"A tu per tu con Dio" di Don Filippo Centrella - Ma i giovani d'oggi in cosa credono?

Don Filippo Centrella • 6 febbraio 2023

"A tu per tu con Dio" di Don Filippo Centrella - Ma i giovani d'oggi in cosa credono?

In che cosa credono i giovani di oggi? Quanto è diffuso tra loro il sentimento religioso e quali forme esso assume nelle diverse fasi della crescita? Quanto incide l’esperienza religiosa nella loro vita e perché si allontanano o avvicinano ai riti della religione tradizionale e ai luoghi (es. parrocchie e oratori) dove questa assume una connotazione comunitaria? E ancora: quanto è corretto parlare di generazione “post-cristiana” o di de-secolarizzazione e risveglio religioso?

Per rispondere a queste domande è necessario adottare una visuale che non consideri in maniera astratta il rapporto tra giovani e religione, come se quest’ultima fosse un’entità lontana, ma piuttosto che parta “dalla realtà religiosa vissuta, da ciò che donne e uomini sperimentano nella loro vita quotidiana”.


Per troppo tempo, in ambito pastorale ed educativo, si è insistito solo sul “dover essere religioso” perdendo di vista l’uomo concreto e le espressioni storico-sociali della religiosità. Per troppo tempo si è educato prestando più attenzione al fondamento e alle riflessioni sulla natura umana piuttosto che al “fenomeno” come se quest’ultimo fosse trascurabile e ci si potesse concentrare sul punto di arrivo senza avere ben chiaro il punto di partenza o, in altri termini, guardare al modello ideale senza ben riflettere su mezzi e condizioni per raggiungerlo. Ancora oggi prevale in molti adulti investiti di responsabilità educativa l’idea che per educare i giovani alla sfera religiosa sia sufficiente tornare a quanto fatto e vissuto al tempo in cui si aveva la loro stessa età, e che le ricette del passato (spesso proprio in quanto tali) siano sempre e comunque valide, astraendo così dalla presa d’atto dei profondi cambiamenti che hanno riguardato il mondo giovanile negli ultimi decenni.


Altro atteggiamento diffuso è la negazione, tipico meccanismo difensivo che porta a sminuire il problema o a considerarlo il prodotto di studi poco attendibili realizzati da attempati ricercatori. Queste prassi hanno alimentato l’incomunicabilità tra le generazioni e accresciuto le difficoltà di molti contesti sociali ed ecclesiali ad aprirsi e a stabilire un reale rapporto con i giovani, essendo completamente scollegati dalla “mutazione antropologica” che li sta interessando. Dobbiamo invece riconoscere che il livello empirico è a suo modo indispensabile per comprendere la condizione giovanile e va inteso in maniera integrata e dinamica con quello teorico. Esaltare un livello di comprensione a discapito dell’altro significa infatti imprigionare i tentativi di comprendere l’espressione religiosa dei giovani in cornici estremamente limitate e alimentare prassi ormai inefficaci.

All’interno di questa prospettiva, l’esigenza di un recupero di attenzione per il vissuto effettivo e le azioni concrete richiede di analizzare, in modo integrato, alcune dimensioni in cui si articola la sfera della religiosità ovvero credenza, esperienza, appartenenza e pratica religiosa. Appare allora fondamentale partire da una diagnosi della “doxa religiosa” composta da quello in cui i giovani dichiarano di credere e dai riferimenti simbolici che essi pongono alla base della loro condotta di vita. Sappiamo poi che la religiosità non è solo una dichiarazione di adesione intellettuale a una credenza ma chiama in causa un serie di vissuti esperienziali collegati a un dialogo nella sfera interiore di ogni uomo con se stesso e una o più entità trascendenti che “nasce dal semplice percepire i grandi problemi della vita e dal viverli in rapporto a un senso che rinvia a una totalità, a un’alterità”.


La religiosità non si risolve, inoltre, in una sola attività introspettiva individuale ma possiede anche una dimensione relazionale e comunitaria che ricorda l’indissolubile legame dell’uomo con la realtà sociale che lo circonda4 e che la fa ogni volta scaturire dal particolare intreccio tra vissuto soggettivo “interiore” e spazio sociale “esteriore”. Infine, la religiosità si esprime in una serie di atteggiamenti e comportamenti socialmente visibili che chiamano in causa il complicato rapporto tra pensiero-azione e il livello di coerenza tra l’orientamento dichiarato e quello concretamente agito. Come ogni “fatto sociale” anche la religiosità risente dello zeitgeist (spirito del tempo) nel quale è immersa. A tal proposito sono molti gli studi che hanno preso a tema le specificità tardo-moderne della religiosità, sottolineando la necessità di avvicinarsi a questo tema con nuove categorie interpretative capaci di meglio inquadrarla e di coglierne le originali sfumature a volte in netta discontinuità con il passato. Si tratta di un’esigenza che è ancora più forte quando si concentra l’attenzione sulle giovani generazioni.


