Effetto yo-yo - La rubrica di Simona Sanseverino
Effetto yo-yo - La rubrica di Simona Sanseverino

Fu domenica e Francesca decise di trascorrerla in casa con Michele. Erano tornati insieme dopo cinque anni di lontananza. Lui si era sposato con una ragazza straniera che dopo aver avuto due splendidi bambini aveva deciso di mollare lui ma non i suoi soldi… Non avevano mai smesso di sentirci. Poi lui si era trasferito a Milano per lavoro. Ricordo la invitò alla sua nuova casa per un semplice caffè… ci rimase l’intera notte!
Poi decisero di rimanere insieme… si insomma pensò che i suoi problemi non erano poi così insormontabili e si sobbarcò il peso dei figli e di una acida ex moglie… Si conoscevamo da sempre lei e Michele. Erano amanti ma per lo più grandi amici a volte quasi fratelli e nessuno meglio di lei avrebbe potuto e saputo comprendere quell’uomo. Debole ma determinato, sensibile, accomodante e dalle mille attenzioni. D’altronde anche lui conosceva molto bene lei e le sue fragilità… Sapeva che era una donna incostante ma comprensiva.
Sapeva che nonostante il suo vivere in libertà aveva bisogno di punti fermi. Ma soprattutto sapeva che per amore non avrebbe dato peso alle sventure della sua vita. Francesca era una donna giovane, attraente e di successo, che tuttavia provava la sensazione di scegliere sempre l’uomo sbagliato, di essere incapace di legare qualcuno a sé o di spingerlo a chiederle di sposarlo, ovvero di non sapere portare a compimento ciò che è considerato da molte donne come la cosa più importante: avere una relazione solida e duratura. Durante il loro rapporto Michele era rimasto in contatto con la sua ex e i suoi bambini… Si insomma non era semplice vivere con un uomo che a stento lavorava e che tutto quello che guadagnava lo destinava ai suoi figli. Non era semplice vivere con un uomo con una ex moglie predatrice, invadente che gli aveva messo contro un’intera famiglia.
Beh nessuno gli dava più credito o ragione. Michele veniva da una famiglia benestante ma che lo aveva abbandonato e spodestato non appena decise di separarsi. A Milano aveva trovato un nuovo e civile lavoro. Ma non era abbastanza. Francesca si rimboccò le maniche e si raccontò che quella era la vita. Era ciò che in quel dato momento voleva e avrebbe sostenuto ogni sforzo per mantenere quello stato. Così decisero di rimanere a guardare un bel film… La loro era una vita semplice. Fatta di sveglia, caffè, tram, lavoro, palestra, cinema, casa, sesso, qualche viaggetto e… per fortuna, le sue amiche! Nessuno dei due si faceva troppe domande e andavano incontro agli avvenimenti affrontando la vita giorno per giorno… Per molti una vita banale… per loro la stabilità… Aveva rincontrato Michele dopo anni di storie altalenanti o semplicemente non storie al punto di reggere e quasi amare quella banalità. Per anni aveva confuso il sesso con l’amore… per anni si era concessa ad uomini che dopo tre quattro appuntamenti goliardici, si erano dileguati… per anni aveva dato credito a relazioni in cui ci si vede, si sta insieme, l’indomani non ci si sente, poi ci si rivede e si ricomincia allo stesso modo. Per anni questa era stata la sua normalità. Credeva ormai che quello fosse il modo di amare dei nostri giorni.
