LA MISTERIOSA FIGURA DEL PRINCIPE DI SANSEVERO

Vera Dugo Iasevoli • 13 giugno 2023

Nel 1734, l'illuminato Carlo IIII di Borbone fu incoronato re di Napoli e di Sicilia e iniziò un rinnovamento politico e urbanistico, chiamando nella capitale tutti i nobili delle provincie, fra cui anche il giovane principe Raimondo. Questi nobili chiamati a Napoli dal re, iniziarono, sotto suo invito, il rinnovamento, la costruzione o la ricostruzione dei loro palazzi signorili di città. Raimondo, entrato nelle simpatie del Sovrano per le sue qualità di condottiero, scrittore e scienziato, fece altrettanto con la sua dimora di piazza San Domenico, alla quale era annessa una piccolissima cappellina dedicata alla Madonna della Pietà, detta Pietatella, considerata oggi uno dei complessi artistici napoletani fra i più famosi e interessanti, oltre che dal punto di vista artistico, anche per le numerose e misteriose simbologie che vi si trovano, spesso di difficile se non impossibile decodificazione, nonché per le cosiddette “macchine anatomiche” (corpi umani il cui sistema circolatorio fu pietrificato mentre erano ancora in vita, o semplici manichini riprodotti ingegnosamente?) e forse per l’ancora più famoso “Cristo velato” (superba opera di scultura, o corpo umano vivente pietrificato?)

di Vera Dugo Iasevoli


Raimondo di Sangro nacque a Torremaggiore nel 1710, rimanendo già ad un anno orfano della madre, morta di parto. Il padre Paolo, che in un primo tempo aveva reagito, al grande dolore della perdita, dandosi ad una vita dissoluta, fu in seguito convinto da Benedetto XIII, suo parente, a darsi alla vita monastica.


Quando il nonno Raimondo, principe di Sansevero, morì, suo figlio Paolo non poté ereditarne il titolo in quanto si era ormai ritirato in convento, per cui esso spettò al giovane nipote, omonimo del nonno, che era stato frattanto severamente educato in collegio a Roma, fino all'età di venti anni e che aveva sviluppato una particolare curiosità e predilezione per l'alchimia e gli studi scientifici in generale.


Nel 1734, l'illuminato Carlo IIII di Borbone fu incoronato re di Napoli e di Sicilia e iniziò un rinnovamento politico e urbanistico, chiamando nella capitale tutti i nobili delle provincie, fra cui anche il giovane principe Raimondo. Questi nobili chiamati a Napoli dal re, iniziarono, sotto suo invito, il rinnovamento, la costruzione o la ricostruzione dei loro palazzi signorili di città. Raimondo, entrato nelle simpatie del Sovrano per le sue qualità di condottiero, scrittore e scienziato, fece altrettanto con la sua dimora di piazza San Domenico, alla quale era annessa una piccolissima cappellina dedicata alla Madonna della Pietà, detta Pietatella, considerata oggi uno dei complessi artistici napoletani fra i più famosi e interessanti, oltre che dal punto di vista artistico, anche per le numerose e misteriose simbologie che vi si trovano, spesso di difficile se non impossibile decodificazione, nonché per le cosiddette “macchine anatomiche” (corpi umani il cui sistema circolatorio fu pietrificato mentre erano ancora in vita, o semplici manichini riprodotti ingegnosamente?) e forse per l’ancora più famoso “Cristo velato” (superba opera di scultura, o corpo umano vivente pietrificato?).




Ed è in questa abitazione che si svolsero tutti i suoi esperimenti, ancora oggi avvolti nella leggenda e nel mistero e dei quali non si è riuscito mai a sapere tutta la verità, ma sui quali, già nel 1766, era stato pubblicato un libello anonimo intitolato “Breve nota di quel che si vede in casa del Principe di Sansevero”.


Stregone? Millantatore? assassino? o scienziato ante litteram, con la sua "carrozza marittima", il "lume eterno", la "stoffa impermeabile", lo "stabilimento tipografico", le "macchine speciali"?

Molti attribuivano al principe qualità diaboliche, patti con Satana, e il potere di operare il male, mentre oggi alcuni pensano che tutte queste siano solo leggende popolari e lo ritengono, piuttosto, uno studioso: “ante litteram”, comunque tipico del suo tempo, ovvero un tipico interprete del periodo borbonico e dell'illuminismo napoletani.

La sua figura, ancor oggi avvolta nel mistero, sembra che abbia raggiunto il massimo della crudeltà con la realizzazione delle macchine anatomiche che, per qualcuno sono solo manichini ben realizzati, mentre per altri sono veri e propri esseri umani sottoposti ai suoi terribili esperimenti, a causa dei quali sembra che, inavvertitamente, sia morto anche il suo primogenito Vincenzo.


Perfino la sua stessa morte, avvenuta poco dopo quella del figlio, a sessantadue anni, è avvolta nel mistero e contribuisce ad alimentare la leggenda, poichè il suo avello risulta vuoto e il suo corpo non si sa dove sia stato sepolto........forse… rapito da Satana, col quale aveva stabilito davvero un patto diabolico?


Share

Tutti gli articoli

Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Autore: Marianna Marra 3 luglio 2025
"I giovani e la salute mentale". Conoscere per normalizzare l'accesso alle cure, normalizzare per non stigmatizzare, non stigmatizzare per prevenire e curare senza paura né pregiudizio. Conoscere per potersi affidare, affidarsi per poter guarire.
Altri post