Eduardo Riccio, dalle Frattocchie di casa al sogno di Piazza Municipio n.1

Felice Massimo De Falco • 3 marzo 2023

Eduardo Riccio, dalle Frattocchie di casa al sogno di Piazza Municipio n.1

Non deve essere stato facile per un uomo pratico come lui passare i suoi migliori anni nelle bettole del potere asservito ai riti collettivistici della casamatta locale, istruito cavillosamente alle liturgie ex comuniste fatte di dirigismo, negazione dell'avversario e pensiero unilaterale come quei soldati di vecchia leva intenti a far la naja. Il partito ex comunista (ex è per comodità di scrittura) ti alleva, ti coccola e poi o ti assorbe dandoti un posto nel mondo o ti "sputa" fuori come essere rinnegato. Direttivi fumosi, discussioni intorno a Mao e l’immaginazione al potere, banderuola dei diritti civili. figurine del Che e di fianco sempre alla CGIL le domeniche di festa che sempre meno intanto faceva i diritti dei lavoratori, piazzando figli e nipoti nelle "infornate" che ogni tanto toccavano al PCI/PDS/DS/PD.


Eduardo è cresciuto nell’humus di chi voleva un'ascesa sociale: la tessera dell' ex PCI/PDS/DS/PD era il passaporto per i traguardi personali. Ma funzionava un pò così in ogni partito della Prima Repubblica. E male non gli è andata. Una laurea a pieni voti in Giurisprudenza, un tirocinio presso studi amici della grande Famiglia Rossa e intanto una carriera politica nelle istituzioni quando il vecchio ex PCI/PDS/DS/PD grondava di potere non avendo avversari davanti, avendo Tangentopoli spianata la strada. Ma non senza merito ha raggiunto ciò che voleva. Resta un bravo amministrativista, esperto di macchina comunale, meno avvezzo alla strategia politica. Quella o ce l’hai o no.


Non è un mestierante della politica, pur avendo passati decenni nei gangli dei quartieri alti del potere, piuttosto è un acuto gestore del potere: prima da rider poi da factotum del suo mentore Michele C. per finire d’essere ultimamente libero interprete di una consorteria di potere scevra dai condizionamenti giovanilistici, ma nella congiuntura e con le persone sbagliate. Da vecchio labour a novello libdem. D’altronde si dice che da giovani si è comunisti e da adulti si diventa liberali, o quanto meno aperti alla società.


Ed Eduardo l’ha capito: per emergere doveva spogliarsi dei dogmi e sofismi di gioventù e apparire almeno un po’ più popperiani. Così, si prende la segreteria del partito, Zingaretti gli ordina l’accordo coi 5 stelle, nasce il Laboratorio di Del Mastro e lui diviene vicesindaco, plenipotenziario di questo aggregato senza capo nè coda, ma una posizione che gli consente di allacciare i rapporti che contano, avere visibilità e autorevolezza, forse maggiore più del sindaco. È da lì che prende il sopravvento sulle sue ambizioni la smania di voler fare il sindaco.


Genera una crisi interna alla maggioranza, si dimette, mette spalle al muro Del Mastro agitando la bandiera del "tempo del coraggio", il suo, e spazza via tutti con una carta notarile.

E oggi è intento a giocarsi le sue carte da primo inquilino di Piazza Municipio n.1, allontanati ormai i fantasmi del passato, di cui è stato protagonista nel bene e nel male, accanto a Michele&Michelino, i dioscuri del PCI/PDS/DS/PD che tutto decidevano. Intanto ingloba nella coalizione che sta mettendo in piedi spasmodici liberali o presunti tali o gente che deve tutto alle esperienze passate altrove ma ora non ha altra scelta che onorare Eduardo, l’ex allievo della Frattocchia locale con l’eskimo.


Non l’abbiamo mai visto in prima linea e non sappiamo se sia un buon frontman politico o solo un bravo avvocato. Di certo è uno bravo a intrecciare rapporti di potere, un po’ meno a farsi agit-pop delle masse. Però non gli è stato difficile riportare alla ribalta tutta quella rimasuglia da plancton dell’ex Pci/Pds/DsPd che la città avevo seppellito di ignavia. Su questo avrebbe potuto “svoltare pagina”. Non sappiamo chi sfiderà, Eduardo non è un grande comiziante e gli tocca sgranare il Rosario che non gli tocchi in sorte uno come Lello Russo, un leone da fiera in piazza, che già lo scudisciava dolorosamente in sonsiglio comunale quando l'ex socialista era sindaco ed Eduardo consigliere comunale.


Comunque vada sarà un bella sfida. Più che i destini dei singoli, è in gioco la vocazione della città, da operaia a commerciale. Ed ora quale sarà?


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