Share

Tutti gli articoli

Autore: Iazzetta Giuseppe 26 maggio 2025
La cura del verde e il suo risvolto psicofisico
Autore: Iazzetta giuseppe 25 maggio 2025
Capitolo 1
Autore: Marianna Marra 19 maggio 2025
Marianna Marra : "Gennaro Regina discende da una famiglia di editori d’arte e librai antiquari dal 1880, custode di quel cordone ombelicale a tre vasi che tutt'ora gli consente un prolifico scambio di sangue con la sua terra madre adorna di storia e di simbologie ".
Autore: Felice Massimo De Falco 16 maggio 2025
La resilienza di Alessia è una sintassi fluida, fatta di un sé che agisce, di sorrisi che trasformano, di una comunità che accoglie, di pause che creano, di una malattia che insegna. È una lingua che rifiuta la fretta e abbraccia la connessione, che trova bellezza nel ritmo lento di un sorriso condiviso. In Ritratti a viva voce, celebrato l'11 maggio 2025 a San Quirico d’Orcia, Alessia è una strofa di un poema collettivo, una donna che, con ogni risata, ricorda al mondo che la resilienza non è solo sopravvivere: è vivere, amare e costruire, un sorriso alla volta.
16 maggio 2025
Il progetto si pone come baluardo contro quella che le promotrici descrivono come una deriva culturale, morale e sociale, proponendo una presenza femminile che coniughi fermezza e cura. «Donne di Destra è un invito a tutte le donne a impegnarsi attivamente, non per occupare spazi di potere, ma per costruire una politica che guardi al futuro senza dimenticare le nostre radici», affermano le quattro fondatrici, evidenziando il ruolo della donna come custode di valori e tradizioni.
Autore: Iazzetta 13 maggio 2025
A due giornate dal termine, si rincorrono i sogni tra dubbi e passione del popolo partenopeo, sempre pronto a sostenere ed osannare i loro amati beniamini. In una stagione tra alti e bassi in cui sembra essersi ritrovata la calma, la serenità e il temperamento visto con intensità nella stagione di "spallettiana" memoria. Quest'anno, tutto sembra possibile, l'ammiccamento al quarto scudetto è avvenuto con successo e il sogno di tanti giovani partenopei e di correre in strada a festeggiare cucito al petto il quarto scudetto napoletano. I sacrifici tanti, ci sono stati, il gioco di Mister Conte ha prodotto ottimi risultati, sebbene qualche lacuna in termini di intensità e di cinismo si sia evidenziata più volte nell'arco della stagione, non ultimo il pareggio di Genoa, in cui la squadra pur producendo un ottimo gioco, si è fatta raggiungere ben due volte. Resta importante mantenere la calma , in questo finale di stagione e tirare fuori gli artigli, lasciar andar via le pressioni e le paure, usare la tenacia e la regolarità che ha contraddistinto i nostri beniamini.
Autore: Mario Sorrentino 12 maggio 2025
Educare alla consapevolezza della sessualità significa rendere più consapevoli i ragazzi rispetto alle inevitabili implicazioni di tipo psichico e sociale che la diversità sessuale comporta.I genitori solitamente aspettano che siano i figli a rivolgere loro delle domande, a loro volta i ragazzi, spesso faticano a fare tali domande per l’imbarazzo che potrebbe comportare. La paura di essere giudicati o di porre quesiti “sbagliati” induce i giovani adolescenti, e non solo, a non confrontarsi né con le figure adulte di riferimento (genitori, insegnanti) né con i pari; i ragazzi e le ragazze cercano le risposte ai loro quesiti sui social, su Internet o su qualche blog spesso gestito da altri pari. Tutto questo genera risposte poco precise ma soprattutto non sempre o non del tutto corrette, con il rischio di diffondere false credenze e aspettative errate sulla sfera sessuale, emotiva e relazionale.
Autore: Felice Massimo De Falco 11 maggio 2025
"Quel che so di loro" è un memoir politico che intreccia analisi storica e riflessione personale, offrendo un ritratto lucido e critico della Seconda Repubblica. Elio Vito emerge come un testimone privilegiato delle trasformazioni del berlusconismo, da esperimento liberale a forza subalterna alla destra, e della crisi della politica italiana, segnata da trasformismo e disaffezione. La sua storia è quella di un radicale che ha cercato di portare i valori di libertà e giustizia in un partito che, col tempo, ha smarrito la propria identità: “La libertà, vince, sempre. Anche le mie dimissioni, in fondo, sono state un piccolo gesto di libertà” .
Autore: Felice Massimo De Falco 5 maggio 2025
“La follia non è solo un’ombra, ma una luce che illumina il genio. Nei miei studi su grandi personalità, ho visto come il dolore mentale possa trasformarsi in forza creativa". Ghaem i, con quest’opera, ci invita a ripensare la leadership attraverso la lente della psichiatria, mostrando come qualità legate a disturbi dell’umore – realismo, empatia, resilienza e creatività – abbiano reso leader come Lincoln e Churchill eccezionali in tempi di crisi, mentre figure come Sherman e Ted Turner hanno brillato per la creatività bipolare. Combinando storia e psichiatria, Ghaemi dimostra che la ‘normalità’ di leader come Chamberlain o Bush può fallire, e che persino alcune follie, come la psicosi, possono generare dispotismo, offrendo una visione audace che destigmatizza la malattia mentale e ne rivela i benefici per la società.” La prefazione è a cura della professoressa Liliana Dell'Osso, Presidente della Società italiana di Psichiatria.
Autore: Felice Massimo De Falco 3 maggio 2025
La sua mission è tornare a considerare i pazienti come persone prima ancora che malati.
Altri post