Chi è Santa Dinfna, la protettrice dei depressi e antesignana di Franco Basaglia

Iazzetta Giuseppe • 4 giugno 2024

A Geel, in Belgio, si è istituito un centro che accoglie tutti coloro che necessitano di cure psichiatriche e disagi mentali. Un metodo piuttosto innovativo per l'epoca che consiste nella "deistituzionalizzazione" dei soggetti affetti da patologie mentali accogliendoli nelle case dei cittadini e rendendoli partecipi della vita soiale del paese. Tecnicamente si chiama "placement familiar": il concetto è quello di prendere un malato di mente e toglierlo dal manicomio, collocandolo in una famiglia che sia disposta ad ospitarlo per dargli una vita il più possibile normale.

Dinfna, vissuta a cavallo del VII secolo, nacque in Irlanda e attraverso un peregrinare per terre e boschi si stabilizzò nell'odierna Geel dove morì per mano di suo padre. Figlia di un pagano irlandese chiamato Damon e di una bellissima donna, la giovane fu cresciuta dal prete Gerebernus. Il padre era  affetto da qualche forma di malattia mentale e la madre, donna cristiana e bellissima, morì quando lei aveva 14 anni. Il padre, accortosi della bellezza disarmante della figlia, tentò di violentarla, e Dinfna, per sottrarsi alle mire incestuose di suo padre, fuggi col suo confessore Gerebernus. Sbarcati in Belgio, raggiunsero i boschi di Geel, dove si stabilizzarono. Damon li inseguì e dopo un lungo vagare alla ricerca dei due fuggitivi, li trovò nei pressi dei boschi di Geel dove si erano votati alla contemplazione. Il pazzo decapitò il sacerdote e in seguito anche la figlia dopo che questa si rifiutò di arrendersi al genitore.


Dinfna al momento della morte era solo 15enne. I due Santi vennero sepolti in una grotta nei pressi di Geel e le reliquie sono tuttora conservate a Geel. Sul luogo del martirio nei secoli si sono susseguiti svariati miracoli soprattutto in aiuto di soggetti affetti da malattie mentali, depressi, sonnambuli nonchè vittime di abusi e stupri come la Santa. Da allora, a Geel si è istituito un centro che accoglie tutti coloro che necessitano di cure psichiatriche e disagi mentali. Un metodo piuttosto innovativo per l'epoca che consiste nella "deistituzionalizzazione" dei soggetti affetti da patologie mentali accogliendoli nelle case dei cittadini e rendendoli partecipi della vita soiale del paese. Tecnicamente si chiama "placement familiar": il  concetto è quello di prendere un malato di mente e toglierlo dal manicomio, collocandolo in una famiglia che sia disposta ad ospitarlo per dargli una vita il più possibile normale.


In Italia, credo che non sian passati troppi decenni, da quando hanno incominciato a diffondersi le “case famiglia” per persone affette da handicap mentali.
A Geel, in Belgio, un embrione di “casa famiglia” esisteva già nel pieno Medio Evo – quando gli abitanti della città, spinti da spirito cristiano, si erano sentiti quasi “costretti” a dare un tetto a tutti quei poveri ammalati che soggiornavano a lungo da quelle parti, sperando in un miracolo dell’amata Santa. Oltre ad essere patrona dei soggetti affetti da patologie mentali e protettrice delle professioni mediche a loro dedicate, psichiatri e psicologi, nonchè della felicità della famiglia.  


La Santa viene celebrata e festeggiata ogni anno il 30 Maggio. I pazienti presso il santuario di S. Dinfna, compiono il giro del coro, camminando o strisciando sotto il cenotafio della santa ( similmente ai battenti del santuario della Madonna dell'Arco) per nove volte e che se pur c'è qualche somiglianza tra questa pratica e quelle dell'antichità pagana (che prevedevano di infilarsi nella cavità di una pietra o nella fenditura di un albero), essa è molto remota.

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