"Da donna a donna", la rubrica di Ornella Manzi - Ecco Alessandra Clemente

Ornella Manzi • 20 aprile 2023

Alessandra Clemente classe 87’ già Assessore al Comune di Napoli e candidata sindaco alle amministrative del 2021 , è un valido esempio di riscatto e di rivalsa. Figlia di Silvia Ruotolo , ammazzata per errore dalla camorra sotto ai suoi occhi , ha trasformato il suo dolore in impegno per la sua terra e tutela dei più deboli.

Nel 2013 a soli 25 anni hai ricevuto da parte del Sindaco de Magistris la nomina di Assessore alle Politiche Giovanili, creatività e innovazione del Comune di Napoli. Cosa rappresenta per te la politica ?


Uno strumento di potere, ma attenzione non il potere inteso come sostantivo bensì come verbo, azione, ovvero poter fare, incidere, imprimere la propria sensibilità soprattutto per i più deboli e chi vive una condizione di ingiustizia e di soprusi.


Nella classifica sull’ampiezza del divario di genere in tutto il mondo realizzata dal WEF, l’Italia conferma la sua 63esima posizione. Chi si dovrebbe assumere la responsabilità di rendere effettiva la parità di genere?


Le donne. Siamo noi artefici dei nostri passi e anche delle conquiste. Nessuno ci ha regalato nulla. Grazie al merito e alla mobilitazione politica, sociale e culturale tante cose sono cambiate ma oggi nuove sfide ci attendono come la parità salariale, l’autonomia economica e l’affermazione lavorativa, contrastare nuovi pregiudizi e luoghi comuni, interrompere la scia di violenza fisica e psicologica alla base del crescente numero di Femminicidi nelle nostre città. Accompagnare le giovani generazioni di donne alla consapevolezza dell’ autodeterminazione e all’accesso ai saperi. 


Quali sono i problemi annosi che colpiscono,secondo te,una donna giovane che sente forte il desiderio di intraprendere una carriera in politica ?


È un contesto molto maschile e machista, ho vissuto moltissimo episodi di sessismo e approccio culturale sbagliato dove non ero una collega con la quale lavorare insieme bensì da proteggere o da valorizzare oppure anche se con titoli superiori ai miei interlocutori non avvocata ma “giovane ragazza bionda”, chiamata in causa non per le mie idee o azioni ma per il “sorriso” o altri elementi legati all’aspetto fisico gradevole. 

Credo che il merito sia tutto e che con il tempo sia anche la chiave per superare episodi ostili dimostrando con i fatti risultati e concretezza, sensibilità e impegno sincero, che sono ciò che fa la differenza nella rappresentanza politica e nel rapporto di fiducia con la comunità. 


Che significa per te essere figlia del Vesuvio?


Non avere paura. C è una frase che mi emoziona molto. “Non si nasce invano sotto un vulcano” e questo richiama una dimensione ideale e collettiva alla nostra vita che merita di essere spesa per ideali e fini più grandi di noi e delle cose materiali che ci circondano. Per me sono l’uguaglianza sociale e la parità dei diritti. Combattere le ingiustizie e rompere la solitudine. 


Cosa manca alla nostra terra per essere finalmente “ libera” di splendere senza pregiudizi ?


Abbiamo tanta camorra, se pensiamo alla città di Napoli, ma anche tanta corruzione e compiacenza in politica, nell’imprenditoria, nell’opinione pubblica indifferente. Occorre rinforzare l’etica e l’empatia di tutti, grandi e piccini, lavorare alla disuguaglianza sociale, culturale ed economica molto forte che vi è. Cura dell’infanzia, istruzione e lavoro sono la strada maestra. 


Era l’ 11 giugno del 1997 quando tua madre , Silvia Ruotolo, 39 anni, viene colpita alla tempia da un proiettile destinato ad un camorrista. Cosa ricordi di quel giorno e quanto e come questo drammatico evento ha condizionato la tua vita ?


Ricordo tutto. Per questo testimonio quanto accaduto affinché tutti possano vedere con i miei occhi quanto schifo e quanta vergognosa sia la camorra, così come con i miei occhi ho visto mia madre a terra in una pozza di sangue. L’ha condizionato radicalmente, in me “batte forte il suo cuore” ed ogni cosa che faccio, penso, ogni emozione, è lei. Aveva solo 39 anni, io oggi ne ho 36, anzi tra poco il 23 aprile ne compio 36. La sua vita spezzata è la mia dose in più di vita che metto in ciò che faccio per me stessa e per la mia comunità. Affinché non accada mai più ad altri. 


Qual è la prima cosa che racconteresti di te a tua madre se avessi la possibilità oggi di parlarle?


Domanda troppo personale. Mi scuso ma vorrei restasse nel mio cuore la risposta. 


Il sogno che custodisci ancora nel cassetto e che vorresti esaudire a breve?


Contribuire concretamente all’azzeramento delle attività criminali della mia città togliendo l’oro il patrimonio piu prezioso: i loro figli, rendendoli grazie all’anagrafe del rischio e all’adozione sociale, mio programma per il quale mi batto molto, medici, architetti, falegnami, sarti, pasticcieri, pizzaiuoli, tassisti.


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