Minori e dipendenza dal gioco, un problema serio - di Mario Sorrentino
Nonostante che la legge vieti espressamente l’accesso di minorenni nei suddetti locali, vedere ragazzini che escono da sale newslot o VLT è ormai divenuta una prassi quotidiana alla quale nessuno, comprese le Forze dell’Ordine, fa più caso! Alcuni studi hanno evidenziato la correlazione tra la proposta ai bambini di giochi in cui l’azzardo è implicito, in modo tale che non se rendano conto, per poi farlo diventare sempre più palese col salire di età. La modalità di gioco dei giovani, crescendo, cambia e si sposta su altre piattaforme che propongono partite a ogni ora del giorno.

di Mario Sorrentino, già dirigente scolastico
Da diversi anni lo Stato italiano anziché tutelare le famiglie, come prevede l’articolo 31 della Costituzione, si è trasformato in uno Stato biscazziere.
Il gioco d’azzardo è divenuto una costante in tutti i pubblici esercizi e l’Italia ha raggiunto il non invidiabile record di un milione di ludopatici accertati (più tre milioni a rischio), che costano al Servizio Sanitario Nazionale quasi due miliardi di euro l’anno.
A lanciare l’allarme, documentato dai dati di numerosi studi e ricerche in materia di dipendenza dal gioco d’azzardo, è stata l’indagine pubblicata tempo fa dall’Italian Health Policy Brief, la rivista di politica economica e sanitaria che promuove studi, ricerche e confronti per una sanità sostenibile.
Grazie ai nostri politici, di tutti gli schieramenti, che per favorire gli amici degli amici hanno incentivato questa febbre, questa malattia che produce schiavitù psicologica alla pari di quella che produce la droga. Lo scorso anno i players italiani hanno giocato 96 miliardi di euro, ossia 260 milioni al giorno,96 miliardi di euro che se andassero completamente allo Stato giustificherebbero la scelta politica di favorire questa piaga sociale.Nella realtà, però, la situazione è diversa visto che allo Stato restano le briciole (circa 8 miliardi) perché il resto (90 miliardi) finiscono nelle tasche delle concessionarie, una decina, molte delle quali con sedi nei paradisi fiscali, nei cui consigli di amministrazione a volte compaiono familiari di politici noti.
Negli ultimi anni il fenomeno della ludopatia sta registrando una novità: l’ingresso nelle sale giochi dei minorenni, nonostante il divieto previsto dalla legge, spesso ignorato o aggirato dai gestori.Avere un figlio drogato o ludopatico, per certi versi, è la stessa cosa, visto che avrà comunque un futuro segnato, non riuscirà a formarsi una famiglia, farà soffrire tutti quelli che gli vivono attorno!
Nonostante che la legge vieti espressamente l’accesso di minorenni nei suddetti locali, vedere ragazzini che escono da sale newslot o VLT è ormai divenuta una prassi quotidiana alla quale nessuno, comprese le Forze dell’Ordine, fa più caso! Alcuni studi hanno evidenziato la correlazione tra la proposta ai bambini di giochi in cui l’azzardo è implicito, in modo tale che non se rendano conto, per poi farlo diventare sempre più palese col salire di età. La modalità di gioco dei giovani, crescendo, cambia e si sposta su altre piattaforme che propongono partite a ogni ora del giorno.
Negli Stati Uniti ci sono state delle ‘class action’ intentate dalle famiglie contro le loot boxes, dei ‘pacchetti misteriosi’ virtuali presenti nei videogiochi in cui si trovano contenuti che vengono forniti in maniera casuale, dietro pagamento. In Belgio hanno ricondotto queste ‘scatole’ al gioco d’azzardo e le hanno regolamentate. Ci sono studi che dimostrano che loot boxes e videogaming sono direttamente collegati al gioco d’azzardo patologico negli adolescenti.
Per prevenire si lavora sull’attitudine psicologica, cercando di agire sulla mente e sulle emozioni dei ragazzi per aiutarli a sviluppare una buona capacità di discernimento. Bisogna spiegare ai giovani quali sono i rischi e vanno informati i genitori ma anche gli insegnanti, adulti di riferimento che possono facilmente raccogliere le confidenze dei loro alunni o studenti. Oggi si conosce cosa può essere rischioso all’interno di un videogioco, inoltre si possono impostare dei limiti di tempo di gioco una volta raggiunti i quali la partita si interrompe.
Gli stessi giovanissimi lo fanno, per non sottrarre tempo ai compiti, agli amici, ad altre attività.Inoltre, i recenti risultati forniscono alcuni suggerimenti nel disegno delle misure di prevenzione. Esistono già diversi regolamenti e numerose buone pratiche per contrastare il gioco tra gli adolescenti, ma queste azioni potrebbero essere rese più efficaci tenendo conto dei comportamenti menzogneri associati al gioco. Su tali comportamenti, finora ampiamente ignorati, si potrebbe aprire la discussione e il dialogo nelle scuole superiori, specie in quelle professionali dove il problema è più acuto rispetto ad altri tipi di scuola, riservando una particolare attenzione alle ragazze, che tendono a nascondere totalmente le attività legate al gioco d’azzardo.
Fondamentale,infine, per poter prevenire il fenomeno è il ruolo della famiglia e della scuola. Genitori e insegnanti dovranno essere in grado di carpire i segnali di una possibile dipendenza, come il continuo interesse per il gioco, le ridotte capacità di controllo, il disinteresse per lo studio, il calo del rendimento scolastico o la presenza di ansia, irritabilità, o aggressività.
Per affrontare il problema - spiegano gli specialisti -, “genitori e insegnanti dovranno informare e sensibilizzare i ragazzi rispetto al fenomeno, aiutandoli a comprendere i pericoli, anche molto gravi, della dipendenza, ma senza utilizzare toni proibizionistici e giudicanti". Uscire dal vortice del gioco d'azzardo comunque si può.