Pomigliano, “Afrodite”: misconosciuta Santa

Vera Dugo Iasevoli • 11 marzo 2023

Purtroppo, però, oggi non resta più alcun segno o memoria del culto di Santa Afrodite, vergine e martire, il cui eponimo si rifà al nome greco della dea della bellezza, corrispondente al latino “Venere”, e le cui uniche tracce sono soltanto nel nome portato ancora da qualche fanciulla del luogo.

Ormai nessuno si interroga più sulla origine dello strano, inusuale ma tuttavia  dolce nome di "Afrodite" (spesso purtroppo storpiato in Fiorita), che ha contrassegnato e contraddistinto intere generazioni di fanciulle pomiglianesi, come eredità delle loro ave, alle quali era stato indubbiamente imposto nel periodo in cui la Santa era molto venerata e oggetto di un forte e tenace culto a Pomigliano d’Arco, nella Chiesa del Carmine. Purtroppo, però, oggi non resta più alcun segno o memoria del culto di Santa Afrodite, vergine e martire, il cui eponimo si rifà al nome greco della dea della bellezza, corrispondente al latino “Venere”, e le cui uniche tracce sono soltanto nel nome portato ancora da qualche fanciulla del luogo.


Sono spariti gli affreschi sotto la volta, ancora in loco fino agli anni settanta, allorquando furono ricoperti da uno strato di intonaco in occasione di alcuni fra i tanti lavori di ristrutturazione della Chiesa; ma anche delle reliquie e della lapide della Santa, qui portate dai Padri Pisani, egualmente si è persa ogni traccia, essendo state sicuramente condotte via dai Padri stessi, allorché furono costretti a lasciare il Convento nel 1866 per la Soppressione Generale degli Ordini Religiosi. Della Bolla papale, che elevava la Chiesa a Santuario e che era conservata nella Sacrestia della Chiesa, non esiste più traccia, essendo probabilmente andata distrutta o dispersa;


così come sarà accaduto certamente alla statua lignea della Santa, eseguita dallo scultore napoletano Giuseppe Catello e alle figurine e ai libretti di Sant'Afrodite che furono invece eseguiti dallo stampatore D. Filippo Scala. Afrodite era nata e abitava in Asia Minore, in Tracia orientale, nella città di “Berea”. Ella, miracolosamente, come spesso avveniva in quel tempo, si convertì al Cristianesimo per opera del diacono Ammone, subendo per questo il martirio, assieme ad altre quaranta donne, che la tradizione orientale rappresenta in un’unica grande “Icona Sinattica”, comprensiva e riassuntiva spiritualmente e virtualmente di tutte le martiri, ricordate nel “Martirologio Geronimiano” nella data del 19 novembre. Secondo la leggenda agiografica, al tempo dell’imperatore Costantino (280-337), era a lui associato, nella guida dell’Impero in Oriente, Licinio Valerio Liciniano (250-325) e la persecuzione contro i cristiani, cessata definitivamente solo con l’editto di Milano del 313, firmato da entrambi gli imperatori, era ancora sporadicamente in atto;


Licinio aveva mandato come funzionario a Berea il suo messo Baudo, il quale, appena giunto, aveva ricevuto una denunzia contro  le quaranta vergini e vedove riunite in una comunità monastica. Baudo, infuriato per la loro irremovibilità e impotente di fronte alla loro dimostrazione di fede, se ne era lavato le mani inviando tutto il gruppo da Licinio ad Eraclea, città che oggi corrisponde a Marmara Ereglisi, nella odierna Turchia. L’imperatore, allora, aveva ordinato che tutte le donne fossero gettate in pasto alle belve ma, poiché, come narra sempre il racconto agiografico, gli animali si rifiutarono di assalirle, allora Licinio si accanì prima sul diacono Ammone e poi sulle vergini, tra le quali vi era la giovane Afrodite. Esse furono, a gruppi, prima martirizzate con innumerevoli supplizi e poi uccise. La data del martirio e della nascita di S. Afrodite alla vita eterna, pertanto, sembra essere stato il 19 novembre del 312.



di Vera Dugo Iasevoli


Share

Tutti gli articoli

Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Autore: Marianna Marra 3 luglio 2025
"I giovani e la salute mentale". Conoscere per normalizzare l'accesso alle cure, normalizzare per non stigmatizzare, non stigmatizzare per prevenire e curare senza paura né pregiudizio. Conoscere per potersi affidare, affidarsi per poter guarire.
Altri post