Andrea Marcucci (Pd): La partita è aperta, temo l'idea d'Europa della Meloni"

Felice Massimo De Falco • 2 settembre 2022

Andrea Marcucci (Pd): "La partita è apertissima, temo la concezione d'Europa della destra. Gli astenuti? E' colpa nostra, trasmettere l’idea che siamo impegnati in una rissa giorno e notte, di certo non favorisce la partecipazione."

Il 25 settembre abbiano già un vincitore: il partito degli astenuti. Nessuno riesce a dare un buon motivo a questa categoria per andare a votare. Come mai?


È colpa nostra, intendo della politica.
Trasmettere l’idea che siamo impegnati in una rissa giorno e notte, di certo non favorisce la partecipazione.
Eppure le elezioni del 25 settembre sono particolarmente importanti, per le scelte che i cittadini dovranno fare. Scelte che saranno determinanti su alcuni capitoli chiave, addirittura della nostra storia. Uno su tutti? L’Europa.


Il quadro si è polarizzato tra destra e sinistra, c’è un divario largo per ora tra i due, come Letta riuscirà a colmarlo?


Non ho mai partecipato ad elezioni già decise dai sondaggi un mese prima del voto. Anche questa volta gli elettori si faranno un’idea negli ultimi 10 giorni. Sono quindi tutte da giocare


Cosa pensa del maquillage culturale della Meloni?


Non discuto i maquillage, mi interessa la sostanza delle cose.


Ha senso oggi parlare di fascismo e antifascismo?


Mi preoccupa il rapporto stretto che la leader di Fdi ha con Orban in Ungheria. L’idea sovranista che ha la Meloni dell’Europa, è non tanto lontana dalla nostra, ma sideralmemente diversa da quella dei nostri padri fondatori. E naturalmente credo che sia molto pericolosa


Qual è il tema chiave della sinistra che alla fine la farà prevalere?


La vicinanza con le persone e con i territori, il lavoro, intanto con l’introduzione del salario minimo, l’Europa con i Pnrr, l’avanzamento dei diritti civili.


Pesa molto l’economia: è già in corso uno tsunami sociale. Incombe la crisi energetica. Troverete elettori arrabbiati?


È una situazione da incubo, con migliaia di attività economiche e di aziende a rischio.
Bisogna intervenire subito in Italia con un decreto che copra gran parte dei costi determinati dalle bollette, e stabilire il tetto del gas in Europa.


In un contesto così polarizzato, ha spazio un Centro?


Non faccio previsioni, però essendo candidato in un collegio uninominale, so che l’elezione riguarda il centro sinistra o la destra, gli altri non hanno possibilità.

Politico e imprenditore italiano, capogruppo del Partito Democratico al Senato della Repubblica nella XVIII legislatura dal 2018 al 2021.Marcucci inizia dedicarsi all’attività politica nel 1990, divenendo a soli 25 anni consigliere provinciale e assessore alla pubblica istruzione e cultura di Lucca, tra le file del Partito Liberale Italiano. Alle elezioni politiche del 1992 viene candidato ed eletto deputato, a soli 27 anni, e sarà il vicecapogruppo parlamentare del PLI alla Camera dei deputati fino alla fine della legislatura. Per le elezioni politiche del 1994 si candida fuori dagli schieramenti progressisti, liberali e centristi, nel collegio uninominale di Capannori per la Camera con la lista “Insieme per lo sviluppo” raccogliendo un significativo 14%, ma senza risultare eletto.

Nel 1994 torna all’attività imprenditoriale.

Fondatore e presidente di “Società Libera”, associazione con l’obiettivo di diffondere la cultura liberale e promuove iniziative di carattere nazionale e internazionale tra cui l’annuale “Premio alla Libertà”, nelle elezioni politiche del 2006 si candida al Senato della Repubblica con La Margherita nella circoscrizione Toscana, senza tuttavia risultare eletto. Ma il successivo 17 maggio viene nominato dal Consiglio dei Ministri sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali nel secondo governo Prodi, carica che mantiene fino alla fine dell’esecutivo, nel maggio 2008.

In quanto sottosegretario alla cultura, oltre ad affiancare il ministro Francesco Rutelli, Andrea Marcucci ha risposto a nome del Governo all’interrogazione del senatore Mauro Bulgarelli in tema di estensione in Italia del fair use statunitense limitativo del copyright, specificando la mancanza di necessità di una riforma legislativa in luce dell’articolo 70 della Legge sul diritto d’Autore, interpretabile in modo analogo alla normativa vigente sul fair use negli Stati Uniti d’America.

Alle elezioni politiche del 2008 è stato eletto senatore, tra le liste del Partito Democratico nella medesima circoscrizione Toscana, e successivamente nominato segretario della 7ª Commissione Pubblica istruzione e Beni culturali di Palazzo Madama.

Viene quindi candidato alle politiche del 2013, e rieletto senatore nella XVII legislatura della Repubblica Italiana, successivamente viene eletto presidente della 7ª Commissione Istruzione pubblica e Beni culturali di Palazzo Madama.

Viene rieletto di nuovo senatore nella XVIII legislatura della Repubblica Italiana, in virtù della candidatura nelle liste proporzionale del partito.

Il 27 marzo 2018 viene eletto capogruppo del Partito Democratico al Senato.

Il 25 marzo 2021, con l’arrivo del nuovo Segretario del PD Enrico Letta, viene sostituito come capogruppo da Simona Malpezzi.

È attualmente considerato uno degli esponenti delle posizioni liberali, minoritarie all’interno del Partito Democratico.

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