La classe media è sparita o si nasconde?

Mario Volpe • 16 febbraio 2023

La classe media è sparita o si nasconde?

L’uomo è nato per creare, ne era convinto il filoso americano Michael Novak che amava ripetere: La vocazione umana è quella di immaginare, inventare o osare nuove imprese.

Certamente tra le creazioni dell’intelletto vi è il concetto di classe media, ovvero quella parte di popolazione formata da piccoli imprenditori e professionisti, oltre a stipendiati di alto livello, collocati per capacità di reddito tra l’aristocrazia e la classe proletaria. Almeno questa è la definizione con cui, grosso modo, il dizionario Trecani definisce un’ampia parte di popolazione a cui molti economisti hanno attribuito un importante ruolo nell’impalcatura economica del nostro paese. 


La classe media, o ceto medio, è un concetto di appartenenza sociale esistente in tutti i paesi europei e nelle nazioni industrializzate ed economicamente avanzate, dal momento che la tenuta del benessere nazionale dipende spesso da questa fetta di popolazione con una buona capacità di spesa, ma non così ricca da poter dirottare ovunque nel mondo e con facilità i suoi acquisti, e non troppo povera da non avere la possibilità di garantire un apporto costante di consumi. Del resto, la consistenza economica di una comunità si regge, da sempre, sullo scambio tra la domanda e l’offerta e la classe media è uno dei protagonisti principali di tale scambio.


Il professor Franzini, docente dell’Università Luiss, ne è convinto al punto da approfondire ricerche sull’argomento. Un suo studio, sulle capacità di reddito della popolazione italiana, colloca la classe media in quella fascia di individui capaci di generare un reddito da trentacinquemila e sessantamila euro annui. Il dato tende a stabilizzare la consistenza numerica della classe media non facendo registrare variazioni significative tra il 2002 al 2018. Contrariamente, però, negli ultimi dieci anni si è registrata una crescita reddituale dal 4% al 6%.

Allora perché, negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di una contrazione del ceto medio, fino alle previsioni catastrofiche di una sua possibile sparizione?

 

La risposta più ovvia resta la crisi lunga economica che –per diverse ragioni– ha favorito la chiusura di molte piccole realtà imprenditoriali, travasando le realtà di aziende locali, incapaci di reggere il confronto con le nuove realtà economiche, nei grossi centri di distribuzione e nei colossi dell’imprenditoria sul web, che hanno fagocitando diverse realtà imprenditoriali territoriali. Nuovi concetti di produzione che hanno scosso il mondo del lavoro, spingendo verso un’obsolescenza precoce molti mestieri a vantaggio di altri. Inoltre, seguendo sempre le osservazioni del professor Franzini, sebbene la ricchezza media degli italiani sia cresciuta, insieme ai redditi pro-capite, come evidenziano le dichiarazioni dei redditi degli ultimi anni, di pari passo e in percentuale maggiore è cresciuta la spesa per i beni di prima necessita, l’energia e i servizi per la salute il ché ha alzato l’asticella tra la classe povera e quella benestante, ma nello stesso tempo ha aumentato il divario con la popolazione ricca che ha visto, si fa per dire, un declassamento del suo stato in favore di una minoranza di super-ricchi che per collocazione finanziaria e capacità operativa hanno potuto accrescere a dismisura i propri patrimoni.


Non bisogna, infine, dimenticare che la costante capacità di spesa (che da sempre ha identificato la classe media), è stata erosa nel tempo dalle sottoscrizioni di mutui o da prestiti contratti dalle famiglie per acquisti di beni mobili e di nuova tecnologia. Di conseguenza, il patriziale dirottamento dei salari per il pagamento di tali impegni ha escluso una buona parte dei consumatori dal circo degli acquisti quotidiani, favorendo la percezione dell’assenza della classe media tra le trame del tessuto economico.  Il problema ha naturalmente anche risvolti di natura culturale e demografica oltre che fiscale che non può essere esonerata dalle sue responsabilità dal momento che soffoca costantemente il libero sviluppo economico terreno fertile su cui attecchisce e prospera la cosi detta classe media.  


di Mario Volpe - scrittore


Share

Tutti gli articoli

Autore: Felice Massimo De Falco 3 novembre 2025
Anna Poerio Riverso non scrive una biografia: tesse un arazzo familiare dove ogni filo è un documento inedito, ogni nodo un’emozione trattenuta. Con rigore accademico e pudore affettivo, l’autrice ci guida tra lettere autografe, poesie manoscritte, atti processuali, fino a farci toccare la carta ingiallita su cui Carlo, incatenato, annotava: «La catena è pesante, ma più pesante è il silenzio di chi sa e tace». In sole 128 pagine, dense come un distillato di storia vissuta, il volume si articola in capitoli che si intrecciano come i rami di un ulivo secolare, radicato nel suolo meridionale proteso verso l’epica nazionale. Ma un solo luogo accoglie per sempre i resti di una Famiglia di Patrioti: Pomigliano d’Arco. Potremmo chiamare Pomigliano in mille modi: Stalingrado del Sud per le sue lotte operaie, città di solerti lavoratori, terra di grandi figli come il presidente della Repubblica Giovanni Leone e tanti altri. Ma quando il sole tramonta dietro il Vesuvio e il vento passa tra le croci del cimitero, Pomigliano d’Arco resta la città dei Poerio e degli Imbriani. Perché qui non è sepolto solo il loro corpo: è sepolta la parte migliore di noi.
Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Altri post