L'angolo di psicoterapia di Laura Giampaglia - L’attaccamento nella relazione con la madre e con il partner: eventuali problematiche e ricerche recenti

Laura Giampaglia • 11 febbraio 2023

L'angolo di psicoterapia di Laura Giampaglia - L’attaccamento nella relazione con la madre e con il partner: eventuali problematiche e ricerche recenti

Secondo la teoria di Erikson (1963), la capacità di stabilire relazioni improntate all’intimità e alla cura degli altri è tra i compiti principali che ogni persona deve affrontare nelle fasi iniziali e intermedie della vita adulta. Da questo punto di vista la teoria di Erikson riprendeva la visione di Sigmund Freud, il quale definì la “maturità emozionale” come la capacità di amare e lavorare.


L’amore romantico è simile nella forma e nei meccanismi sottostanti all’attaccamento che i bambini molto piccoli sviluppano verso i genitori. In entrambi i tipi di relazione il contatto fisico, le carezze e il fissarsi intensamente negli occhi hanno un ruolo essenziale nello stabilirsi del legame, inoltre è molto frequente l’uso di un linguaggio infantile. Quando la relazione amorosa funziona bene nei partner regna un sentimento di reciproca fusione e prevale un senso di esclusività, ovvero la sensazione che la persona amata sia insostituibile. I 2 partner si sentono sicuri e fiduciosi sopratutto quando sono insieme e lo stare separati può provocare segni fisiologici di sofferenza. Analogamente a quanto avviene nella prima infanzia, anche nelle relazioni amorose dell’età adulta lo stile dell’attaccamento viene classificato:

SICURO—> caratterizzato da un senso di fiducia e di benessere;

ANSIOSO—> caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione sull’essere o meno amati dall’altra persona;

EVITANTE—> caratterizzato da scarse espressioni di intimità o di ambivalenza rispetto all’impegno.

I risultati di ricerche condotte tramite interviste o questionari indicano che vi è continuità fra la qualità dell’attaccamento nella relazione amorosa e quella che nel ricordo dei soggetti caratterizzava la loro relazione infantile con i genitori ( Mikulincer e Shaver 2007).


Le persone che ricordano come calda e sicura la loro relazione con i genitori descrivono in genere in termini simili anche la loro relazione amorosa.

Coloro che ricordano quella prima relazione caratterizzata da ansia e ambiguità tendono a descrivere negli stessi termini anche la relazione che vivono da adulti. A tal proposito, riporto l’esperienza di una mia paziente che chiamerò con un nome di fantasia Lucia. Lucia è una donna di 40 anni, al primo colloquio mi dirà di soffrire di “ mal d’amore”: <<Ho la dipendenza affettiva>>. Mi racconta di una serie di relazioni che si strutturano tutte con la stessa dinamica: quando avverte che il partner si allontani Lucia tende ad avere una crisi d’abbandono assumendo comportamenti eccessivi come riempire di messaggi o chiamate il compagno o pedinarlo. Ciò porta questo ad allontanarsi a lei fin quando non avviene la rottura. Lucia mi parla di sua madre e del fatto che questa le ripeta costantemente che non potrà mai avere un uomo “ Nessuno vuole stare con te”.


La sua infanzia è caratterizzata da una relazione evitante con sua madre, questa passa poco tempo con lei e la maggior parte di questi rari momenti tende a mortificarla e ad umiliarla. Lucia mi racconta che in adolescenza era ossessionata dall’idea di deludere ancora di più sua madre per cui ogni qual volta che aveva un voto non adatto alle sue aspettative sviluppava idee suicidarie. <<Non potevo tollerare di deluderla ancora di più>>. Lucia negli anni ha sviluppato l’idea di “ non valere abbastanza”. La relazione con sua madre si rispecchia a quella dei partner.

Le cause all’origine di questa continuità possono essere numerose compresa una tendenza a colorare i ricordi dell’infanzia con le esperienze vissute da adulti. Tuttavia la maggioranza dei ricercatori che studiano l’attaccamento interpreta questo dato come una prova a favore della teoria proposta da Bowlby secondo la quale le persone sulla base delle esperienze vissute con i caregiver nella prima infanzia, si formano modelli mentali delle relazioni intime, modelli che sono poi trasferiti alle relazioni stabilite in età adulta.

