Pannella e la lotta contro la fame nel mondo

Giovanni Passariello • 15 marzo 2023

Alla successiva Marcia di Pasqua a Roma, fino a S. Pietro parteciparono 40.000 persone e delegazioni da tutta Europa, mentre con una conclusiva settimana di digiuno totale, termina, dopo ben tre mesi, l'azione di denutrizione di centinaia di persone. Ciò consente a Marco Pannella di proporre al Parlamento europeo che lo stanziamento del 0,7% del PIL sia considerato un obbligo giuridico per ogni paese; indica nelle "food strategies" (l'intervento polivalente mirato a regioni e territori specifici) l'approccio più efficace ed invita la Comunità a promuovere una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per proclamare lo stato di crisi nelle aree della fame. Purtroppo nessuna di queste indicazioni verrà accolta.


Nel febbraio del 1979 Marco Pannella lancia un appello affinché l'Italia si impegni subito a salvare almeno una parte delle vittime della fame nel Terzo e Quarto Mondo. L'Italia, come molti altri paesi, stanzia solamente una minima parte del PIL rispetto allo 0,7% indicato dalle Nazioni Unite per gli aiuti allo sviluppo. Pannella richiede alle istituzioni italiane, oltre all'allineamento a quel parametro, uno stanziamento straordinario di 5000 miliardi di lire.

Aderiscono all'appello personalità della cultura, della politica e religiose. Si costituisce il "Comitato per la Vita, Pace e Disarmo".


Poche settimane dopo, esattamente il 6 marzo, Marco Pannella inizia un digiuno che durerà oltre 40 giorni sugli obiettivi dell'appello sulla fame nel mondo, per salvare subito almeno 5 milioni di persone.

Il dibattito su questa tematica cominciò ad essere evidente, anche se le maggiori testate giornalistiche ancora non approfondivano l’argomento, a cominciare dalla RAI Tv.

Durante il XXI congresso straordinario del Partito radicale, che si tenne all’Università di Roma dal 29 marzo a 3 aprile del 1979, l’approfondimento sostanziale del dibattito portò ad una mozione conclusiva che, di fatto, racchiudeva l’essenza stessa della battaglia posta in essere.


In pratica, la mozione, riferendosi alle elezioni che si sarebbero tenute da lì a poco, propone a tutte le forze d'opposizione, e in particolare a quelle che rischiano di non essere rappresentate nelle istituzioni, "liste omnibus" del Pr, senza alcuna condizione. L’appello verrà raccolto via via da numerose personalità politiche e da intellettuali che non condividono la politica del compromesso storico e dell’unità nazionale. Ne ricordiamo alcune: Alessandro Tessari, deputato comunista per tre legislature, Maria Antonietta Macciocchi per lungo tempo giornalista dell’Unità e dirigente del PCI, Aldo Aiello senatore e dirigente del PSI, Franco Roccella che dopo essere stato fra i fondatori del PR era stato per molti anni militante e dirigente del PSI, Marco Boato e Mimmo Pinto provenienti dalle file della disciolta Lotta Continua e dalle liste di Democrazia Proletaria nelle quali Pinto era stato eletto deputato nel 1976, il giornalista Gianluigi Melega autore di una incisiva campagna di stampa sullo scandalo Lockheed.


Questa aggregazione politica ed elettorale sarà infine patrocinata da Leonardo Sciascia (suscitando sconcerto nel PCI), che nei giorni del rapimento Moro aveva duramente contrastato la cosiddetta “politica della fermezza” dei partiti della unità nazionale. Sciascia infatti risponde positivamente ad un appello personale che gli rivolge a Palermo Marco Pannella.

Da quel congresso partì l’organizzazione della prima marcia di Pasqua da tenersi, per l’appunto il 15 aprile.

Una marcia per la vita, la pace e il disarmo il cui obiettivo era utilizzare almeno una parte dei 5.000 miliardi destinati in Italia a nuovi armamenti, per combattere la fame nel mondo. Partecipano 10.000 persone. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini in quell’occasione ripeté l'appello "svuotare gli arsenali, riempire i granai".


Le elezioni politiche nazionali, abbinate a quelle europee del 3 giugno di quell’anno videro una sostanziale affermazione del Partito radicale con l’elezione di diciotto deputati e due senatori (contro i 4 deputati delle precedenti elezioni).

Una delegazione radicale, guidata dall'eurodeputata Emma Bonino, partecipa ad agosto, al Consiglio Mondiale dell'alimentazione ad Ottawa, ed espone la tesi che la lotta alla fame sia una questione di volontà politica prima che di rimedi tecnici-operativi. In pieno agosto deputati e senatori eletti nelle liste radicali si impegnano per raccogliere adesioni alla richiesta di una convocazione straordinaria del Parlamento.

