Pomigliano, ora serve il sarto della politica: Roberto Iossa

Felice Massimo De Falco • 25 marzo 2023

A Pomigliano godiamo del “gratuito patrocinio” di un artigiano che smuove i flussi elettorali della sua “piccola Patria” con i suoi ficcanti slogan e la sua certosina attenzione alle coreografie del candidato. È Roberto Iossa, sbarazzino medico radiologo, innamorato della politica vera, autentica, ragionata a cui devono in tanti per i vantaggi politici ottenuti. È un Giano bifronte col cuore (infranto) nel moderatismo di centrodestra con sortite passionali verso il renzismo. Ma al di là delle sue stimabili e sempre fluide idee, è una magmatica fornace di slogan vincenti, uno spin doctor fattosi da solo, che vive la politica oltre gli steccati ideologici.

Le campagne elettorali somigliano molto alle strategie militari e hanno regole, dinamiche, princìpi, sedimentati in secoli e secoli di storia. Non tanto perché farsi eleggere sia una guerra, ma perché la strategia e le valutazioni di una campagna elettorale del 2023 trovano le loro radici in Sun Tzu, Quinto Tullio Cicerone e nelle parole del generale Carl von Clausewitz.


Nasce da qui “I segreti dell’urna: Storie, strategie e passi falsi delle campagne elettorali” (Utet), libro del consulente politico Giovanni Diamanti, co-fondatore di Quorum e YouTrend.

L’analisi di Diamanti mescola due componenti fondamentali: da un lato c’è la sua esperienza personale sul campo – maturata partecipando in vari ruoli in moltissime campagne elettorali, tra Beppe Sala, Dario Nardella, Barack Obama e molti altri; dall’altro ci sono citazioni e documenti sulla comunicazione politica che servono a passare dal particolare al generale per spiegare l’importanza della forza del candidato, del suo messaggio, dell’uso della tecnologia o dei mezzi di comunicazione.


Uno dei primi obiettivi dell’autore è demistificare la comunicazione politica: gli spin doctor non vincono le campagne elettorali, non da soli almeno. Una buona comunicazione è fondamentale, va studiata e modulata più e più volte, ma poi quando si va alle urne si vota per un candidato, è lui che vince o perde l’elezione: la campagna elettorale è necessaria, non sufficiente.


“È una professione – dice – molto macchiettizzata, spesso veniamo descritti come degli stregoni del consenso. Invece è una professione molto analitica, che io faccio seguendo un metodo scientifico. In un’epoca in cui si dice che Obama vince grazie a Facebook e Trump vince con Cambridge Analytica ci dobbiamo ricordare che questi seguono princìpi che si possono leggere nel nel “Commentariolum Petitionis” di Quinto Tullio Cicerone, quindi non si sono inventati niente, anche se fortunatamente le tecniche si sono enormemente evolute”.


Lo stesso discorso si può applicare anche per altri “oracoli” delle campagne elettorali, come i sondaggi: troppo spesso esaltati come se avessero potere predittivo, quando sono una fotografia del presente da analizzare e da cui muovere i passi successivi.

E poi, ancora, l’importanza della personalizzazione della comunicazione politica: le campagne di comunicazione devono essere un abito su misura. Diamanti scrive: “Qualcuno ha mai immaginato Mario Monti vincere alle urne perché si presenta come l’amico di quartiere che ti offre una birra in allegria? Ci vogliono Coerenza e Credibilità”.


O l’esigenza di saper giocare con il timing giusto, muoversi in anticipo quando possibile e scegliere il terreno dello scontro anziché farlo scegliere all’avversario, quest’ultimo punto spiegato con uno dei termini di paragone più indovinati: “Solo un pazzo sceglierebbe di sfidare la Royal Navy inglese in mare”.



A Pomigliano godiamo del “gratuito patrocinio” di un artigiano che smuove i flussi elettorali della sua “piccola Patria” con i suoi ficcanti slogan e la sua certosina attenzione alle coreografie del candidato. È Roberto Iossa, sbarazzino medico radiologo, innamorato della politica vera, autentica, ragionata a cui devono in tanti per i vantaggi politici ottenuti. È un Giano bifronte col cuore (infranto) nel moderatismo di centrodestra con sortite passionali verso il renzismo.


Ma al di là delle sue stimabili e sempre fluide idee, è una magmatica fornace di slogan vincenti, uno spin doctor fattosi da solo, che vive la politica oltre gli steccati ideologici, salvo restando in disparte e mettersi al servizio degli altri nella conquista dei successi. Lello Russo come il bonario Del Mastro, devono tanto a questo frizzante fromboliere di parole “che penetrano”. In questo momento se ne sta mestamente in disparte ma quanto vorrebbe esserci!


Un candidato che voglia veicolare la sua credibilità ha bisogno di Roberto Iossa e sua sua organizzazione ossessiva. La politica pomiglianese lo tenga a mente perché senza una figura in retrovia come lui, si farebbe la strada verso la vittoria col fiatone. Chiunque ne abbia capacità, strappi questo gaudente viandante per un paio di mesi almeno dai suoi esodi libertini verso mete inesplorate e gli faccia tornare voglia di occuparsi ancora una volta della sua "piccola Patria".


Questo per dire che alleanze forti e candidati sulla carta forti non bastano perché bisogna inseguire il consenso dove va e da solo un candidato non può farlo. Serve uno spin-doctor che catalizzi i messaggi e sappia veicolarli nel modo e coi mezzi giusti. È un ruolo che non si improvvisa, ma si studia e un candidato non può farne a meno. Organizzazione del consenso, staff, temi da trattare, parole da usare o da evitare, scenografie da bollare. Lo spin è una figura imprescindibile per giocarsela e bene.


Share

Tutti gli articoli

Autore: Felice Massimo De Falco 3 novembre 2025
Anna Poerio Riverso non scrive una biografia: tesse un arazzo familiare dove ogni filo è un documento inedito, ogni nodo un’emozione trattenuta. Con rigore accademico e pudore affettivo, l’autrice ci guida tra lettere autografe, poesie manoscritte, atti processuali, fino a farci toccare la carta ingiallita su cui Carlo, incatenato, annotava: «La catena è pesante, ma più pesante è il silenzio di chi sa e tace». In sole 128 pagine, dense come un distillato di storia vissuta, il volume si articola in capitoli che si intrecciano come i rami di un ulivo secolare, radicato nel suolo meridionale proteso verso l’epica nazionale. Ma un solo luogo accoglie per sempre i resti di una Famiglia di Patrioti: Pomigliano d’Arco. Potremmo chiamare Pomigliano in mille modi: Stalingrado del Sud per le sue lotte operaie, città di solerti lavoratori, terra di grandi figli come il presidente della Repubblica Giovanni Leone e tanti altri. Ma quando il sole tramonta dietro il Vesuvio e il vento passa tra le croci del cimitero, Pomigliano d’Arco resta la città dei Poerio e degli Imbriani. Perché qui non è sepolto solo il loro corpo: è sepolta la parte migliore di noi.
Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Altri post