Nicola Fratoianni (Si-Verdi):"No al nucleare, sì a cannabis legale e salario minimo"

Felice Massimo De Falco • 9 settembre 2022

Nicola Fratoianni (Si-Verdi):"No al nucleare, depenalizzazione della cannabis e salario minimo; il no al nucleare non è una posizione di Fratoianni ma dei cittadini italiani, che si sono espressi per due volte contro il nucleare, con i referendum del 1987 e del 2011;consumare, coltivare e vendere legalmente la cannabis agli adulti non può essere un tabù. Il proibizionismo ha fatto solo danni; per quanto riguarda i salari: non c’è bisogno di essere economisti per comprendere quanto diffusi siano i salari da fame e una precarietà che non permette una vita degna; la sfida è unica. E' la transizione energetica è la più importante dei prossimi anni. Racchiude tutto: lavoro, sostenibilità, infrastruttura e mobilità, giustizia sociale e climatica, innovazione e istruzione. Deve nascere una nuova coscienza per il clima e per l’ambiente; Dico sì al suicisio assistito, allo ius soli e allo Ius Scholae, sì alle adozioni di figli da parte di coppie gay

- No al nucleare, depenalizzazione della cannabis e salario minimo nel programma di Fratoianni. Ci spieghi meglio punto per punto.

Il no al nucleare non è una posizione di Fratoianni ma dei cittadini italiani, che si sono espressi per due volte contro il nucleare, con i referendum del 1987 e del 2011. In più, per stessa ammissione dell’amministratore delegato dell’Enel Starace non è conveniente iniziare a costruire nuove centrali con la tecnologia esistente. Basti pensare che per la nuova centrale nucleare di Flamanville in Francia in costruzione dal 2007 e i cui lavori non sono ancora terminati, i costi sono passati da 3,7 miliardi a ben 19 miliardi di euro. Per quelle di nuova generazione, tanto propagandate dagli ultras dell’atomo, se ne parlerà forse tra il 2035 e il 2040.

Consumare, coltivare e vendere legalmente la cannabis agli adulti non può essere un tabù. Il proibizionismo ha fatto solo danni, basta vedere le nostre carceri e i guadagni realizzati dalle mafie dalla commercio della cannabis che si aggirano intorno ai 10 miliardi di euro. Legalizzazione vuol dire di fatto fare la una grande patrimoniale contro le mafie, un colpo durissimo alle organizzazioni criminali del nostro Paese. Inoltre sarebbero 8 i miliardi di euro che lo Stato italiano ricaverebbe da una cannabis legale e tassata, senza contare le risorse risparmiate nella repressione. Non c’è molto altro da aggiungere.

Per quanto riguarda i salari: non c’è bisogno di essere economisti per comprendere quanto diffusi siano i salari da fame e una precarietà che non permette una vita degna, nel nostro Paese: sono il risultato di anni di leggi penalizzanti per lavoratrici e lavoratori, soprattutto giovani. Precari, ricattati, costretti ad accettare ogni condizione di lavoro. Noi diciamo una cosa semplice, sotto i 10 euro l’ora non è lavoro ma è sfruttamento. Sotto non si deve andare, per legge.

- Il fine è ambizioso: tenere insieme giustizia ambientale e sociale, unire la battaglia contro il cambiamento climatico a quella per la diminuzione dell'orario di lavoro. Come intendete farlo?


La sfida è unica. E' la transizione energetica è la più importante dei prossimi anni. Racchiude tutto: lavoro, sostenibilità, infrastruttura e mobilità, giustizia sociale e climatica, innovazione e istruzione. Deve nascere una nuova coscienza per il clima e per l’ambiente. Vanno fatti grandi investimenti sulle rinnovabili per abbandonare al più presto le fonti fossili da cui al momento siamo dipendenti. Si deve investire sul trasporto pubblico, gratuito fino ai trent’anni, e sulla filiera dell’auto elettrica, favorendo l’acquisto di vetture piccole ed ecologiche. Si deve premiare chi inquina di meno e penalizzare chi inquina di più. Dobbiamo essere una delle economie capofila nella transizione ecologica: così usciremo dalla crisi in percorso virtuoso che porterà sostenibilità, lavoro e benessere. L’innovazione tecnologica può diventare un’occasione per migliorare la nostra qualità della vita, oppure lo strumento per far aumentare i profitti di pochi e la disoccupazione di molti. Per questo riteniamo si debba partire istituendo da subito un fondo per incentivare le imprese a sperimentare giornate e settimane di lavoro più brevi, senza intaccare il reddito dei lavoratori.

- Centodieci punti, suddivisi in 15 pilastri: lavoro, diritti e welfare. Il primo capitolo riguarda l'energia: come affrontereste la crisi energetica innanzitutto.C’è stata speculazione delle multinazionali, le tasserete?

