Pietro Perone ( Il Mattino): "Elezioni? Meridione dimenticato, neanche il PNNR lo salverà"

Felice Massimo De Falco • 30 agosto 2022

Pietro Perone ( Il Mattino): "Elezioni? Meridione dimenticato, neanche il PNNR lo salverà. Una follia mandar via Draghi nel pieno di una tempesta sociale ed economica"

- Nel 2021 la crescita del PIL italiano è stata del 6.6% e nel 2022 sarà intorno al 4%, la crescita più alta tra i paesi del G7. Il rapporto debito Pil da 155 a 150. Abbiamo fatto bene a mandare via Draghi?

Il governo Draghi è stato il frutto di un accordo di larga maggioranza conseguente alla caduta di un governo, il Conte bis, che teneva insieme vincitori e una parte dei vinti nelle elezioni del 2018. Precedentemente, non bisogna dimenticarlo, c'era stato un esecutivo, sempre a guida Cinquestelle, insieme con la Lega e anche quella soluzione è stata una sorpresa rispetto alla schiacciante vittoria elettorale di un movimento che aveva giurato di non voler allearsi con nessuno. Il merito se siamo riusciti ad arrivare al 2022 senza nuove e traumatiche elezioni è del presidente Mattarella che è riuscito nella difficilissima impresa di tenere in piedi una legislatura partita male, con richieste di impeachment, nomi di ministri euroscettici, un premier saltato fuori senza che nessuno lo conoscesse. Solo con l'entrata in campo di Mario Draghi c'è stata la svolta passando da maggioranze raccogliticce ad un largo consenso in grado di garantire la governabilità di un Paese travolto dalla pandemia e piegato dalle chiusure delle attività produttive. L'esecutivo presieduto dall'ex presidente della Bce è così riuscito a far decollare una campagna di vaccinazioni che restava sospesa a mezz'aria, eliminando alcune assurdità come i banchi a rotelle nelle scuole e così via. Ma il governo Draghi è stato comunque il frutto di un accordo parlamentare, privo di legittimità elettorale: si sapeva che non sarebbe durato a lungo, ma farlo cadere prima della grande crisi economica prevista in autunno e nel pieno di un conflitto che minaccia fortemente l'Europa è stata una follia.


- I partiti che hanno mandato via Draghi ora chiedono a lui di porre un freno ai rincari di gas ed energia. Le pare normale?

Non mi pare normale, ma la razionalità e la coerenza in politica sono da tempo merce rara. Non credo però che Draghi sia disposto a dare il via a una variazione di bilancio per levare le castagne dal fuoco a chi ha determinato la sua caduta. Perché a poche settimane dal voto dovrebbe assumersi la responsabilità di accrescere ulteriormente il debito pubblico proprio lui che è dovuto intervenire da Francoforte per aiutare l'Italia nei mesi dello spread impazzito?

- Finora chi l’ha convinta di più in campagna elettorale?

Facciamo prima a dire cosa non mi ha convinto: sicuramente non mi sembra più una categoria della politica quella di mettere gli elettori di fronte alla scelta rosso e nero, perché mai come oggi la società è composita e densa di sfumature. Scomparse le grandi ideologie del Novecento, non resta che aspirare alla migliore mediazione possibile, che in quanto tale non può avere un colore netto. Soprattutto i riformisti questo dovrebbero saperlo. Non mi convince inoltre chi chiede consensi alimentando paure, senza offrire soluzioni praticabili. E ancora meno mi convince chi si è ricandidato per rappresentare se stesso o pochi altri.
Diceva De Mita: "se la politica è mestiere dura poca anni, se invece è pensiero dura tutta la vita". Purtroppo c'è chi fa politica come se fosse un mestiere e prova a far durare il proprio ruolo il più lungo possibile. D'altronde
il Rosatellum lo consente, con candidati già eletti prima del voto.

- Sono davvero pochi i temi a tenere banco. Nessuno tira fuori dal cilindro una visione. Secondo lei qual è il tema-chiave che andrebbe affrontato?

