Pomigliano, a sinistra un groviglio di parole per mascherare il disastro

Saverio Auriemma • 3 aprile 2023

L’ipocrisia è un vizio presente in una parte della cosiddetta sinistra di Pomigliano, a cui ricorre per celare una incoerenza senza senso. Già nel 1957, Mao Zedong, capo storico e spirituale del comunismo cinese , individuava questo male e indicava la strada per affrontare “ le contraddizioni in seno al popolo” . Ma sbalordisce la posizione espressa dai giovani di Rinascita; prima in maggioranza, dopo nove mesi all’opposizione , con posizioni di forte critica ,a volte al limite della lite politica, è ora il maggiore difensore dell’amministrazione sfiduciata, sino al punto di sostenere una versione 2.0 di un governo giallo-rosso .

È cosa nota che quando l’idea che hai non ti è chiara, non riesci ad esprimerla se non con torsioni verbali. Dentro il groviglio linguistico, si tenta di nascondere la debolezza del pensiero. La dissimulazione è difficile quando la contorsione è tale che ti rende impossibile far conciliare posizioni tra loro opposte. È successo così sul caso Del Mastro. Tutti, gran parte della maggioranza, PD in particolare, gruppi di opposizione e cittadini, dopo i tempi del rodaggio del nuovo esecutivo, si sono accorti dell’assurda gestione della città, in tutti i campi. È arretrata l’efficienza ed aumentati i costi dei servizi offerti dalle partecipate, ENAM , (ha perso circa il 10% nella raccolta differenziata) e ASM ,fiore all’occhiello di Pomigliano (ha portato la corrente elettrica nelle case già prima della guerra, e la fiammella blu prima di tutti i paesi del sud, utilizzando da subito la legge sulla metanizzazione del Mezzogiorno).


Tra poco ricorrerà il centenario della sua nascita, ma il rischio di fallire è grande per il debito di 4 milioni di euro emerso negli anni di nuova gestione. Tutti hanno protestato contro una città diventata disordinata, inquinata , sporca e meno sicura. La magnificazione della azione politica dell’amministrazione decaduta si è manifestata con il linciaggio morale scagliato contro la nostra comunità, optata scientificamente per denigrare un passato di gloria in nome del “voltare pagina”, uno slogan dietro cui camuffare la incapacità di agire per dare continuità alla buona politica espressa dalla precedente azione amministrativa. La ostinata narrazione di una intera comunità collusa con la camorra ha mortificato profondamente la sua onorabilità , da sempre riconosciuta da tutti i comuni limitrofi , marchiandola con un timbro infame che ha contrassegnato un profilo deformato della nostra città, sfregiandola sul lato più caro ; sull’ etica politica e morale, a cui gli amministratori precedenti, tutti, si sono ispirati , esercitando il potere con rigore e trasparenza . Il disastro prodotto da questo vergognoso modo di operare è immane, non solo sul piano dei valori , ma anche per la perdita di stima subita dai tecnici e dalle imprese, con danni enormi, economici e professionali , difficili da recuperare. Il blocco di tutta l’economia legata all’edilizia ha impoverito famiglie intere , riversando sul commercio , già trascurato , gli effetti negativi .


Per risalire la china, occorrerà un lavoro di lunga lena , costante nel tempo. E allora, anziché tirare un sospiro di sollievo per aver interrotto la corsa di una maggioranza così dannosa , una parte di essa , cambia repentinamente posizione, e il sindaco Del Mastro, attaccato il giorno prima, da responsabile maximo di questa catastrofe politica, economica e morale, diventa vittima di un manipolo di “ cospiratori”. Poi, accortosi dell’azzardo, iniziano le contorsioni e tentano di giustificarsi dicendo che è il metodo che non condividono. Ma allora il merito, l’insopportabilità della gestione Del Mastro e la necessità della sua interruzione va bene ! Si, ma bisognava farlo cadere in consiglio comunale, è la replica contorcista, pur sapendo degli ulteriori guasti di tale scelta.


L’ipocrisia è un vizio presente in una parte della cosiddetta sinistra di Pomigliano, a cui ricorre per celare una incoerenza senza senso. Già nel 1957, Mao Zedong, capo storico e spirituale del comunismo cinese , individuava questo male e indicava la strada per affrontare “ le contraddizioni in seno al popolo” . Ma sbalordisce la posizione espressa dai giovani di Rinascita; prima in maggioranza, dopo nove mesi all’opposizione , con posizioni di forte critica ,a volte al limite della lite politica, è ora il maggiore difensore dell’amministrazione sfiduciata, sino al punto di sostenere una versione 2.0 di un governo giallo-rosso . Una oscillazione tra i due estremi di un pendolo che non riesce a trovare il suo punto di equilibrio. “L’estremismo” è l’altro modo infantile di fare politica. Nel 1920, Lenin, lo definiva malattia infantile del comunismo, tracciando il disordine mentale che esso creava . Bisogna che si ritorni alle Frattocchie.



di Saverio Auriemma

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