Infanzia, con più servizi donne non costrette a rinunciare al lavoro

Redazione • 5 maggio 2022

Infanzia, con più servizi donne non costrette a rinunciare al lavoro

In tutta Europa resistono ancora forti disparità di genere nel mondo del lavoro tra donne e uomini. Disparità che spesso diventano ancora più evidenti alla nascita di un figlio.

Nel 2020 in media in Ue sono state occupate il 73,2% delle donne tra 20 e 49 anni contro l’83,9% degli uomini della stessa età. In assenza di figli, il divario si riduce: le donne europee che lavorano sono il 76,2%, gli uomini il 79,1%. Viceversa invece i divari tendono purtroppo ad allargarsi: le donne con figli occupate scendono al 71,2% mentre il tasso di occupazione per gli uomini sale all’89,1%. Un gap che quindi passa da meno di 3 a quasi 18 punti di differenza.

Questa dinamica è ancora più evidente nel nostro paese. 28,3 punti di divario tra il tasso di occupazione maschile e femminile in presenza di un figlio in Italia.


Sempre restando nella fascia tra 20 e 49 anni, nel nostro paese in presenza di un figlio lavora l’83,5% dei maschi e solo il 55,2% delle donne. Un divario superiore ai 28 punti percentuali, più ampio non solo della media Ue (17,9 punti) ma anche rispetto a quello di tutti gli altri paesi europei. Superiore ad esempio a quello greco (27 punti), ceco (26,5), ungherese (26,3) e slovacco (22,8). Indice di un assetto familiare ancora piuttosto basato - seppure meno del passato - sul modello del male breadwinner (Lewis, Naldini, 2001). Un modello centrato su una divisione rigida e predeterminata dei ruoli familiari, per cui il sostentamento è principalmente o esclusivamente in carico al membro maschile della famiglia, con la donna a svolgere compiti di cura in ambito domestico.


Ciò ha numerose implicazioni. In primo luogo, di fatto ostacola la possibilità che le donne lavorino se diventano madri (cosa che non succede - o succede molto meno - per gli uomini). Una tendenza tanto ingiusta quanto anche controproducente in termini sociali ed economici. Economicamente condanna il nostro paese a un basso livello di occupazione e quindi a un mercato del lavoro più fragile ed esposto a rischi. Socialmente, rendere quella tra famiglia e lavoro una scelta esclusiva significa condannarsi alla natalità declinante che caratterizza il nostro paese ormai da molti anni.


È soprattutto la presenza di figli piccoli ad abbattere il tasso di occupazione nel nostro paese. In Europa se il figlio minore ha fino a 6 anni, in media lavorano 2 donne su 3. Ma la quota supera le 3 donne su 4 (75% di occupate) in Portogallo, Slovenia, Paesi Bassi, Svezia, Lituania, Lussemburgo e Danimarca. In Italia al contrario meno del 52% delle donne risultano occupate se il figlio più piccolo ha meno di 6 anni. Una quota superiore solo a quella ceca (40,9%), slovacca (40,2%) e ungherese (38,6%).


Invertire questa dinamica richiede uno sforzo culturale e sociale, che concretamente può partire proprio dall'estensione della rete di asili nido e servizi prima infanzia sul territorio. Tale estensione è un obiettivo prioritario, in primo luogo per l'impatto educativo sul percorso del bambino. Accanto a questo valore aggiunto vi è quello di una migliore possibilità di conciliazione dei tempi per le famiglie.

Il Pnrr ha posto l'estensione dei servizi per la prima infanzia tra i suoi obiettivi prioritari. Si tratta di una sfida di fondamentale importanza, sia per il diritto educativo dei minori che per il concreto contrasto alle disparità di genere nel nostro paese.


