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"Donne in tailleur" - Noemi, un mosaico di parole per dirsi

Felice Massimo De Falco • nov 29, 2022

"Donne in tailleur" - Noemi, un mosaico di parole per dirsi

E’ stata al timone  de “Le parole per dirlo” un programma dedicato alla lingua italiana, per due anni. La trasmissione è andata in onda la domenica mattina su Rai 3.


Laureata in Relazioni Internazionali e Diplomatiche all’Università L’Orientale di Napoli, ha cominciato a muovere i primi passi a teatro poco dopo i vent’anni. Il teatro, da una parte, e la formazione accademica dall’altra, sono procedute all’unisono, permettendole di portare avanti in entrambi i casi e per le rispettive sfere, attitudini ed interessi. Da qui le due cose si fondono naturalmente e Noemi individua proprio nella sua formazione accademica (legata all’antropologia culturale, alla sociologia) lo strumento decisivo per la sua ricerca artistica.

E’ per questo motivo che Noemi ha portato avanti contestualmente iniziative artistiche sperimentali che avessero un certo riflesso sulla socialità e percorsi più classici legati al mondo del teatro, dell’audiovisivo

e della televisione.


Noemi Maria Cognigni, nata a Napoli nel 1988, (in arte Noemi Gherrero), si è avvicinata al mondo

dello spettacolo attraverso il musical. In ambito teatrale ha partecipato a decine di

spettacoli, fra i quali “Arteriosclerosi”, di Dalia Frediani, al Teatro Bellini di Napoli e il classico “Ecco Francesca da Rimini” con la regia di Giacomo Rizzo. Nel 2020 si esibisce nella drammaturgia di Antonio Mocciola, in uno spettacolo a due, “Dove colpire”, dove emerge con forza la predilezione per il teatro sperimentale e dell’assurdo.

Spinta dal costante bisogno di cimentarsi in nuove sfide, dopo l’esperienza accademica

nell’Accademia Artisti a Roma, prende parte a varie masterclass: col casting director Roberto Bigherati,

col regista Vincenzo Marra e con l’americana Ivana Chubbuck.

Noemi non si è fermata però al teatro: numerosi sono i cortometraggi anche da protagonista- per citarne uno , “La ricchezza di Napoli”, diretto da Loris Arduino e premiato al Sud Film Festival nel 2018 in cui

affianca Federico Salvatore nel bravissimo Pulcinella.


 Noemi è legata soprattutto al cinema indipendente: numerose sono le sue partecipazioni più o meno importanti. Ad ottobre 2020 , il suo primo grande ruolo grazie a Vecchie canaglie,  con la regia di Chiara Sani e Blasco Giurato alla fotografia. Nel cast anche Lino Banfi, Andrea Roncato, Pippo Santonastaso.

 Nel corso degli anni ha lavorato con attori quali: Giacomo Rizzo, Gianluca Di Gennaro, Michele Riondino, Federico Salvatore, Emiliano De Martino, Julia Mayarchuk, Gianni Parisi, Lino Banfi, Greg, Pippo Santonastaso. In televisione spiccano partecipazioni a “I bastardi di Pizzofalcone”, “Non dirlo al mio capo” e “Mare fuori”, prodotte dalla RAI e la docufiction” Il giorno del giudizio”, prodotta dalla No Panic e trasmessa su Lanove Sky.

Personalità poliedrica, Noemi ha lavorato da subito anche come presentatrice televisiva e conduttrice di

eventi importanti. La sua gavetta parte dalle trasmissioni calcistiche regionali con figure giornalistiche di spessore quali Raffaele Auriemma e Michele Plastino. Breve la parentesi a Telelombardia.  


Ha condotto eventi di alto profilo culturale quali “ Le giornate del cinema di Napoli “ al teatro Mercadante di Napoli, per citarne uno, ma anche svariati festival della letteratura, ed eventi di intrattenimento. Nel 2019 conduce il “ Mercurio d’argento” primo festival della musica cinematografica a Massa Carrara. Nel 2020 è sul palco dell’evento

“Restate a Napoli”, patrocinato dal Comune di Napoli in partnership con Made in Sud. 

Seguono poi le ultime serate culturali nel Chiostro di San

Domenico Maggiore in cui intervista e introduce artisti di certo rilievo musicale. Nel 2020 modera il giornalista Arcangelo Badolati nel suo ultimo libro “Calabria delle meraviglie”.

Madrina nazionale del Giro rosa nel 2018, Noemi è stata anche modella e ha lavorato molto anche attraverso la fotografia, sia d’autore che quella commerciale. Testimonial in passato di svariati brand, è apparsa anche su copertine di riviste nazionali.


