Walter Verini (Pd): "Serve tornare allo spirito del Lingotto. Le correnti? Un male grave del Pd"

Felice Massimo De Falco • 15 febbraio 2023

Walter Verini (Pd): "Serve tornare allo spirito del Lingotto. Le correnti? Un male grave del Pd"

On. Walter Verini, un’altra sconfitta elettorale, altri segnali per il Pd. Lei li ha intercettati?


Non c’era bisogno dei risultati di Lazio e Lombardia, che pure confermano il Pd come unico partito d’opposizione che tiene il 20%, per niente insignificante, non a caso stiamo facendo un congresso, oggi hanno votato 130mila iscritti, ancora devono votare quelli del Lazio e della Lombardia che erano impegnati, e poi il 26 febbraio un numero ancor ben più ampio di cittadini parteciperà alle primarie per eleggere il segretario. E’ una fase delicatissima per il Pd, al quale spetta il compito di una rigenerazione profonda soprattutto col rapporto con la società esterna. Da troppo tempo, siamo un partito troppo chiuso in noi stessi, in questi anni non si è aperto alla società, come avrebbe dovuto fare dagli inizi, perché il partito che nacque al Lingotto era un partito di centrosinistra dove i valori intrinseci, giustizia sociale, uguaglianza, pari opportunità, lotta contro la povertà si fondevano con altre culture riformiste, pensiamo all’ambientalismo, al cattolicesimo democratico, al femminismo, i diritti civili assieme ai diritti sociali. Questo partito ci portò ad avere ben 12 milioni e 200 mila voti nel 2008 contro quelli di oggi, poco più di 5 milioni. Il nostro problema è investire su di noi, al di là di chi vincerà il congresso.


La segreteria del Pd è anche decisione delle alleanze?


Penso che il nostro problema non sia rincorrere Conte o Calenda, il nostro problema è ora ricostruire il partito che si è allontanato in questi anni dallo spirito del 2008. Il mondo da allora è cambiato, alcune analisi vanno aggiornate, la sinistra ha avuto una crisi globale europea in questa fase.


Onorevole ma è vero che c’è un attrito tra correnti nel Pd?


Le correnti, i vari filoni culturali in un partito che ambisce a rappresentare la maggioranza sono importanti ma quando sono aree politico-culturali, quando si trasformano da correnti a correntismi, questo impedisce una delle fondamenta del Pd, ovvero la partecipazione. Se tu ti organizzi politicamente guardando solo al potere come fine è evidente che inquini il dibattito politico. Così si allontana dal partito la gente che vuole mettesi al servizio del partito.

 


Alle primarie lei con chi si schiera?


Io deciderò, faccio parte della Commissione del Congresso, sono il Tesoriere in carica, lo renderò pubblico a breve. Voglio dirti una cosa (solo a te): io penso che al più presto Bonaccini e Sleihn dovrebbero dire “fuori i secondi, fuori i terzi” e competere loro due per evitare che a livello locale ci sia lotta fra bande. Mi auguro che ci sia un confronto profondo tra i due contendenti ma che poi si stringa un patto: chi vince fa il segretario, chi perde fa il vicesegretario e, aggiungo, entrambi dovrebbero chiedere a Cuperlo e a De Micheli di ricoprire ruoli apicali nel Pd.


Dunque, inclusività?


Abbiamo bisogno di un partito che si ritrovi sulle proposte, sull’identità che abbiamo persa allontanandoci dallo spirito dell’Ulivo di 10 anni fa e del Lingotto. Dobbiamo recuperare quello spirito e dobbiamo farlo assieme perché da soli non ci salviamo. Se facciamo questo sarà anche più facile lavorare sulle alleanze.


Rifarsi un’identità vuol dire anche una nuova strategia delle alleanze? Penso al campo largo


Il campo largo non l’abbiamo rotto noi, ma Calenda e Renzi da un lato e Conte dall’altro Oggi questi hanno avuto due sonore lezioni dall’elettorato laziale e lombardo e questo li dovrebbe far riflettere. Ma noi non dobbiamo partire da qui, noi dobbiamo allearci prima col Partito Democratico, andare a capire perché il 60% dei cittadini non va a votare e perché 7 milioni di persone in pochi anni ci hanno abbandonato. Bisogna prima ricostruire con loro un rapporto di fiducia, dobbiamo dare risposte concrete ai cittadini, se non condividiamo la vita della gente, se pensiamo solo alle cariche. Se facciamo questo, sarà più facile fare le alleanze, che sono il frutto finale di un percorso. Noi non dobbiamo essere né subalterni al Terzo Polo né subalterni a Conte. Entrambi la dovrebbero smettere di pensare a fare le Opa sul Pd.


Avanza intanto l’onda lunga del melonismo. Fare opposizione sarà una traversata nel deserto?


Non accadrà questo, voglio far notare che le vittorie regionali sono avvenute con meno voti della destra in quelle regioni rispetto al 25 settembre. Questa destra è unita dal potere e da ideali ma è anche molto divisa su alcune questioni di grande rilievo. Poi c’è la realtà, come una finanziaria che premia gli evasori, che non aggredisce la povertà, la vicenda Cospito, è un governo che non da delle risposte. Io sono convinto che la nostra sarà una grande sfida, facendo un’opposizione seria a contatto con la gente, io sono convinto che l’Italia vera aprirà gli occhi. Le lune di miele finiscono


Share

Tutti gli articoli

Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Autore: Marianna Marra 3 luglio 2025
"I giovani e la salute mentale". Conoscere per normalizzare l'accesso alle cure, normalizzare per non stigmatizzare, non stigmatizzare per prevenire e curare senza paura né pregiudizio. Conoscere per potersi affidare, affidarsi per poter guarire.
Altri post