Viso e Carattere

Iazzetta Giuseppe • 30 aprile 2022

Morfopsicologia: il viso e la sua interpretazione

Si dice che il viso è lo "specchio dell'anima" e sembra essere vero leggendo il libro di uno dei padri di una branca della scienza conosciuta come Morfopsicologia (Louis Corman). Dagli albori dell'umanità si è pensato che esistano delle corrispondenze tra le forme del viso e i tratti del carattere, come pure le tipologie umorali e la valutazione dell'intelligenza. Un processo univoco e una stretta relazione tra la morfologia dei corpi e la psicologia dei caratteri.

Una scienza quindi, in continuo cambiamento, continua mutazione, da definirsi una scienza dinamica non statica.

Le basi della conoscenza morfopsicologica sono da definirsi nella legge fondamentale della dilatazione-retrazione, cioè nello studio del "quadrato" del viso, quella parte ossea del viso ricoperta dai muscoli temporali e massetere. Ad esso si associano i recettori sensoriali che costituiscono il "piccolo viso" che raccolgano le informazioni sensoriali di gusto, olfatto, visione attraverso i muscoli "pellicciai", che assicurano gli scambi e il movimento. In questo Totò era un abile e polimorfo maestro. Le conclusioni di questa affascinante scienza traggono origine nello studio del volto e nel suo variare nel corso della vita, da quando col fine della crescita l'ossatura è definitivamente stabilizzata fino al fine vita. Un altro importante dato di analisi è dato dal "modellato", quella parte che fa da contorno al viso nel senso simile a quello dei pittori e scultori. Tutti questi elementi preponderano lo studioso a definire a grandi linee la personalità di un soggetto. Il grande viso ci informa sulla vitalità di un soggetto e la sua capacita di realizzazione. Il piccolo viso permette di stabilire quali siano e con quale intensità si realizzano gli scambi con l'ambiente. La mimica espressiva ci illustra la vivacità con cui questi si realizzano. Ritornando ai padri della morfolopsicologia ne enuncio quello che definì la legge di dilatazione ritrazione, Claude Sigaud . Partendo dall'osservazione che le malattie non evolvono nello stesso modo nei soggetti magri e nei soggetti grassi, arrivò alla conclusione che queste differenti morfologie corporali  corrispondessero a differenti meccanismi di difesa contro le aggressioni del mondo esterno. Giunse alla conclusione che i Grassi-Dilatati avessero delle reazioni di difesa mediocri e ciò li conduce ad assorbire delle reazioni ambientali che possono condurre a reazioni morbose anche gravi. D'altro canto i Magri-Ritrattati, sono degli ipersensibili, ciò li conduce a generare reazioni difensive vigorose, "ritrattando" gli elementi ambientali percepiti come nocivi. L'opposizione sigaudiana corrisponde alla fondamentale contrapposizione tra l'istinto di espansione e l'istinto di conservazione. L'istinto di espansione si oggettiva attraverso la dilatazione, segno di allargamento dello spazio vitale dell'individuo e di espressione del contatto costante con l'ambiente esterno. Contrariamente l'istinto di conservazione, la ritrattazione, pone l'individuo in una percezione costante del pericolo, e lo obbliga a spezzare il contatto con l'ambiente esterno spezzando cosi le minacce e alla chiusura in se stesso. Passando dai principi cardine alla morfologia i "Dilatati" sono caratterizzati da corpo massiccio, viso largo spesso e ricco di rotondità. Psicologicamente la predominanza espressiva dei "Dilatati" è legata ad una sensibilità molto aperta e tollerante nei confronti dell'ambiente e ad una più facile adattabilità,. Sono golosi, avidi di scambi e contatti, accoglienti cordiali, insomma di buon carattere e buona compagnia. I "ritrattati", la ritrazione invece, sembrerebbe essere un processo estremamente attivo, tipico degli ipersensibili, che percependo variazioni ambientali anche minime, instaurano processi difensivi e riducono al minimo gli scambi. Hanno una personalità ben piu complessa, preponderano scambi solo con determinate categorie di persone, i loro sentimenti obbediscono ad affinità elettive e sono difficili sia in amore che in amicizia, hanno un gusto particolare per l'astrazione e preferiscono le idee generali ai fatti concreti.

Ci sarebbe da parlare e discutere per ore su una scienza che vanta mille sfaccettature, mille metodi di analisi che comprendono gli istinti, lo stile di vita, le espressioni corporee, i tipi psichici, la vita affettiva, l'intelligenza, la volontà, la professione. Molti mi chiederebbero a che serve. Ebbene la mia risposta primaria e non unica sarebbe quella di aiutarci a guardare in faccia le persone, capire il dinamismo vitale che si cela nel loro viso, carpirne la sincerità e l'onesta, il temperamento. Insomma una scienza a tutto tondo che ha affascinato illustri psicologi e anche me nei panni del professionista sanitario volto all'analisi del volto, nelle cui espressioni si cela la nostra vitalità, la nostra sofferenza spesso maschera di malattia.

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