Fonte: Openpolis


Share

Tutti gli articoli

Autore: Iazzetta Giuseppe 26 maggio 2025
La cura del verde e il suo risvolto psicofisico
Autore: Iazzetta giuseppe 25 maggio 2025
Capitolo 1
Autore: Marianna Marra 19 maggio 2025
Marianna Marra : "Gennaro Regina discende da una famiglia di editori d’arte e librai antiquari dal 1880, custode di quel cordone ombelicale a tre vasi che tutt'ora gli consente un prolifico scambio di sangue con la sua terra madre adorna di storia e di simbologie ".
Autore: Felice Massimo De Falco 16 maggio 2025
La resilienza di Alessia è una sintassi fluida, fatta di un sé che agisce, di sorrisi che trasformano, di una comunità che accoglie, di pause che creano, di una malattia che insegna. È una lingua che rifiuta la fretta e abbraccia la connessione, che trova bellezza nel ritmo lento di un sorriso condiviso. In Ritratti a viva voce, celebrato l'11 maggio 2025 a San Quirico d’Orcia, Alessia è una strofa di un poema collettivo, una donna che, con ogni risata, ricorda al mondo che la resilienza non è solo sopravvivere: è vivere, amare e costruire, un sorriso alla volta.
16 maggio 2025
Il progetto si pone come baluardo contro quella che le promotrici descrivono come una deriva culturale, morale e sociale, proponendo una presenza femminile che coniughi fermezza e cura. «Donne di Destra è un invito a tutte le donne a impegnarsi attivamente, non per occupare spazi di potere, ma per costruire una politica che guardi al futuro senza dimenticare le nostre radici», affermano le quattro fondatrici, evidenziando il ruolo della donna come custode di valori e tradizioni.
Autore: Iazzetta 13 maggio 2025
A due giornate dal termine, si rincorrono i sogni tra dubbi e passione del popolo partenopeo, sempre pronto a sostenere ed osannare i loro amati beniamini. In una stagione tra alti e bassi in cui sembra essersi ritrovata la calma, la serenità e il temperamento visto con intensità nella stagione di "spallettiana" memoria. Quest'anno, tutto sembra possibile, l'ammiccamento al quarto scudetto è avvenuto con successo e il sogno di tanti giovani partenopei e di correre in strada a festeggiare cucito al petto il quarto scudetto napoletano. I sacrifici tanti, ci sono stati, il gioco di Mister Conte ha prodotto ottimi risultati, sebbene qualche lacuna in termini di intensità e di cinismo si sia evidenziata più volte nell'arco della stagione, non ultimo il pareggio di Genoa, in cui la squadra pur producendo un ottimo gioco, si è fatta raggiungere ben due volte. Resta importante mantenere la calma , in questo finale di stagione e tirare fuori gli artigli, lasciar andar via le pressioni e le paure, usare la tenacia e la regolarità che ha contraddistinto i nostri beniamini.
Autore: Mario Sorrentino 12 maggio 2025
Educare alla consapevolezza della sessualità significa rendere più consapevoli i ragazzi rispetto alle inevitabili implicazioni di tipo psichico e sociale che la diversità sessuale comporta.I genitori solitamente aspettano che siano i figli a rivolgere loro delle domande, a loro volta i ragazzi, spesso faticano a fare tali domande per l’imbarazzo che potrebbe comportare. La paura di essere giudicati o di porre quesiti “sbagliati” induce i giovani adolescenti, e non solo, a non confrontarsi né con le figure adulte di riferimento (genitori, insegnanti) né con i pari; i ragazzi e le ragazze cercano le risposte ai loro quesiti sui social, su Internet o su qualche blog spesso gestito da altri pari. Tutto questo genera risposte poco precise ma soprattutto non sempre o non del tutto corrette, con il rischio di diffondere false credenze e aspettative errate sulla sfera sessuale, emotiva e relazionale.
Autore: Felice Massimo De Falco 11 maggio 2025
"Quel che so di loro" è un memoir politico che intreccia analisi storica e riflessione personale, offrendo un ritratto lucido e critico della Seconda Repubblica. Elio Vito emerge come un testimone privilegiato delle trasformazioni del berlusconismo, da esperimento liberale a forza subalterna alla destra, e della crisi della politica italiana, segnata da trasformismo e disaffezione. La sua storia è quella di un radicale che ha cercato di portare i valori di libertà e giustizia in un partito che, col tempo, ha smarrito la propria identità: “La libertà, vince, sempre. Anche le mie dimissioni, in fondo, sono state un piccolo gesto di libertà” .
Autore: Felice Massimo De Falco 5 maggio 2025
“La follia non è solo un’ombra, ma una luce che illumina il genio. Nei miei studi su grandi personalità, ho visto come il dolore mentale possa trasformarsi in forza creativa". Ghaem i, con quest’opera, ci invita a ripensare la leadership attraverso la lente della psichiatria, mostrando come qualità legate a disturbi dell’umore – realismo, empatia, resilienza e creatività – abbiano reso leader come Lincoln e Churchill eccezionali in tempi di crisi, mentre figure come Sherman e Ted Turner hanno brillato per la creatività bipolare. Combinando storia e psichiatria, Ghaemi dimostra che la ‘normalità’ di leader come Chamberlain o Bush può fallire, e che persino alcune follie, come la psicosi, possono generare dispotismo, offrendo una visione audace che destigmatizza la malattia mentale e ne rivela i benefici per la società.” La prefazione è a cura della professoressa Liliana Dell'Osso, Presidente della Società italiana di Psichiatria.
Autore: Felice Massimo De Falco 3 maggio 2025
La sua mission è tornare a considerare i pazienti come persone prima ancora che malati.
Altri post