Paolo Cirino Pomicino: "Nordio? La guerra tra toghe e politica non è mai finita"

Felice Massimo De Falco • 5 febbraio 2023

Intervista a Paolo Cirino Pomicino: "Nordio? La guerra tra toghe e politica non è mai finita"

  • Ilaria Cucchi si è recata in carcere da Cospito per sincerarsi delle sue condizioni così come hanno fatto in precedenza esponenti del Pd. C’è una parte della politica che “coccola” l’anarchismo?


Non mi risulta che la sinistra nelle sue varie espressioni faccia molte visite nelle carceri e nel suo DNA c’è un desiderio di ascolto di quelle voci utopiche e sognatrici che spesso scivolano nell’anarchia o addirittura nel terrorismo.Brigate rosse docent


  • La Meloni gode della fiducia degli italiani. Finora si muove sulla scia di Draghi, specie in Europa. Quando vedremo l’Italia della Meloni?


Il cambiamento di un Paese non può essere fatto da una singola persona. Un leader politico dovrebbe avere la capacità di sollecitare parte rilevante della società per una riflessione riformatrice contrastando ogni forma di corporativismo. Dopo il tragico fallimento della sinistra, la Meloni ha acceso le speranze senza rincorrere ogni litigio parlamentare.


  • Se da un lato c’é un partito conservatore, dall’altro lato non c’é un partito laburista capace di contendere la volontà degli italiani. Parliamo del Partito Democratico.


Mentre l’area conservatrice pur tra mille contraddizioni sembra aver intrapreso una strada diversa da quella sua tradizionale, la sinistra ha smarrito ogni traccia di identità e quindi non sa dove andare purtroppo. All’Italia manca il centro politico che non può che essere liberale e popolare.



  • Il Congresso Pd sanerà i suoi mali?


Assolutamente no, vincerà Bonaccini, il don Peppone del terzo millennio. Purtroppo manca don Camillo.


  • La politica era “sangue e merda” come diceva un grande socialista, nel senso che sapeva suscitare passione e interesse. Oggi provoca noia e disillusione, specie tra i giovani. Cosa è successo?


Semplice, sono scomparse tutte le culture politiche e senza riferimenti culturali chiari i partiti prima diventano personali e poi muoiono


  • Sono spariti i luoghi di formazione politica, partiti, sezioni, oratori, parrocchie, scuole politiche che coltivavano le classi dirigenti future. Il risultato è che oggi abbiamo una generazione di politici improvvisati. Sarà sempre peggio?


se i partiti non ritornano in tempi rapidi le proprie identità e le rispettive culture di riferimento certamente andremo sempre peggio


  • Giustizia: tiene banco la volontà di Nordio di voler regolarmente le intercettazioni e separare le carriere dei magistrati, i quali sono in allerta. Si aprirà un’altra stagione di guerra tra poteri?


La guerra non è mai finita e per vincerla la politica deve recuperare il proprio primato con una forte spinta culturale capace di ricoinvolgere milioni di persone.


  • Al centro nasce il Partito della Nazione. Con quale obiettivo e quale campo d’azione?


Se nel nome di un partito non c’è un richiamo culturale saremo dinanzi ad una moltiplicazione di decine nuove”Forza Italia"


  • Renzi e Calenda sapranno convivere?


Ho i miei dubbi che sappiano mettere in moto un partito democratico capace di alimentare la crescita di nuovi leaders.


  • Ultima nota sui 5 stelle. All’opposizione hanno trovato la loro giusta collocazione?


La posizione dei 5 stelle mette in difficoltà un PD esangue politicamente e culturalmente, ma Conte ed il suo gruppo di parlamentari non sono accompagnati da una elaborazione culturale in grado di garantirne una lunga vita. Due debolezze,insomma, che hanno reso irrilevante l’ intera sinistra.


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