Diventa importante, sin dall’adolescenza, riconoscere relazioni instabili familiari e richiedere aiuto in psicoterapia.


di Laura Giampaglia - Psicoterapeuta

 


Share

Tutti gli articoli

Autore: Giovanni Amitrano 23 ottobre 2025
"Chi come me ha attraversato grandi difficoltà mi affascina perché dentro di sé custodisce un sapere che non si trova nei libri: quello di chi ha sofferto, ha resistito e, nonostante tutto, ha continuato a vivere".
Autore: Valentina Manon Santini 23 ottobre 2025
Mercificare il dolore significa offendere tutte le donne che hanno subito davvero violenza — nelle mura domestiche, negli affetti, sul posto di lavoro. Anche chi, come me, ha conosciuto la violenza psicologica: la minaccia di isolamento, il tentativo di ridurti al silenzio, il ricatto sottile che ti vuole annientare, di chi ti dice “ti faccio terra bruciata, non lavorerai più. Questa è pornografia del dolore.
Autore: Felice Massimo De Falco 22 ottobre 2025
In un mondo che corre affannosamente verso l’oblio, dove il tempo divora le tracce dell’esistenza umana come un fiume in piena, Vera Dugo Iasevoli emerge come una guardiana della memoria collettiva. In questo libro, la professoressa non solo documenta fatti, ma infonde un’anima esistenzialista: il cimitero è “un silenzio che parla”, un “dormitorio” in attesa dell’alba eterna, un monito contro l’oblio. Valorizzando Pomigliano d’Arco – terra di patrioti, fede e resilienza – e i suoi avi, l’autrice ci invita a camminare tra le lapidi non come visitatori, ma come eredi di un’eredità immortale. Un’opera avvincente, essenziale per chi cerca radici nel flusso dell’esistenza: sì, si può fare, e si deve leggere.
Autore: Felice Massimo De Falco 5 ottobre 2025
In un’epoca in cui l’essere umano si riduce a un curriculum di successi effimeri, Vincenzo Siniscalchi emerge dal racconto di Domenico Ciruzzi non come un avvocato illustre – il “Maradona del codice penale” , potremmo definirlo con un’immagine che evoca dribbling geniali tra le maglie intricate della legge –, ma come un’esistenza autentica, un Sisifo napoletano che spinge il suo macigno non su per la collina del Palazzo di Giustizia, ma attraverso i vicoli della condizione umana, senza la paura di rotolare giù.
Autore: Redazione 19 settembre 2025
«Io non so perché mi sta succedendo questa cosa, so soltanto che ogni volta che guarisco qualcuno perdo un senso».
Autore: Marianna Marra 30 agosto 2025
Il film non si limita a rappresentare un caso isolato, ma dispiega inevitabilmente il racconto di realtà drammatiche più ampie che, con minuzia di particolari e sfumature emozionali, si fanno corpo e carne attraverso lo schermo.
Autore: Redazione 7 agosto 2025
Sorella Morte è un romanzo che sfida il lettore a confrontarsi con il mistero della vita e della morte, intrecciando il razionale e l’irrazionale in una narrazione avvincente. Il romanzo lascia una domanda esistenziale che risuona oltre le sue pagine: Se il male è un’eredità che scorre nel sangue, possiamo davvero sfuggire al nostro destino, o siamo condannati a ripetere gli errori dei nostri antenati?
Autore: Marianna Marra 28 luglio 2025
"Uno Stato laico deve dare ai cittadini la possibilità di decidere della dignità della propria vita e della propria morte."
Autore: Iazzetta Giuseppe 23 luglio 2025
This is a subtitle for your new post
Autore: Marianna Marra 3 luglio 2025
"I giovani e la salute mentale". Conoscere per normalizzare l'accesso alle cure, normalizzare per non stigmatizzare, non stigmatizzare per prevenire e curare senza paura né pregiudizio. Conoscere per potersi affidare, affidarsi per poter guarire.
Altri post