni tra dubbi e passione del popolo partenopeo, sempre pronto a sostenere ed osannare i loro amati beniamini. In una stagione tra alti e bassi in cui sembra essersi ritrovata la calma, la serenità e il temperamento visto con intensità nella stagione di "spallettiana" memoria. Quest'anno, tutto sembra possibile, l'ammiccamento al quarto scudetto è avvenuto con successo e il sogno di tanti giovani partenopei e di correre in strada a festeggiare cucito al petto il quarto scudetto napoletano. I sacrifici tanti, ci sono stati, il gioco di Mister Conte ha prodotto ottimi risultati, sebbene qualche lacuna in termini di intensità e di cinismo si sia evidenziata più volte nell'arco della stagione, non ultimo il pareggio di Genoa, in cui la squadra pur producendo un ottimo gioco, si è fatta raggiungere ben due volte. Resta importante mantenere la calma , in questo finale di stagione e tirare fuori gli artigli, lasciar andar via le pressioni e le paure, usare la tenacia e la regolarità che ha contraddistinto i nostri beniamini.
Autore: Mario Sorrentino 12 maggio 2025
Educare alla consapevolezza della sessualità significa rendere più consapevoli i ragazzi rispetto alle inevitabili implicazioni di tipo psichico e sociale che la diversità sessuale comporta.I genitori solitamente aspettano che siano i figli a rivolgere loro delle domande, a loro volta i ragazzi, spesso faticano a fare tali domande per l’imbarazzo che potrebbe comportare. La paura di essere giudicati o di porre quesiti “sbagliati” induce i giovani adolescenti, e non solo, a non confrontarsi né con le figure adulte di riferimento (genitori, insegnanti) né con i pari; i ragazzi e le ragazze cercano le risposte ai loro quesiti sui social, su Internet o su qualche blog spesso gestito da altri pari. Tutto questo genera risposte poco precise ma soprattutto non sempre o non del tutto corrette, con il rischio di diffondere false credenze e aspettative errate sulla sfera sessuale, emotiva e relazionale.
Autore: Felice Massimo De Falco 11 maggio 2025
"Quel che so di loro" è un memoir politico che intreccia analisi storica e riflessione personale, offrendo un ritratto lucido e critico della Seconda Repubblica. Elio Vito emerge come un testimone privilegiato delle trasformazioni del berlusconismo, da esperimento liberale a forza subalterna alla destra, e della crisi della politica italiana, segnata da trasformismo e disaffezione. La sua storia è quella di un radicale che ha cercato di portare i valori di libertà e giustizia in un partito che, col tempo, ha smarrito la propria identità: “La libertà, vince, sempre. Anche le mie dimissioni, in fondo, sono state un piccolo gesto di libertà” .
Autore: Felice Massimo De Falco 5 maggio 2025
“La follia non è solo un’ombra, ma una luce che illumina il genio. Nei miei studi su grandi personalità, ho visto come il dolore mentale possa trasformarsi in forza creativa". Ghaem i, con quest’opera, ci invita a ripensare la leadership attraverso la lente della psichiatria, mostrando come qualità legate a disturbi dell’umore – realismo, empatia, resilienza e creatività – abbiano reso leader come Lincoln e Churchill eccezionali in tempi di crisi, mentre figure come Sherman e Ted Turner hanno brillato per la creatività bipolare. Combinando storia e psichiatria, Ghaemi dimostra che la ‘normalità’ di leader come Chamberlain o Bush può fallire, e che persino alcune follie, come la psicosi, possono generare dispotismo, offrendo una visione audace che destigmatizza la malattia mentale e ne rivela i benefici per la società.” La prefazione è a cura della professoressa Liliana Dell'Osso, Presidente della Società italiana di Psichiatria.
Autore: Felice Massimo De Falco 3 maggio 2025
La sua mission è tornare a considerare i pazienti come persone prima ancora che malati.
Altri post