Pomigliano 2020, intervista a Marianna Manna

Felice Massimo De Falco • 22 aprile 2023

- Quali temi vi aspettano fra i tanti?
Sicurezza dei luoghi di aggregazione dei più giovani, svolta sostenibile per la mobilità, riforma della macchina amministrativa e delle società che gestiscono servizi primari per la cittadinanza, la grande sfida di efficienza del PNRR. C’è poi la grande questione del Piano Urbanistico nella
componente operativa, del regolamento edilizio e la necessità di porre rimedio ad oltre due anni di stallo e ripicche del servizio tecnico.

- Un pezzo di sinistra Pd si sposta verso l’ex contrastato Lello Russo. I Dem non si presentano e vengono commissariati. Le dispiace?


Mi dispiace che di quella parte del PD che si professa di sinistra e che oggi non ha aderito alla coalizione riformista non siano rimaste nemmeno le macerie, ma solo polvere. Tre anni fa avevamo creato un doppio binario, grazie soprattutto all’autorevolezza di Eduardo Riccio e al suo serio ed instancabile lavoro, uno civico e l’altro targato PD. Insieme ottenemmo la maggioranza relativa dei voti della coalizione risultata vincente e dei consiglieri dell’assise. Poi la storia recente ha messo in luce la trama della stoffa di ciascuno, di chi ha saputo riconoscere e declinare lealtà e competenza come valori fondanti del proprio agire, di chi ha sentito il peso della responsabilità e non si è tirato indietro e chi invece si è dissolto come neve al sole.

- Cosa portate in dote?


Molti dei compagni di avventura di Pomigliano 2020 sono militanti di lungo corso del PD ed amministratori esperti, donne ed uomini che incarnano il senso civico e politico del sacrifico e dell’impegno, che in questi giorni consumano le scarpe casa per casa e che trattano con rispetto l’avversario. Siamo lontani anni luce dal livore e dalla inaspettata volgarità di alcune altre meteore della sinistra. Gli ultimi due anni in amministrazione sono stati una vera palestra, nella generale confusione e superficialità è stata davvero un’impresa provare a lavorare, ma la fatica e a volte anche la rabbia per quanto non si riusciva a fare hanno fatto si che maturasse ancora più forte in ciascuno di noi il senso della responsabilità e del dovere. Ed anche il coraggio di staccare la spina. 

- Ora fate parte di una coalizione variegata sotto l’insegna del riformismo. Come si declina nei fatti questo principio?

Riformismo è conoscenza e concretezza. C’è grande esperienza tra le donne e gli uomini che oggi condividono questo progetto, anni, decenni di impegno nelle istituzioni e in città. Le nostre diversità ci aiuteranno a proporre soluzioni più condivise. L’urgenza delle problematiche che sono già sul tavolo non consentono distrazioni ed inutili proclami ed allontanano ogni forma di personalismo.

- Quali temi vi aspettano fra i tanti?

Sicurezza dei luoghi di aggregazione dei più giovani, svolta sostenibile per la mobilità, riforma della macchina amministrativa e delle società che gestiscono servizi primari per la cittadinanza, la grande sfida di efficienza del PNRR. C’è poi la grande questione del Piano Urbanistico nella
componente operativa, del regolamento edilizio e la necessità di porre rimedio ad oltre due anni di stallo e ripicche del servizio tecnico.

- A proposito com’è la situazione dei fondi PNRR? Pare che sarebbero dovuti arrivare.

Sono già finanziati progetti per quasi 50 milioni di euro.
 Abbiamo gettato le basi per un progetto di costituzione di una centrale unica di committenza per l’affidamento dei servizi di progettazione e dei lavori delle opere finanziate, attività necessaria per poter realizzare tutti gli interventi ammessi a finanziamento.


 - PD e 5 Stelle non si sono presentati. È democrazia mutilata o l’impalpabilità del Laboratorio?

È l’impalpabilità dei singoli che ha mutilato la democrazia ed ha reso un pessimo servizio agli elettori. 
Molti esponenti del PD ed alcuni del Movimento 5 stelle e ovvero coloro che hanno un radicato rapporto con l’elettorato e la città, hanno avuto la forza e la capacità di scendere in campo, di presentare una lista e correranno nella coalizione riformista. 


- Cosa pensi degli altri due competitor, Fiacco e Iasevoli?

Marco Iasevoli è una persona competente e perbene, un pomiglianese DOC da sempre impegnato nel sociale, radicato in città. Intorno a Per le persone e la comunità è raccolta una grande e viva comunità che merita il rispetto ed il plauso di tutti gli attori in campo. Leggo la sua presenza ed il suo impegno come un segnale fortemente positivo per Pomigliano, pur non condividendo la matrice sostanzialmente conservatrice della sua proposta politica. 
Sull’altro candidato ho non poche perplessità. Non ho mai visto nè sentito un partito di opposizione non voler sovvertire la maggioranza di governo e fare della difesa verso la stessa forse l’unico argomento di campagna elettorale. Non ho mai visto una forza di sinistra essere rappresentata da soggetti che a vario titolo offendono gli avversari, sputano parole di odio sui competitors e calpestano il più profondo valore della Sinistra..la diversità in democrazia! Mi legano tuttavia a quella comunità i primi ricordi della mia esperienza politica, che oggi come allora posso riconoscere in un antico racconto: Dopo l'uccisione da parte degli ateniesi del figlio di Minosse, Antrogeo, il re di Creta dispose che ogni anno, per tutti gli anni, la città di Atene gli avrebbe dovuto inviare, ogni anno, sette fianciulli e sette fanciulle da sacrificare al minotauro che si cibava di carne umana.


- Se si vince nei primi cento giorni che si fa?


Riforma della macchina amministrativa secondo un disegno di efficienza e competenza, che rappresenti una catena di comando con al capo il Sindaco più esperto, autorevole e giustamente autoritario che si possa avere in questo momento a Pomigliano. Piano straordinario per il decoro della città, la cura del verde e lotta senza sconti agli incivili che non effettuano correttamente la raccolta differenziata. Interventi urgenti sulla viabilità selvaggia ed il traffico impazzito.

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