Il regolamento prevede che tale convocazione sia possibile solo se richiesta da due terzi dei componenti di almeno una delle due Camere. Il quorum delle richieste viene raggiunto al Senato e il presidente Fanfani convoca l’assemblea durante l’interruzione estiva. Contemporaneamente viene anche convocata la Camera dei deputati. Il Parlamento italiano, nei suoi due rami, convocato in seduta straordinaria, approva una risoluzione per una "mobilitazione straordinaria per sottrarre vite umane alla morte per fame", mentre a settembre il Parlamento Europeo presenta una proposta di risoluzione sulla lotta contro lo sterminio per fame. Dopo un altro digiuno di Pannella e di altri parlamentari, il Parlamento Europeo approva un documento nel quale invita i governi a rispettare l'impegno di devolvere lo 0,7% del Pil per gli aiuti allo sviluppo, secondo gli impegni assunti nell’Assemblea delle Nazioni Unite.


All’inizio dell’anno successivo, il 1980, ci fu il primo satyagraha gandhiano collettivo in Europa. Centinaia di militanti radicali si impegnano in una azione di denutrizione (ingerire non più di mille calorie al giorno, la media dei paesi sottosviluppati) che durerà fino ad aprile, per chiedere ai Governi un intervento straordinario contro la fame e, nello stesso tempo, sempre su iniziativa radicale, il Parlamento Europeo promuove due hearings pubbliche con la presenza di Saouma, direttore generale della FAO, e Tanco, presidente del Consiglio mondiale per l'alimentazione, e vari esperti internazionali.


Alla successiva Marcia di Pasqua a Roma, fino a S. Pietro parteciparono 40.000 persone e delegazioni da tutta Europa, mentre con una conclusiva settimana di digiuno totale, termina, dopo ben tre mesi, l'azione di denutrizione di centinaia di persone. Ciò consente a Marco Pannella di proporre al Parlamento europeo che lo stanziamento del 0,7% del PIL sia considerato un obbligo giuridico per ogni paese; indica nelle "food strategies" (l'intervento polivalente mirato a regioni e territori specifici) l'approccio più efficace ed invita la Comunità a promuovere una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per proclamare lo stato di crisi nelle aree della fame. Purtroppo nessuna di queste indicazioni verrà accolta.


Nell’aprile del 1981 Emma Bonino dà vita all'associazione "Food and disarmament" per coordinare iniziative di informazione internazionale sullo sterminio per fame. Segretario è Jean Fabre. Nel consiglio d'amministrazione i premi Nobel per la fisica Hannes Alfven e Abdus Salam, il deputato belga Jean-Luis This, il senatore belga Pierre Van Roye e i deputati radicali Marco Pannella e la stessa Bonino. Seguono incontri di delegazioni radicali con i massimi responsabili degli organismi internazionali impegnati sui temi della fame e dello sviluppo. Giovanni Negri, segretario generale del partito, interviene al consiglio mondiale dell'alimentazione. E con il congresso generale del partito, tenutosi a Roma all’inizio di giugno del 1981 la lotta contro la fame nel mondo diventa da questo momento l'iniziativa centrale del Partito.


Su questa spinta, mentre il Senato belga impegna il governo con una sua mozione, a fare del Manifesto firmato dai premi Nobel il perno della sua politica estera e dei programmi di sviluppo dei paesi del Terzo Mondo, la Camera dei deputati italiana approva una mozione che impegna il governo italiano a mobilitare risorse aggiuntive per interventi di emergenza per 3.000 miliardi di lire, al fine di garantire la sopravvivenza del più gran numero possibile di persone altrimenti destinate alla morte per fame.


Pannella, presente alla Conferenza dell'Onu di settembre sui 34 paesi meno sviluppati, inizia un digiuno per "assicurare la sopravvivenza di almeno tre milioni di vite umane minacciate di sterminio". Nascono decine di comitati di sostegno. L’allora cancelliere tedesco Willy Brandt, assieme a 150 eurodeputati, rivolge un appello agli Stati membri affinché sia attuato un progetto, approvato dal Parlamento Europeo, contro lo sterminio per fame.

L’11 aprile del 1982 cinquantamila persone assieme a premi Nobel, deputati europei e nazionali, gonfaloni di centinaia di città (fra cui quello di Pomigliano d’Arco) partecipano alle 2^ marcia di Pasqua, chiedendo l'avvio della “operazione sopravvivenza" per la salvezza di cinque milioni di vite.


In quell’occasione Giovanni Paolo II durante la benedizione pasquale, ricorda che milioni di esseri umani potrebbero essere salvati dalla fame se l'umanità sapesse rinunciare anche solo in parte alle risorse devolute in armamenti. Il 24 aprile, 1300 sindaci italiani, tra cui l’allora sindaco di Pomigliano Lello Russo, presentano una proposta di legge di iniziativa popolare che impegni il governo italiano alla salvezza dalla fame di 3 milioni di persone entro il 1982.



di Giovanni Passariello


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