Nel 2020 Noemi è ideatrice ed interprete del concept e della mostra fotografica “Scomposizioni e fughe nell’anima:arte pandemica. Il concept nasce come risposta al periodo della quarantena ed è un progetto itinerante che sta riscuotendo discreto successo.

Attualmente scrive per un giornale on line EurasiaNews, in cui si occupa di notizie dal mondo e di

attualità e cultura, ha scritto un testo per il teatro ed è iscritta SIAE nella sezione DOR.


Noemi è ospite della rubrica "Donne in tailleur"

- Il carburante dei tuoi successi si chiama determinazione, pur nelle avversità. Cosa hai lasciato per strada per le tue ambizioni?


Non ho lasciato nulla. Credo semplicemente di aver fatto delle scelte sulla base di come è andata la mia vita. Esiste un tempo per ogni cosa.


- Vieni da una intensa gavetta prima di approdare sui circuiti dei media nazionali. Cosa hai imparato in questo percorso?


Dalla gavetta o dai circuiti nazionali? Io credo sia stata una evoluzione piuttosto lineare, nonostante non ci sia stata grande linearità perché ci sono stati molte battute di arresto, soprattutto per questioni personali. In generale credo che la mia carriera sia un po' lo specchio della mia vita, segnata da alti e bassi incredibili ma dalla costante fame di esprimersi e conoscersi senza paura.


- Quanti compromessi hai dovuto schivare o accettare per crescere?


Ho superato certamente molte impasse, dettate dall' immaturità dei primi anni. I compromessi, beh , i compromessi dipende da come uno li intende e di che cosa si sta parlando. In generale, con molta fatica, ho scelto di stare nelle cose in cui mi interessava stare anche se questo ha comportato minore visibilità, meno guadagno, e molta fatica.


- Le parole per dire chi è Noemi


 Ogni giorno scopro delle cose di me e cerco di lavorare su me stessa. Innanzitutto sono una persona chiara, determinata, passionale. Sono una persona aperta e mi piace dare fiducia agli altri. Credo di essere piuttosto coraggiosa e affronto sempre le mie emozioni a viso aperto.


- A quale personaggio dello spettacolo ti ispiri o guardi con ammirazione?


No, io non ho modelli. Ci sono artisti che ammiro come la performer marina Abrahmovic per esempio o il grande Paolo Poli, che hanno osato e sono andati oltre il giudizio. Mi affascinano le storie complesse, le biografie ricche di dettagli. Non mi piacciono le persone scontate, preferisco chi cerca lo scontro alla banalità.

- Ci sono i Mondiali in Quatar, terra dove i diritti civili più elementari delle donne vengono negati. In Italia invece cosa deve combattere una donna per sentirsi compiuta?


 Ma io credo che per sentirsi compiute il passo deve essere fatto dentro di noi e non aspettarcelo sempre dagli altri. Siamo noi la società e noi la costruiamo giorno dopo giorno. Oggi le donne sono più forti, più libere. Forse per liberarsi ancora di più dai luoghi comuni, servirebbe sganciarsi dall'idea che per piacere devi corrispondere ad uno stereotipo estetico. Vedo molte donne, molte di queste belle, ricorrere inutilmente a chirurgia estetica solo per emulare qualcuno. Si rischia di omolgarsi tutte e due risultare tutte uguali.


- A proposito di diritti: cosa pensi dell’aborto e dell’eutanasia?


Io sono a favore. Con certi crismi, ma a favore.


- Sei una donna passionale: come declini nel quotidiano questa tua qualità?


 Amo follemente, rischio sempre e non mi accontento mai. In famiglia, nel lavoro e nei sentimenti.


- Hai studiato relazioni internazionali. Che idea ti sei fatta del centrodestra conflitto tra Russia e Ucraina?


È una domanda piuttosto complessa. La mia idea è che viviamo ormai in un modo interrelato e globalizzato dove gli interessi spesso sono mascherati. In generale Putin è espressione di un vecchio modo di fare e vedere la politica, in cui la guerra diventa unico strumento per risolvere questioni, quando gli stati ancora avevano confini ben definiti e le economie si reggevano in maniera indipendente. La sua idea di real politics appartiene al passato e la sua megalomania ne è espressione. Sono ovviamente disgustata all'idea che nel 2022 ancora l' uomo non impari nulla dalla storia e che muoiano persone innocenti.

- Come prefiguri il mondo, la società tra 20 o 30 anni?


Sempre più liquida, x dirla con Bauman. Che questo significhi più libertà questo non lo so. Possiamo riparlarne fra trent'anni.

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