Il Mezzogiorno dimenticato che neanche il Pnrr riuscirà a salvare. Se il Sud non diventa la questione delle questioni non c'è futuro. Ci sono zone del Meridione rimaste indietro di almeno trent'anni, una sanità pubblica inesistente e in molti casi "assassina" per carenza di personale, apparecchiature, preparazione, aggiornamento professionale. I più bravi vanno via, le università americane sono piene di medici meridionali. E ancora: negli ultimi venti anni il sistema dei trasporti, già precario, è definitivamente saltato. Non riusciremo mai a competere con il resto d'Europa fino a quando il Sud sarà in tali condizioni.
Nessuno inoltre parla più di mafia, eppure mai come in questo periodo i boss fanno affari d'oro con i soldi del recovery e sono inseriti in ogni settore della vita pubblica più di quanto accadeva in passato. Ci sono temi scomparsi dai radar della politica, la Terra dei fuochi tra tutti. Eppure appena 4 anni fa M5S nei territori devastati dai roghi ha ottenuto percentuali bulgare promettendo la svolta, lo stesso Di Maio ha scelto di candidarsi nel collegio di Napoli e non più in quello della sua zona. Mi rendo conto che è molto impegnato con gli scenari internazionali, ma chi ha preso  oltre il 60 per cento dei voti, a fine mandato dovrebbe quantomeno fare un bilancio della propria attività sulle emergenze su cui aveva promesso di impegnarsi.


- Immigrazione: la Meloni propone il blocco navale, Letta dice che è propaganda. Chi ha ragione?

L'immigrazione potrebbe essere una risorsa se ci fosse una capacità di gestione del fenomeno. Rispetto alla mancanza di manodopera che si registra da dopo il Covid, mi pare assurdo rispedire a casa gente che fugge da guerre e carestie e che può offrire quella forza lavoro che oggi manca. Ma la destra ha gioco facile a rivendicare il pugno di ferro perché il centrosinistra quando è stato al governo in questo settore ha fallito e anche in questa campagna elettorale, come è avvenuto nelle precedenti, su un tema così decisivo e delicato si va avanti a colpi di slogan. Il dialogo con i popoli
del Mediterraneo per regolamentare i flussi è stato solo il tema di ripetuti convegni della sinistra, senza che nulla di concreto fosse realizzato.


- La Meloni è in testa, tutti gli altri la inseguono. Come finirà?

I sondaggi potrebbero essere sottodimensionati rispetto alla effettiva disparità tra le due principali coalizioni. Ma c'è un dato di cui pochi parlano: queste elezioni faranno segnare un nuovo, clamoroso record dell'astensionismo intorno al 35-37%. Il vincitore rappresenterà dunque una parte del popolo italiano e dovrà fare i conti con questo dato quando bisognerà prendere delledecisioni anche impopolari. Nel 1987, sul finire della Prima repubblica, si registrò un inaspettato 11 per cento di astenuti e apparve un dato allarmante, tanto che qualcuno pose il tema della tenuta del sistema democratico e dell'effettiva rappresentatività degli eletti. Oggi, invece,i partiti hanno deciso i propri parlamentari prima del voto grazie al Rosatellum e l'affluenza alle urne non è dunque un loro problema, cosa diversa quando si doveva andare a caccia della singola preferenza.

- La Meloni sta cercando di forgiare una destra conservatrice modello anglo-sassone?

Rappresenta una destra degli anni Duemila, con qualche nostalgico tra le proprie fila.
Ma combatterei la Meloni sul terreno delle idee e dei programmi, l'etica e i diritti, non su un passato che generazionalmente
non le appartiene se non per sentito dire e ripeto la presenza di un manipolo di ex missini dalla memoria corta tanto
da dimenticare la svolta di Fiuggi.

-
Ha senso un Centro in un contesto così polarizzato?

Avrebbe senso con una legge elettorale proporzionale, con questo obbrobrio di sistema credo che serva a marcare solo una presenza in attesa che il centrodestra si sfaldi e si possa formare un'altra maggioranza in Parlamento, cosa legittima ma che non è un progetto politico.

- Renzi e Calenda dureranno?

Hanno due caratteri molto simili e quindi confliggenti. Credo che saranno costretti a convivere nella prima parte della legislatura ma per restare insieme hanno bisogno di allargare la "casa" altrimenti in stanze anguste sarà difficile convivere.

- I 5 Stelle che ruolo avranno?

Per ora sono passati, soprattutto al Sud, dal Reddito di cittadinanza alla rendita di cittadinanza, ma il "gruzzolo" di voti non durerà all'infinito.
In politica, come in economia, occorre investire sulla classe dirigente, sui programmi, sulle idee e non mi pare che M5S dica oggi cose diverse da quelle già dette nel 2018 quando rappresentò un elemento di rottura
rispetto a un sistema politico che si pretendeva di "aprire come una scatoletta di tonno" e invece è rimasto invariato a eccezione di questa riduzione dei parlamentari che ha espropriato ulteriormente gli elettori delle rappresentanza territoriale, tanto da giustificare candidati in giro per l'Italia a caccia di voti senza sapere neanche dove si trovano.

- Vede l’ipotesi di un ricongiungimento ex post tra Letta e Conte?

Aspettiamo le elezioni, visto che i leader sono tutti sotto esame e chi dà oggi le carte non è detto che le dia domani.

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