Hlva e Manipolazioni Vertebrali

Iazzetta Giuseppe • 10 giugno 2022

Sono realmente efficaci e quali sono i rischi e i benefici?

La manipolazione è una tecnica di mobilizzazione attiva e/o passiva applicata da un terapista, osteopata o chiropratico i cui effetti e benefici sono ampiamente dimostrati dalla letteratura e ricerca scientifica. In particolare gli HLVA, che è l'acronimo di high velocity and low amplitude, cioè mobilizzazioni ad alta velocità e bassa ampiezza, sono quelle mobilizzazione che destano soprattutto in chi le riceve un certo scettiscismo riguardo l'efficacia e la cura. Il movimento viene effettuato al limite del range di movimento e spesso accompagnato da un udibile "crack", dovuto essenzialmente a un fenomeno detto di cavitazione. All'interno dell'articolazione si liberano delle bolle di gas che implodono a causa della variazione di pressione generata dalla mobilizzazione dando seguito al "crack" o al "pop" che spesso accompagna il culmine delle manovre. Tra gli effetti già ampiamente dimostrati da tali manipolazioni bisogna menzionare in primis la riduzione della stiffness, cioè della rigidità dell'articolazione, con aumento conseguente del range di movimento articolare e la riduzione del dolore soprattutto nei soggetti che ne soffrono cronicamente. Si attribuiscono a questo tipo di manipolazioni anche effetti neuroendrocrini, dovuti alla liberazione di citochine antinfiammatorie e aumento della produzione di anticorpi. Ultimo ma non meno importante è l'effetto psicologico che caratterizza le manipolazioni ad alta velocità e bassa ampiezza. I pazienti che periodicamente si rivolgono ai professionisti che le applicano ne ricevono utili segnali che interessano la sfera psicologica dichiarando una sensazione di rinnovato benessere psicofisico.

Non tutti i pazienti posso rivolgere la loro attenzione verso questo tipo di manipolazioni. Esistono specifiche controindicazioni che devono essere attentamente osservate. E' da escludere la classe di pazienti che presentano una diminuzione della massa ossea (Es. osteoporosi) e  le patologie che presentano un indebolimento osseo generalizzato, deficit neurologici centrali gravi e malattie cardiovascolari (es. aneurismi) e tutti i casi in cui il posizionamento dei pazienti presenti una soglia del dolore molto alta o una elevata resistenza. La ricerca scientifica proprio in questo senso sta evolvendo nella selezione di criteri di differenziazione e selezione dei pazienti e nella scelta dei migliori programmi e tecniche che possano rendere le tecniche quanto più applicabili possibile in termini di efficacia e sicurezza. L'utilizzo della metodologia della metanalisi bayesiana è uno degli strumenti statistici su cui orientare la scelta per effettuare approfondite indagini di ricerca e selezione dei pazienti per arrivare a prove inconfutabili di efficacia e sviluppare protocolli di terapia che possano essere mirati alla scelta delle giuste tecniche tra le centinaia messe a disposizione dai formatori e dalla storia della tecnica osteopatica. Un altro parametro a cui gli studi scientifici e la ricerca sta lavorando e l'ottimizzazione corretta sulla distanza da intercorrere tra le varie sedute tali da sviluppare protocolli di trattamento che possano essere più ampiamente condivisi tra gli addetti ai lavori.

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