Le separazioni e i divorzi tornano ai livelli pre Covid

Redazione • 7 marzo 2023

Le separazioni e i divorzi tornano ai livelli pre Covid

Nel 2021, le separazioni sono state complessivamente 97.913 (+22,5% rispetto all’anno precedente), tornando esattamente ai livelli pre-pandemici.
Nello stesso anno, i divorzi sono stati 83.192, il 24,8% in più rispetto al 2020 e il 16,0% in meno nel confronto con il 2016, anno in cui i divorzi sono stati finora più numerosi (99.071). È quanto emerge dal report Istat su
matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi nell'anno 2021. 

Dopo l’aumento registrato tra il 2015 e il 2016 (da 91.706 a 99.611; +8,6%), le separazioni hanno mantenuto uno stesso livello con piccole oscillazioni fino al 2019. Ma anche l'andamento dell'instabilità coniugale ha subito l’impatto della pandemia, soprattutto nel periodo delle chiusure degli uffici e delle restrizioni alla mobilità. In particolare, nel caso dei provvedimenti presso i tribunali, la conclusione dei procedimenti del 2020 e del 2021 ha riguardato separazioni e divorzi iniziati negli anni precedenti.

La composizione tra separazioni/divorzi consensuali e giudiziali, nel 2021, risulta pressoché invariata rispetto all’anno precedente. L’85,5% delle separazioni si è concluso consensualmente (percentuale rimasta pressoché stabile nell’ultimo decennio). Più contenuta è la quota di divorzi consensuali (70,9%) ma sostanzialmente in linea con l’anno precedente (71,7%).


Dopo il picco del 2016 (78,2%) la proporzione di divorzi consensuali decresce per tornare in prossimità del valore di inizio decennio (72,4% nel 2010). 


Nei primi 9 mesi del 2022 crescono in misura marcata (+32,0%) le unioni civili. 
Nel 2021 sono state costituite 2.148 unioni civili tra coppie dello stesso sesso presso gli Uffici di Stato Civile dei Comuni italiani, che con un aumento del 39,6% rispetto al 2020 (anno di generale contrazione) tornano sostanzialmente ai livelli del 2019 (2.297 unioni civili).
 
Il 34,5% delle unioni civili è nel nord-ovest, seguito dal Centro (27,2%). Tra le regioni in testa si posiziona la Lombardia con il 21,8%; seguono Lazio (13,8%) ed Emilia-Romagna (10,1%). Considerando i tassi per 100mila residenti, la Toscana si colloca al primo posto (5,6 per 100mila) seguita dal Lazio (5,2) e dalla Lombardia (5,0).
 
Emerge poi con particolare evidenza il ruolo attrattivo di alcune metropoli. Nel 2021 l’8,5% delle unioni civili si è costituito nel comune di Roma e il 6,6% in quello di Milano.
 
Si conferma anche nel 2021 la prevalenza di unioni tra uomini (1.225 unioni, il 57,0% del totale), pur se in diminuzione rispetto sia all’anno precedente (62,4%) sia all’anno pre-pandemico (62,2%).
 
La ripartizione con la più alta incidenza delle unioni tra uomini è il sud (59,3%) mentre tra le regioni spicca l’Umbria (68,6%).

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