De Luca: "Con l'Autonomia grossi rischi per il Mezzogiorno"

redazione • 30 marzo 2023

Duro atto d'accusa del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nei confronti della riforma che prosegue il suo percorso parlamentare. "Quello che già è stato attuato - ha detto - è un furto di decine di miliardi a spese del Mezzogiorno. Ma nessuno pare che sia interessato alla cosa, tranne la Regione Campania"

"Rischiamo di farci male come Mezzogiorno d'Italia. L'autonomia va avanti con il suo percorso parlamentare. Quello che già è stato attuato è un furto di decine di miliardi a spese del Mezzogiorno. Ma nessuno pare che sia interessato alla cosa, tranne la Regione Campania". Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine dell'inaugurazione della nuova sede di Endoscopia Operativa all'ospedale di Mercato San Severino (Salerno), torna sul tema dell'autonomia differenziata.Quanto al comitato nazionale incaricato della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep), De Luca la definisce "un'altra truffa mediatica del mio amico Calderoli" e si chiede: "Ma si può immaginare che un gruppo di lavoro sia costituito da 62 persone, la grandissima parte docenti universitari? Quando facciamo un concorso, per riunire la commissione concorsuale di cinque docenti universitari, ci mettiamo tre mesi solo per trovare la data".



"Avevamo proposto di impegnare l'ufficio parlamentare di bilancio, che è un organismo tecnico, terzo e competente", ricorda il presidente della Regione Campania. "Stiamo perdendo tempo anche da questo punto di vista, però nel frattempo stanno bloccando decine di miliardi di euro destinati al Sud. Questa è davvero una cosa drammatica messa in atto dal ministro Fitto". L'ex sindaco di Salerno affronta, poi, la questione della carenza di personale in sanità.


"Facciamo i conti, in questo periodo, con una difficoltà drammatica, rispetto alla quale il Governo di prima e il Governo di oggi non hanno fatto assolutamente nulla", afferma De Luca. "Siamo al punto che si fa fatica a organizzare i turni nei pronto soccorso. Vediamo se ci sono nuove decisioni da parte del ministro della Salute". 

"Attendiamo - aggiunge De Luca - ma intanto la situazione rimane quella di sei mesi fa, un anno fa, assolutamente drammatica dal punto di vista del personale. Nei pronto soccorso, abbiamo una fuga dei pochi medici che ci sono per lo stress lavorativo, per i carichi di lavoro. I concorsi che si fanno vanno deserti perchè, obiettivamente, il lavoro in un pronto soccorso è stressante. Da questo punto di vista, per anni, non c'è stata nessuna decisione consapevole".

"Abbiamo mandato, per la quarta volta - attacca De Luca - la richiesta di apertura in deroga di alcuni punti nascita, Sapri, Polla, Piedimonte, Sessa Aurunca. Attendiamo le risposte da parte del Governo nazionale, mentre nei territori alcuni imbecilli fanno demagogia e propaganda".


Per De Luca, il numero chiuso a Medicina "è un altro paradosso di un Paese che vive di demenzialità. Non abbiamo medici neanche per i pronto soccorso, però nel frattempo teniamo il numero chiuso alla facoltà di Medicina.

Tenete conto che se apriamo oggi la facoltà, i medici arrivano tra sei anni. Quindi, dovremmo, intanto, lavorare per rendere utilizzabili gli specializzandi, cioè i medici laureati che fanno i corsi di specializzazione e dovremmo adeguare retribuzioni e trattamenti economici per i medici attualmente in servizio.


Ma non c'è un'idea coerente di riorganizzazione del sistema sanitario pubblico".

"La sensazione è che si sta andando verso un altro sistema, quello all'americana con le assicurazioni private", conclude De Luca. "Sono talmente gravi i ritardi del Governo che siamo autorizzati a pensare che sia in testa un altro sistema".


Fonte Agi

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