Per anni aveva incontrato uomini bravi a “parcheggiarla” quando non avevano voglia di lei, per poi riattivare poco dopo quella specie di amore e proseguire il loro rapporto. Un vero andamento a yo-yo, in cui gli uomini sanno meravigliosamente tenere lontana una partner a proprio piacere, per poi riconquistarla con le scuse più geniali. Purtroppo la maggior parte delle donne non si capacita che tale situazione non sia basata sui sentimenti. Questa tipologia di comportamento è infatti solo un gioco, incentrato intorno all’esercizio del potere e al rafforzamento della consapevolezza del proprio valore, e per gli uomini tale scambio diventa particolarmente interessante se l’avversario, ovvero lo donna, ha una personalità forte e affascinante. Mesi, anni, di cene a due, sesso bollente, di spazzolini da denti dimenticati nel suo bagno, ma alla richiesta di una relazione più impegnata, partiva sempre il solito ritornello: «Non sono ancora pronto»…
Aveva conosciuto Pino per caso in un centro commerciale. Lui era direttore di uno dei negozi del centro. Ebbe problemi a pagare con carta di credito… lui corse in suo aiuto e seguì lo scambio dei numeri di telefono. Si videro una sera a cena… ci provò e quella volta seppe resistere… qualche sera più tardi la invitò a cena da lui. Accettò

Non fu una sera particolarmente romantica e dolce, ne da passione ardente… ma non so perché si aggrappò a quella situazione… dopo qualche giorno da quella sera lui era sfuggente. Più fuggiva più lei lo rincorreva finchè un giorno le disse: “Solo sesso e nulla di più. Voglio vivere quello che voglio con chi voglio e quando voglio”. Anche questa volta accettò. No, non era irresistibile e non scopava da Dio diceva Francesca. Forse che aveva pensato di cambiarlo, forse era troppo stanca per dire no, forse quello era meglio di niente. Beh prima di Michele era quella la sua realtà. Una realtà comune ai giorni nostri? Non saprei dirlo.
Sta di fatto che certi tipi di relazione non sono più ne mistero ne qualcosa di raro. Le disse anche che frequentava altre donne. A riprova le fece leggere messaggi al cellulare. Insomma perché rimaneva in quella storia non saprei… non era di certo innamorata ma si ossessionava all’idea di non averlo. A volte rifletteva e si diceva: “per una sera ogni tanto non ne vale la pena”… ma puntualmente lo cercava e se lui si ritraeva era pronta a tampinarlo come una stalker finchè non cedeva e le diceva si. O meglio non diceva si… si lasciava trascinare dall’istinto di quel momento. Quello di portarla a letto. Era un tipo strano. le disse anche che meno lo avrebbe cercato lui più l’avrebbe stupita… ma che vuoi farci… telefono, messaggi, pianti erano ogni volta i suoi atteggiamenti. Le sue compulsioni verso lui. Ricordo che gli è piombata sotto casa non so quante volte. Eppure non si tirava indietro.
Non rispondeva ai messaggi… non rispondeva a quelli di nessuna… ma a lei avrebbe dovuto rispondere… ed insisteva finchè non lo faceva… Si discuteva, manteneva e difendeva forte la sua libertà, le si opponeva, ma facevano l’amore senza che nulla cambiasse. Era spesso assalita da ansia… si insomma ogni volta non riusciva a stabilire se e quando lo avrebbe rivisto… voleva una relazione normale ma non distingueva la normalità da quello. Forse pensava che alla lunga si sarebbe normalizzata… o forse aveva proprio e comunque bisogno di qualcosa. E spesso si sentiva “abituata” a questo modo di vivere… a quelle sensazioni… insomma era ormai la sua normalità…
Non so neppure come si è conclusa quella pseudo relazione. Forse dilatando i tempi… forse con qualche sovrapposizione cioè qualche altro uomo libero e strampalato… Non dico che con Michele ha dimenticato tutto…. Ma si è tranquillizzata… cioè ora distingue il sesso dall’amore … una relazione da un’avventura… un rapporto sano dalla follia… Ecco perché tutta questa normalità non la spaventa. Ecco perchè trascorre volentieri la domenica a guardare film… certo a volte si chiede, perché la conosco, se sia solo compagnia. A volte le manca la sensazione di ansia e compulsione… la passione… e si chiede se è quello il vero amore… ma solo a volte. Per il resto sta bene