La crisi energetica in atto ha due attori: chi la subisce e chi ci guadagna. La subiscono le famiglie che vedono aumentare le bollette a dismisura, le imprese che si trovano davanti a costi enormi per la produzione e i piccoli esercenti, indecisi se chiudere o rimanere aperti dopo aver ricevuto le prime bollette decuplicate. Ci speculano i grandi gestori energetici, che hanno tassi di crescita dei profitti fino al mille percento. Una speculazione che è iniziata ben prima della guerra in Ucraina che ha peggiorato ulteriormente le cose. Da settembre ad oggi le multinazionali hanno guadagnato 50 miliardi in più, i famosi extraprofitti. E quando il Governo ha provato a tassarli, in modo secondo noi insufficiente, al 25%, le compagnie non hanno pagato cercando vie di fuga in punta di diritto. Dei 10 miliardi che dovevano arrivare ne è arrivato poco più di uno. Noi diciamo che quei 50 miliardi di extraprofitti vadano presi tutti e ora, a beneficio di famiglie e imprese. Tassazione al 100% dei guadagni in più.

- Riduzione delle emissioni: come si fa?


Partiamo da un dato: la scienza ci dice che a livello globale possiamo e dobbiamo ridurre del 70% le emissioni annuali di gas serra nei prossimi otto anni per rimanere entro 1,5 gradi. Quindi tutte le scelte che facciamo devono avere un’unica direzione di marcia. Alleanza Verdi e Sinistra vuole introdurre una Legge per il Clima: uno strumento normativo che intervenga su tutte le scelte politiche, anche di altri settori, con obiettivi vincolanti, anche per regioni e comuni.
Vogliamo raggiungere la produzione di energia da fonti rinnovabili al 80% entro il 2030 e quasi al 100% nel 2035. Per fare questo serve sbloccare la produzione di 60 gigawatt da solare ed eolico nei prossimi 3 anni. È fattibile. Soprattutto se lavoriamo per la democrazia energetica e cioè l’autoproduzione, utilizzando i tetti delle case, degli edifici pubblici e degli edifici produttivi. Una misura che abbiamo chiamato “tetti verdi”.

- Diritti civili: cosa pensa del fine vita?

Serve al più presto una legge che ascolti le disperate richieste di tante e tanti di poter mettere fine alla propria vita con dignità. Gli estenuanti pellegrinaggi della disperazione oltreconfine, portati avanti da persone sofferenti sono una vergogna per il nostro Paese.

- Favorevoli allo Ius Scholae?

Favorevole allo Ius Scholae e anche allo Ius Soli. È inconcepibile che chi studia in Italia nel banco a fianco dei nostri figli non sia italiano. Spesso ci è anche nato, o è arrivato da piccolissimo. Tutto lo lega al nostro Paese. Considerarli stranieri è una discriminazione insopportabile.

- Cosa pensa delle adozioni di figli alle coppie gay?

Alleanza Verdi e Sinistra sostiene l’estensione dei diritti e dei doveri delle coppie eterosessuali anche alle coppie dello stesso sesso, il matrimonio egualitario in una semplice formula. Ritengo sia necessario l’accesso alle adozioni per persone single e per le coppie dello stesso sesso, accesso ai percorsi di procreazione medicalmente assistita per donne e coppie di donne, riconoscimento di pari diritti per i figli e le figlie con genitori dello stesso sesso. Basta coppie di serie A e coppie di serie B. Chi dice che le coppie omosessuali dovrebbero accontentarsi delle unioni civili, come fa Giorgia Meloni, sarà sconfitto dalla storia.

- Che politica industriale avete?

La stagione delle privatizzazioni ci ha regalato un Paese che non ha più politica industriale. Negli anni abbiamo perso la centralità dei grandi gruppi industriali e siamo diventati terreno di caccia per investitori esteri che acquisiscono le imprese italiane per sfruttarne brevetti per poi liquidarne la capacità produttiva delocalizzando altrove. È una tendenza che va invertita attraverso un forte e diretto intervento pubblico nell’economia che deve promuovere investimenti nei settori strategici, in stretta connessione con ricerca e università. Penso inoltre che sia tempo di tornare a un controllo pubblico e reti infrastrutturali e servizi essenziali al Paese, come acqua ed energia. In ultimo due parole sulle delocalizzazioni: chiunque porti all’estero la produzione deve restituire i contributi ricevuti negli ultimi 5 anni, compresi sgravi contributivi e vantaggi fiscali. Deve finire il tempo in cui si chiede e basta senza restituire niente alla collettività andando a produrre all’estero.

- E sulle tasse come la pensate? Patrimoniale?

In Italia il 5% più ricco della popolazione possiede la stessa ricchezza dell’80% più povero. Siamo per una tassazione progressiva, che è quello che dice anche la nostra Costituzione. Chi ha poco paghi poco, chi ha tanto paghi di più, chi ha tantissimo paghi ancora di più. È quello che si chiama giustizia sociale, con un termine un po’ passato di moda. Noi proponiamo di abolire l’IMU sulla seconda casa e di aumentare la tassazione sui patrimoni o superiori a 5 milioni di euro, con un’imposta progressiva che cresca fino al 2% oltre i 50 milioni.

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